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V.I.P. 011 – James Sunderland [Silent Hill 2]

Nebbia, fitta ed opprimente, che ti stringe la gola quasi a volerti soffocare. Nessuno si aggira per le strade sfocate, nessun grido giocoso di bambino, nessuna voce umana, solo il gracchiante suono della piccola radio va a squarciare il velo di silenzio che avvolge la città: benvenuti a Silent Hill, il luogo dove le vostre paure, i vostri incubi e i vostri lati più oscuri e tenebrosi potranno sentirsi finalmente a casa.

di: Simone Cantini

Nebbia, fitta ed opprimente, che ti stringe la gola quasi a volerti soffocare. Nessuno si aggira per le strade sfocate, nessun grido giocoso di bambino, nessuna voce umana, solo il gracchiante suono della piccola radio va a squarciare il velo di silenzio che avvolge la città: benvenuti a Silent Hill, il luogo dove le vostre paure, i vostri incubi e i vostri lati più oscuri e tenebrosi potranno sentirsi finalmente a casa.

Nome: James
Cognome: Sunderland
Soprannome: N.D.
Età: 29 anni
Nazionalità: Americana
Occupazioni: Impiegato
Prima apparizione: Silent Hill 2 – Konami – PS2, XBOX, Windows – 2001
Ultima apparizione: Silent Hill Shattered Memories – Konami/Climax Studios – WII, PSP, PS2 – 2009/2010 (cameo)
Prossima apparizione: N.D.

Ha detto: “Ero debole. Ecco perché avevo bisogno di te… Avevo bisogno di qualcuno che mi punisse per i miei peccati… Ma adesso è tutto finito… Conosco la verità… Adesso è giunto il momento di mettere fine a tutto questo.”

Silenzio in sala…

Era il 1999 quando Konami decise di avventurarsi lungo il sentiero tracciato qualche anno prima da Capcom con il suo Resident Evil (fautore del ritorno in pompa magna del survival horror, genere che deve i suoi natali all’indimenticato Alone in the Dark di Infogrames), decidendo però di cambiarne le regole più radicate: non ci trovavamo più a comandare una sorta di marine armato di tutto punto, pronto a falciare a suon di proiettili zombie ed altre aberrazioni genetiche, bensì un semplice uomo, solo e spaesato, costretto ad affrontare le proprie paure armato unicamente del suo istinto di sopravvivenza. Questo era Harry Mason, l’automobilista in cerca della figlia che ci avrebbe spalancato le porte della Collina Silenziosa. Ma Harry era solo una pallida ombra di quello che sarebbe stato il character per eccellenza della serie, privo come era di una personalità complessa, di quelle caratteristiche tipicamente umane capaci di rendere vivo un semplice ammasso di poligoni, e di far sì che si possa ridere e piangere assieme al nostro alter-ego virtuale: Harry vuole solo ritrovare la sua piccola Cheryl, nulla di più. È con l’arrivo di James Sunderland che la serie compie un deciso passo in avanti, presentandoci una storia cupa e intelligente, capace di ammaliare il giocatore con le sue mille e più sfaccettature, complice la presenza di un protagonista degno di questo nome, una figura che ben si adatta alle ambigue atmosfere di Silent Hill. E sarà proprio la città a costituire una decisiva svolta in termini di game design: l’ambiente di gioco, infatti, perderà i propri connotati di semplice palcoscenico e si ritroverà ad indossare i panni di un vero e proprio personaggio, risultando così viva e tangibile, ricca di particolari che ci andranno a rivelare poco a poco la storia di quelle strade e dei loro abitanti. Molto spesso ci sorprenderemo a girovagare per i vicoli e le case, trascurando la trama principale, unicamente per scovare qualche piccola testimonianza lasciata da chissà chi, spinti oltre che dalla mera curiosità anche da un umano e comprensibilissimo desiderio di sentirsi meno soli.

Frammenti di un omicidio

James è dotato di una personalità sfuggente, talmente subdola da riuscire ad ingannarci fino alla fine dell’avventura, capace come è di nascondere la sua vera natura. Inizialmente, non appena si imbatterà nella prima mostruosità che si aggira indisturbata per Silent Hill, saremo spinti a difenderlo, poi ci divertiremo sicuramente a fargli compiere azioni che nessuna persona sana di mente si sognerebbe mai di fare in simili circostanze (saltare in voragini buie, mentre si odono in lontananza urla disumane non è certo da tutti!), in seguito ci ritroveremo a chiederci se tutto quello a cui abbiamo assistito corrisponda a verità, quindi, molto probabilmente finiremo con l’odiarlo e maledirci per averlo aiutato a portare a termine il suo viaggio. Alla luce di tutto ciò, quindi, come non avrebbe potuto un simile personaggio non rimanere indelebilmente impresso nelle nostre menti? La figura di James è simile ad un complesso puzzle, i cui pezzi sono sparsi per le strade di Silent Hill, anche essi avvolti dalla nebbia perenne che abbraccia la spettrale cittadina americana, un puzzle il cui soggetto subirà parecchie variazioni durante il corso dell’avventura. Grazie alla diabolica magia che permea le strade di Silent Hill questi tasselli saranno resi tangibili attraverso le sparute figure umane che si andranno ad incontrare lungo il percorso (più spirituale di quanto Konami voglia farci credere) che il nostro eroe si ritroverà ad affrontare. Ecco allora che finalmente sarà possibile dare un senso alla figura della piccola Laura, quasi una sorta di moderno grillo parlante, che tenterà in tutti i modi di far aprire gli occhi a James, nel tentativo di mettere a nudo la sua anima e renderlo, finalmente, consapevole di quale sia la sua vera colpa. E che dire di Eddie, il ragazzo che non esita ad uccidere pur di trovare la propria pace interiore, desideroso di riprendere il pieno possesso della propria vita. Poi abbiamo Angela, vera e propria personificazione del senso di colpa che sta squarciando James, un rimorso causato dall’aver ferito irrimediabilmente i propri affetti più cari, anteponendo la riconquista della propria libertà ad ogni altro sentimento. Ed infine è impossibile non citare Mary, la personificazione dei desideri di James, quel sogno proibito di felicità che era stato brutalmente distrutto dall’avanzare della malattia dell’amata. È dunque interessante notare come, a differenza del capitolo precedente, Konami si sia servita del suo attore digitale per fare (finalmente) un po’ di chiarezza su quello che è il reale significato di Silent Hill: gli incontri che James avrà con gli unici essere umani condannati a vagare assieme a lui in quello scenario da incubo altro non sono che le personificazioni del suo subconscio, una materializzazione delle sue ambizioni e delle sue paure. Quello che dovrà intraprendere James, quindi, sarà un viaggio all’interno del proprio io, un viaggio che, grazie alla inquietante Silent Hill, gli consentirà di venire a contatto con i suoi dubbi e starà a noi decidere quale sarà l’esito di tale confronto. Emblematica è la scena con cui si apre il gioco, nella quale vediamo James rinchiuso in un bagno della città intento ad osservarsi nervosamente allo specchio, come se fosse in cerca di un qualche cosa che ancora non siamo in grado di identificare. È forse in questa immagine che si può racchiudere il senso della storia di James: simile ad un novello Dante dovrà compiere un percorso di redenzione, il cui epilogo però apparirà tutt’altro che scontato.

A mai più rivederci

È impossibile stabilire se e quando rivedremo James. La speranza che ogni amante dei videogiochi cova in fondo al proprio cuore, ci sentiamo di dire, è che la sua storia si possa considerare definitivamente conclusa: in fondo tutto quello che dovevamo sapere ci è stato sapientemente rivelato nel corso della sua avventura. Ogni altro tassello che chiunque si dovesse sentire in dovere di portare alla luce risulterebbe soltanto un goffo tentativo di aggiungere parole vuote, che sicuramente niente andrebbero ad aggiungere a questa violenta, ma allo stesso tempo poetica e malinconica, storia.
James, ci auguriamo che tu abbia trovato finalmente la tua pace, sia essa nelle profondità del lago Toluca, oppure di fianco alla tua amata, sia essa Mary o Maria.