Toukiden
Prendiamo una straziante storia d’amore, una di quelle con il classico ragazzotto prima sedotto e poi crudelmente abbandonato dalla propria amata al culmine del più felice degli idilli sentimentali. Il proseguo, poi, è il medesimo di sempre, con il cuore infranto alla disperata ricerca di riconquistare la propria bella o, in alternativa, di individuare il proprio ideale nell’animo di altre donne. Ecco, sostituite i protagonisti di questa storia con Sony e Monster Hunter e, forse, vi saranno più chiari gli sforzi compiuti dalla compagnia nipponica per riportare a casa un genere capace di fare la fortuna del suo handheld: Soul Sacrifice, Ragnarok Odyssey, God Eater 2 e il nuovo arrivato (almeno per noi occidentali) Toukiden, difatti, altro non sono che i prodotti di questa ricerca spasmodica di un felice legame. E proprio il lavoro di Omega Force ha visto da pochissimo il rilascio di una corposa demo sul PSN nostrano: ma sarà vero amore?
di: Simone CantiniPrendiamo una straziante storia d’amore, una di quelle con il classico ragazzotto prima sedotto e poi crudelmente abbandonato dalla propria amata al culmine del più felice degli idilli sentimentali. Il proseguo, poi, è il medesimo di sempre, con il cuore infranto alla disperata ricerca di riconquistare la propria bella o, in alternativa, di individuare il proprio ideale nell’animo di altre donne. Ecco, sostituite i protagonisti di questa storia con Sony e Monster Hunter e, forse, vi saranno più chiari gli sforzi compiuti dalla compagnia nipponica per riportare a casa un genere capace di fare la fortuna del suo handheld: Soul Sacrifice, Ragnarok Odyssey, God Eater 2 e il nuovo arrivato (almeno per noi occidentali) Toukiden, difatti, altro non sono che i prodotti di questa ricerca spasmodica di un felice legame. E proprio il lavoro di Omega Force ha visto da pochissimo il rilascio di una corposa demo sul PSN nostrano: ma sarà vero amore?
C’era una volta, in un villaggio lontano…
Come già successo con la nuova IP creata da Keiji Inafune, anche Toukiden si affaccia sui mercati non nipponici grazie ad una corposa versione dimostrativa, contenente tutto il primo capitolo e parte del secondo: si parla di circa 10 ore di giocato, diciamo un lasso di tempo più sufficiente a fornire un’ampia panoramica del titolo Omega Force. Per evitare sorprese rinunceremo, almeno in questa occasione, ad approfondire l’aspetto narrativo di Toukiden e ci concentreremo sulle caratteristiche più macroscopiche del gameplay che, ci teniamo a chiarirlo sin da subito, strizza ben più di un occhio a quella killer application che risponde al nome di Monster Hunter. A partire da quello che possiamo considerare l’HUB di gioco, ovvero il villaggio di Utakata, in cui ci ritroveremo a vestire i panni di uno Slayer, un gruppo di guerrieri chiamati a difendere il territorio dall’invasione degli Oni. Da qua potremo facilmente accedere ai vari negozi che ci permetteranno di acquistare e vendere oggetti ed equipaggiamenti, potenziare gli stessi ed accedere a tutte le schede enciclopediche relative a personaggi, mostri ed ambientazione. Qua potremo anche discorrere con i vari alleati, al fine di stringere con loro dei legami (in modo non dissimile a quanto visto in Persona 4) e ottenere così svariati bonus, oltre che sbloccare alcune quest secondarie.
Trova, mira e affetta
Ovviamente, però, il cuore pulsante di Toukiden risiede nella caccia agli Oni e per farlo sarà prima indispensabile dare vita al nostro alter ego. Tralasciata la basilare customizzazione estetica, giungerà il momento di scegliere la nostra arma (tra un gruppo di 6), fattore che andrà ad incidere in modo consistente sull’approccio agli scontri: avremo spade, pugnali, arco, lancia, guanti da guerra e la combo falce/catena. Ognuna di esse, oltre ad avere il proprio set di mosse e combo, differenzierà per raggio di azione e velocità di esecuzione dei colpi, elementi che saranno determinanti per stabilire le varie strategie di ingaggio. I comandi di azione sono impartiti tramite la pulsantiera frontale, con due tasti demandati a gestire gli attacchi, uno il classico salto e l’ultimo per accedere ad un boost temporaneo della potenza. A partire da un certo punto del gioco, però, entreremo in possesso di un particolare artefatto, chiamato Mitama (anime di potenti guerrieri del passato), che permetterà di accedere ad un ulteriore set di mosse, accessibili tramite la pressione del dorsale destro: simili a personaggi di supporto, ogni Mitama garantirà un preciso range di opzioni, sia di difesa che di offesa, le quali potranno essere potenziate grazie ai punti esperienza ottenuti in combattimento, oppure tramite il tempio del villaggio di Utakata. Tutto viene gestito tramite la consueta visuale in terza persona, oramai vero marchio di fabbrica del genere inaugurato da Monster Hunter, all’interno di arene collegate tra loro in maniera non dissimile a quanto visto nella saga Capcom o nella stessa serie Dynasty Warriors. Le missioni che abbiamo provato in questo assaggio di Toukiden sono risultate abbastanza classiche, spaziando da semplici raid in cui dovremo liberarci di Oni di piccola taglia, a missioni di ricerca, sino ad arrivare agli scontri con le creature più imponenti. È in questi frangenti che la natura derivativa del lavoro di Omega Force compie un ulteriore saccheggio, stavolta ai danni di Soul Sacrifice: toccando il nostro avatar, difatti, avremo accesso ad un epigono del già sperimentato Occhio dell’Anima, indispensabile per scovare i punti deboli del nemico di turno, al fine di concentrare in tali sezioni i nostri colpi. Una volta recisa la parte del corpo indicata sarà, infine, necessario purificarla tramite l’apposito riutale, onde evitare che questa si rigeneri rendendo più lungo e difficoltoso lo scontro. Il gioco sviluppato da Mikami, inoltre, ricorre anche in un altro aspetto: ogni mostro ucciso potrà essere purificato, tenendo premuto il dorsale destro, per liberare la sua anima ed ottenere oggetti e, nel caso di creature di una certa rilevanza, le Mitama. Al termine di ogni missione, come di consueto, saremo ricompensati con denaro (Haku) ed ulteriori materiali, indispensabili per ottenere nuove armi o potenziare quelle già in nostro possesso.
Questione di stile
Sarà una copia carbone di tanti altri giochi però, è bene chiarirlo subito, a livello prettamente ludico Toukiden sembra funzionare. E lo fa in modo onesto, non rinunciando a mostrare il suo voler essere un epigono riuscito di Monster Hunter che, in fondo, è quello che Sony (come dicevamo in apertura) sta disperatamente cercando di ritrovare. Certo non mancano alcune sbavature, prime tra tutte un sistema di lock dei nemici non precisissimo, oltre ad una storia che, almeno in queste fasi preliminari, non fa niente per brillare ed elevarsi al di sopra dell’essere un mero canovaccio. La pecca più grande che abbiamo ad oggi riscontrato, difatti risiede tutta nella carenza di uno stile forte e caratteristico, fattore che invece era riuscito a fare la differenza in Soul Sacrifice. Se è vero che la creatura di Japan Studio peccava in termini di approccio alle varie battaglie, finendo con l’essere un mero elenco di scontri, era tutto il substrato narrativo messo in piedi dal team ad allontanare il gioco dalla totale banalità. La storia diMagusar e la mitologia di quel mondo devastato erano riuscite a relegare quasi in secondo piano una realizzazione tecnica non certo eccellente ed una varietà tutt’altro invidiabile. Sotto questo aspetto, invece, Toukiden pare essersi limitato a svolgere il diligente compitino ma, visti i trascorsi di Monster Hunter, la strada più giusta da compiere in simili frangenti pare proprio quella intrapresa da Omega Force: e le vendite giapponesi sono qua a dimostrarlo.
Toukiden, almeno in questo primo incontro, non incanta o ammalia grazie ad articolati e sperimentali artifici, anzi, si siede molto comodamente all’interno del rassicurante solco tracciato da Capcom nel corso degli anni. Questo almeno per quanto riguarda l’esperienza in singolo, fulcro portante di questa demo. Riguardo al multiplayer (sino a 4 giocatori) possiamo dire ben poco, dato che trovare una lobby disponibile si è rivelata un’impresa quasi impossibile. Ma c’è da scommettere che anche in questo caso le sorprese difficilmente si presenteranno davanti ai nostri occhi in occasione della release finale. Per ora ci limitiamo a dire che per essere un Monster Hunter wannabe le carte messe in tavola da Omega Force sono più che valide. Certo, manca tutto il senso di novità, ma in fondo al cuore non si comanda. O no?