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Dune: da Jodorowsky a Lynch

di: Andy Reevieny

Quello che segue è un doveroso recap anche di ciò che precede temporalmente a livello di audio-visivo Dune di Denis Villeneuve.

Jodorowsky’s Dune

Qui si risolve in maniera relativamente spedita, nel senso che il primo tentativo, perchè di ciò si tratta, di trasporre l’allora in corso opera di Frank Herbert, con l’autore ancora in vita, è stato del visionario oggi quasi centenario cineasta cileno Alejandro Jodorowsky che, a metà anni settanta, riunisce un gruppo di artisti di indiscutibile talento ma allora misconosciuti o quasi, quali Chris Foss, Hans Ruedi Giger e Jean Giraud aka Moebius per mettere su uno storyboard a dir poco suggestivo, le cui trovate visive, oltre all’opera in sè di Herbert, probabilmente influenzeranno in maniera determinante, tra gli altri un certo George Lucas (leggi Star Wars), o un certo Ridley Scott (leggi Alien), così, giusto per dire l’importanza di ciò di cui si tratta, senza mai scordarsi da cosa è tratto.

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Un cast oltremodo ambizioso, per darne una vaga idea il regista pensa a nomi quali Orson Welles, Salvador Dalì, Mick Jagger con tanto di colonna sonora dei Pink Floyd, fanno sì che il progetto rimanga lettera morta, se non con l’idea ripresa su fumetto L’Incal  realizzata dal summenzionato Moebius.

Frank Pavich in Jodorowsky’s Dune mette dunque insieme un’ora e mezza di making of che esce nel 2013 distribuito in Italia da CG Enterteinment. Consigliato caldamente di recuperarlo.

Dune (1984 – David Lynch)

Da un’opera oltremodo visionaria come quella di Herbert pareva dunque non si sarebbe mai potuto ricavare un  film perchè, siamo sinceri, quale regista può essere così folle da buttarsi in un progetto del genere? La risposta però è semplice: David Lynch.

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Nel 1984 infatti il nostro realizza  un kolossal che fonde cast di primissimo ordine con, su tutti, nel ruolo di Paul Atreides, Kyle MacLachlan dal cognome scioglilingua che di lì  a qualche anno diventerà protagonista della sua opera di maggior successo commerciale, ossia Twin Peaks, Sean Young reduce da filmettino quale Blade Runner e addirittura Sting, sì proprio il bassista e voce solista degli allora attivi Police nel ruolo di Feyd-Rauta Harkonnen.

Colonna sonora dove, oltre a brani di musica classica ritroviamo il genio sonoro di Brian Eno e forse il gruppo dei migliori turnisti  e session men di sempre, di allora di sicuro: i Toto.

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A conti fatti però troppa storia in un solo film, per i tempi dal budget faraonico, sforato rispetto a quanto preventivato non di poco, per arrivare a costare oltre 40 milioni di $. Dune va appena in pari con le spese sostenute, risultando un flop gigantesco al botteghino per Universal Pictures e Dino De Laurentis Corporation.