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Captain America: Brave New World
di: Andrea CamprianiDai che almeno coi film del MCU per il 2025 l’abbiamo sfanga… doh!
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Brave new st…unts
Cerco invano di autoilludermi però siamo sempre a inizio anno e in data 12 febbraio 2025 esce nei cinema appunto il primo film a questo giro del MCU (cui seguiranno Thunderbolts e il reboot The Fantastic Four: first step e a livello seriale Daredevil: born again) cioè Captain America: Brave New World per l’esattezza il trentacinquesimo(!) lungometraggio del MCU, diretto da Julius Onah, strettamente collegato anzitutto alle vicende narrate precedentemente nella miniserie televisa Disney+ del 2021 The Falcon and The Winter Soldier, ma non solo.
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Ritroviamo dunque protagonista Anthony Mackie nel ruolo di Sam Wilson e nuovo Captain America, succeduto all’oramai “pensionato” Steve Rogers, che ha come tale a che fare con un diversamente gradito ritorno, Thaddeus “Thunderbolt” Ross (un Harrison Ford anagraficamente coscritto e coevo coi più recenti Mr. Presidents veri, più svogliato e in un film solo per i soldi giusto nei precedenti nefasti tornando come Indiana Jones e Han Solo; lui succeduto per forza di cose all’immenso William Hurt perfetto in parte anche nel troiaio di L’incredibile Hulk del 2008 di Louis Leterrier, dopo Sam Elliott nel gioiello Hulk di Hang Lee) divenuto nel frattempo addirittura Presidente degli Stati Uniti, più tutta una serie di comprimari tra cui Danny Ramires nei panni di Joaquin Torres aka nuovo Falcon e i nostri si ritrovano a dover sbrogliare un intrigo internazionale che non è neanche l’unica cosa di proporzioni gargantuesche.
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Rosso pompeiano
Non entro ulteriormente nel merito della trama ma basti sapere che Captain America: Brave New World oltre al summenzionato seriale precedente e addirittura all’Hulk col cast da Edward Norton a Tim Roth che si vergognano ancora come spie dello S.H.I.E.L.D. e dell’HYDRA messe insieme, richiama anche Eternals e soprattutto quel gran film, quello sì, forse l’unico dei Russo Bros. (che tornano speriamo non a rifar danno, annunziati, non abbiate paura) se non si considera anche Captain America: Civil War del 2016, cioè Captain America: The Winter Soldier del 2014, la spy story del MCU con protagonisti assoluti appunto Chris Evans nei panni di Steve Rogers/Capt. America e Sebastian Stan in quelli dell’amico, commilitone fraterno Bucky Burnes/Winter Soldier, e oltre a Samuel L. Jackson immancabile Nick Fury capo dello S.H.I.E.L.D. addirittura Robert Redford a richiamare il capolavoro di Sydeny Pollack I tre giorni del Condor.
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Già con tutti questi riferimenti che non sono manco tutti, specie chi a digiuno (buon per loro), si rischia di far confusione, ma non temete: non è neanche l’aspetto peggiore di questo ennesimo blockbusterone della casa delle idee (finite da mò). La mia reazione di base, sempre composta, è grossomodo la seguente.
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A questo poi si aggiungano villain senza senso narrativo rappresentati dal Boss di Los Pollos Hermanos Giancarlo Esposito, qui Seth Voelker/Sidewinder e Tim Blake Nelson… Capo. Capo di cosa potete immaginarlo.
… sì, ma alla parmigiana … (cit.)
A distanza di mesi da Deadpool & Wolverine mi sento proprio di riconfermare quanto sostenuto in tal caso: a livello di live action, e neanche tutta, tolti i Guardiani della Galassia e ormai James Gunn è passato interamente alla concorrenza con di nuovo un SUPERfilm per cui si scalpita questa estate, il tutto in un universo alieno come quello DC che supervisiona, non c’è corsa.
Vi chiederete perchè rammenti proprio i 2 mutanti di cui sopra ed è presto detto sempre senza spoilerare: al centro del plot narrativo di Captain America: Brave New World c’è l’adamantio©™® che alla buon’ora in questo multiverso viene scoperto come ancor più resistente e prezioso del vibranio wakandiano di cui sono fatti, tra gli altri, gli scudi dei Capt. e il costume alato di Sam Wilson che, ricordiamo, è al momento l’unico Capt. a non essersi iniettato il siero del supersoldato, rammetatelo. Tutto qui con una pesantezza, una seriosità anche inutile in una trama telefonata dall’inizio che ha tra i pregi che si contano sulle dita di una tartaruga ninja menomata, almeno la durata di “sole” due ore.
Il film dunque si porta in fondo, ma a fatica seconda solo a quella del cast di questo film che ha avuto noie produttive per cui più di una scena è attaccata col proverbiale sputo. Prevista una scena post credit che in altri tempi e modi avrebbe tenuto tutti in trepidante attesa. Ora invece, per un titolo del genere che a mio avviso non raggiunge la sufficienza più striminzita con tutta la buona volontà, già citare i leggendari Bombolo-Venticello e il Commissario Nico Giraldi Monnezza nel gioiello di Squadra Antifurto è fin troppo. Magna, và!