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Yuriko Tiger

Ciao! Il mio vero nome è Eleonora ma preferisco essere chiamata "Yuriko". Il nome Yuriko Tiger deriva da un vecchio nickname ripreso dal videogame: BLOODY ROAR. Yuriko esattamente vuol dire 'bambina del giglio' e tiger (in giapponese si pronuncia Taiga) vuol dire tigre,il suono è ispirato a Taiga di Toradora! Un manga che ho adorato a quell'età, ''la bambina di un ciglio che può trasformarsi in una Tigre'' un nome dolce contrastandolo con un 'cognome' piuttosto duro,rispecchia molto il mio carattere.

di: Chris "matetrial" Calviello

1. Ciao! Anzitutto presentati: qual è il vero nome di Yuriko Tiger? Da dove nasce questo nome d’arte?

Ciao! Il mio vero nome è Eleonora ma preferisco essere chiamata “Yuriko”. Il nome Yuriko Tiger è ispirato ad un vecchio nickname ripreso dal videogame: BLOODY ROAR. Yuriko esattamente vuol dire ‘bambina del giglio’ e tiger (in giapponese si pronuncia Taiga) vuol dire tigre,il suono è ispirato a Taiga di Toradora! Un manga che ho adorato a quell’età, ”la bambina di un ciglio che può trasformarsi in una Tigre” un nome dolce contrastandolo con un ‘cognome’ piuttosto duro,rispecchia molto il mio carattere.

2. La tua vita adesso si divide tra Italia e Giappone pur essendo così giovane. Cosa ti ha portato a partire e ad andare dall’altra parte del mondo? Hai trovato supporto dai tuoi parenti ed amici?

Il mio sogno! Sin da bambina volevo andare in Giappone ma era una ”pazzia impossibile”, sono sempre stata una sognatrice ed
ho messo questa desiderio in primo piano nella mia vita,fino a raggiungerlo. Si,ho la fortuna di avere dei genitori che hanno approvato,dopo la mia maggiore età l’idea di studiare in Giappone;avevo abbandonato la scuola al liceo per mettermi a lavorare
nel loro panificio e guadagnare qualche soldo ma volevano che riprendessi un qualsiasi tipo di scuola purchè fosse quella che andava bene per me,che mi avrebbe fatto guardare ad un futuro migliore ed allora scelsi di andare a Tokyo.

3. Hai avuto l’occasione di partecipare a delle fiere del fumetto in Giappone. Quali sono le differenze principali che hai notato con le fiere nostrane? Che aria si respira laggiù? La scelta dei personaggi da impersonare è simile a noi occidentali o vanno più di moda altri pg?

Le differenze nelle fiere sono tantissime ma anche nella vita di tutti i giorni una cosa è ben chiara:
Il Giappone è TANTE regole mentre l’Italia non ne ha. L’aria che si respira in una fiera giapponese varia a seconda di come la si vive,sembra di essere in una ‘vetrina’ nel pieno di un centro turistico. Le fiere sono spesso affollate di gente,quasi da non respirare e i cosplayer possono posare solo in una area dedicata a loro. Tutto molto ‘classificato’ e ben diviso. In Giappone ovviamente i cosplay più lanciati sono delle ultime serie anime,manga e videogame giapponesi,è rarissimo vedere un pg marvel o disney.

4. Il mondo del cosplay attira tante invidie, prese in giro e critiche. In realtà dovrebbe essere una semplice passione che attira ogni genere di persona al fine di divertirsi ed essere il proprio personaggio preferito per un giorno. Cosa hai da dire in proposito? In Giappone come vanno le cose tra i cosplayer?

Penso anch’io che a volte si esageri con critiche e invidie,il mio pensiero è:’io faccio i miei cosplay e non penso ad altro’,non spreco il mio tempo facendo flame e odiando qualcuno per qualcosa di così inutile. Voglio vivere il lato bello del cosplay,come la prima volta che partecipai. In Giappone è più difficile fare amicizia e nel ‘area cosplay’ l’unica cosa che conta è fare tante foto e per questo molte cosplayer vanno sull’ esagerato,soft-porno anche in pubblico. Però è tutto piuttosto ‘nascosto’,al momento non ho sentito nulla di brutto però tanti ‘sguardi’ e alcuni comportamenti ambigui mi fanno pensare che l’invidia non manca neanche in Giappone.

5. Il Comiket è la più grande manifestazione dedicata ai fumetti del mondo. Rispetto al nostro Lucca Comics, cosa ci puoi raccontare?

Se Lucca pensate che sia affollata,non avete idea di come può essere il COMIKET. A differenza,però,come sempre il Giappone è ben organizzato su ogni cosa. Le hall dei padiglioni sono divise bene in generi tra: cosplayer,videogame,doushinji,yaoi,eroge ect. Tanti concerti di idol,cosplayer famosi,special guest e c’è il personale dello staff a ogni 2 metri pronto ad aiutarti. A Lucca tutta questa organizzazione non esiste minimamente,però il Comiket è quasi un suicidio,non c’è comunicazione o condivisione,invece a Lucca o comunque in Italia si è più amichevoli e aperti alle conoscenze. Altra cosa,Lucca dura TUTTO il giorno mentre il comiket solo dalle 10:00 – alle 16:00/17:00 ed è veramente difficile e faticoso per far si che tutta la gente entri. Il Comiket è gratuito tranne il cosplay che costa 800 yen al giorno.

6. Hai partecipato anche al Tokyo Game Show: cosa ci puoi dire? Quale cosplay hai portato? Essendo un evento videoludico, hai trovato molti meno cosplayer rispetto ad una tradizionale fiera del fumetto. A cosa è dovuto secondo te questo fatto? Con gli anni credi che l’interesse verso i videogiochi possa aumentare da parte dei cosplayer?

Fare cosplay in Giappone vuol dire non poter fare altro in una fiera,spesso mi capita di stare 4-5 ore di seguito a posare per i fotografi e perdermi l’intera fiera però,da quel poco che sono riuscita a vedere il primo giorno dopo un ora e mezza di coda solo per entrare: direi FANTASTICA. Non ci possiamo immaginare ENORMI stand pieni di luci,scritte ufficiale,milioni di videogame,interviste,live ect. tanto da sembrare il luna park del videogioco! C’erano comunque tanti cosplayer e molti magari preferiscono vedersi la fiera una volta l’anno per gli acquisti piuttosto che fare cosplay. Il commercio del videogioco non diminuirà,soprattutto in Giappone. C’erano tante persone straniere e molti venuti apposta per recensire il TOKYO GAME SHOW.

7. Qual è il tuo rapporto col mondo dei videogiochi? Ti sei messa anche nei panni di Sonic tra l’altro: è il tuo personaggio preferito dei videogiochi?

Prima di diventare una sorta di ‘Otaku’ (letteralmente fanatica di anime) ero una fissata di videogame e ho lavorato anche in un negozio di videogame gestito da mio padre. All’età di 3 anni presi il mio primo videogame in mano e la prima Nintendo mentre verso i 5 anni mi appassionai ai picchiaduro come Dead or Alive e Tekken e amavo molto videogame come: Space Channel 5 e BUST A GROOVE (tutt’ora è il mio videogame preferito). Si,amo Sonic ma anche Shadow the hedgehog. Giocare a Sonic (oltre da bambina) fu stata un’idea della mia videoteca preferita che,dopo aver noleggiato sempre e solo picchiaduro mi propose un’altro genere e provai SONIC HEROES. Ne diventai fanatica e presi la Game Cube solo per giocare ai Sonic Adventure e ai primissimi giochi usciti fino all’ultimo. Sonic è il personaggio e il cosplay che più ho adorato fare.

8. Un giro ad Akihabara è sicuramente tra le cose da fare prima di morire: cosa può trovarci un otaku o un fan sfegatato di videogiochi?

TUTTO. Letteralmente,ci può trovare ogni cosa che si vada cercando,Akihabara è il paradiso dell’elettronica,videogame e anime/manga/eroge.

9. Noi tutti, a 10.000 chilometri di distanza, guardiamo il Giappone come la terra dei sogni. Cosa ci racconti di questo bellissimo paese? E’ tutto così bello come ce lo sogniamo?

Penso che il Giappone abbia i suoi difetti come ogni altro paese ma è stupendo e fantastico solo a visitarlo mentre la vita quotidiana può essere molto stressante avendo ritmi ben più duri e veloci di quelli italiani. Sicuramente è un paese AFFASCINANTE. Il Giappone è il controsenso che vive tra passato e futuro. L’educazione e la sicurezza non manca mai e ogni cosa è organizzata a dovere.

10. Raccontaci invece dei tuoi cosplay: il primo, il tuo preferito, il più lungo da preparare e il più costoso.

Il mio preferito è Sonic the hedgehog,essendone fanatica fin da bambina,interpretare il mio IDOLO è stata la gioia più grande di tutta la mia carriera nel cosplay. Il costume (tutt’ora in riparazione) non è stato fatto da me ma acquistato da una ragazza tedesca in un’asta. Ho lavorato 2 mesi per prenderlo e ho dovuto farci qualche modifica. Solo che nel Lucca Comics dello scorso anno,per colpa della tempesta,di un treno con 2 ore di ritardo e nessun riparo,il corpo di Sonic andò distrutto e mi fece da ‘coperta’ per non morire di freddo quella notte. Il più lungo,costoso e difficile da portare è stato quello di Zelda. Avevo comprato armatura e costume fatti da una ragazza italiana ma alcuni pezzi erano rotti e altri non andavano bene. Così dovetti rifare tutta la maglia,stringere il vestito,acconciare la parrucca,rifare i guanti e aggiustare e incollare i pezzi dell’ armatura. Alla fine è stato veramente costoso ma fare il cosplay di Zelda con il mio Link preferito è stato fantastico (anche se ammetto di non essere una fanatica di questa saga).

11. Progetti per il futuro?

Spero di rimanere a Tokyo, bella domanda! Si,io devo rimanere a Tokyo se voglio continuare a coltivare il mio sogno (diventare una famosa artista e cosplay-idol in Giappone)ma non sarà facile. La mia famiglia mi manca tanto,anche i miei amici e la persona che amo. Sono determinata a seguire il mio sogno ma spero quanto prima di riabbracciare i miei cari.

12. Un saluto ai nostri lettori e un grande in bocca al lupo per il futuro!

‘Nulla è impossibile,solo difficile ma se ci tieni davvero ad un sogno,riuscirai a realizzarlo!” Un salto ai lettori di CONSOLE-TRIBE! Grazie mille! Magari un giorno ci incontreremo al game show .