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I DLC e i loro prezzi

Chiamasi DownLoadable Content, o piu' semplicemente DLC, oggetti di gioco che vengono rilasciati con una certa regolarita' dalle Software House per ampliare l'esperienza base che un loro titolo e' in grado di offrire. In questi ultimi anni siamo stati abituati a vedere la pubblicazione di sempre piu' DLC tra gli scaffali virtuali del PSN o di Xbox Live, talvolta gratuiti. Ma il loro prezzo e' giustificato?

di: Giorgio "Nadim" Catania

Chiamasi DownLoadable Content, o più semplicemente DLC, oggetti di gioco che vengono rilasciati con una certa regolarità dalle Software House per ampliare l’esperienza base che un loro titolo è in grado di offrire.

In questi ultimi anni siamo stati abituati a vedere la pubblicazione di sempre più DLC tra gli scaffali virtuali del PSN o di Xbox Live, talvolta gratuiti.
L’obiettivo delle SH è quello di riuscire sia a vendere, tramite queste stesse espansioni, qualche copia in più dei loro giochi, sia quello di racimolare alcuni euro extra senza dover attingere a troppe risorse lavorative ed economiche. Ciò che però spesso è altamente criticabile è il prezzo a cui queste espansioni vengono cedute al povero (nel vero senso della parola) consumatore.
Fin troppo spesso ci è capitato infatti di dover assistere al rilascio di nuove mappe per l’FPS di turno ad una “modesta” cifra che si aggira tra i 7 e i 10 euro.
Per quanto queste arene virtuali possano essere belle, bisogna ammettere che spendere tanti soldi per averne un paio in più tra quelle già disponibili potrebbe essere considerato dai più un piccolo “furto”.
In fin dei conti, se ci pensate bene, quanto allungheranno effettivamente la longevità al titolo espansioni simili? Magari giocherete qualche oretta in più al Call of Duty, all’Halo o al Killzone di turno, certo… ma pensateci un istante di più.
Molti utenti comprano i giochi da loro più attesi al Day-One, il giorno ufficiale in cui se ne comincia la vendita presso i negozi, spendendo somme che si aggirano tra i 50 e i 70 euro.
Il titolo di base cosa contiene? L’immancabile campagna offline, una possibile modalità cooperativa della stessa, varie modalità multiplayer (di solito contenenti una manciata di mappe standard) e alcuni extra più o meno succosi.
Tutto questo, lo ripetiamo, per una cifra tra i 50 e i 70 euro.
Una, due o magari anche cinque settimane dopo (così come potremmo parlare di mesi), le SH capiscono che creando alcuni DLC potrebbero ottenere qualche altro buon guadagno dal gioco in questione. Ed ecco che, riprendendo in mano il materiale che hanno usato precedentemente per la programmazione della versione base del loro titolo, spesso quindi evitando di affaticarsi per creare qualcosa di originale, preparano in poco tempo nuovi contenuti da poter vendere successivamente.
A volte, e questo sembra davvero il colmo, alcuni DLC vengono rilasciati in contemporanea, o quasi, con il titolo base. In questi casi sembra quasi che le SH abbiano mutilato di proposito la loro nuova creazione per venderla in due parti: la prima, quella su disco, per concedere al giocatore il divertimento “base”, e la seconda per poter avere ulteriori incassi senza alcuno sforzo.
I “capi” delle case in questione, poi, possono smentire questo fatto quando e come vogliono, ma ciò non toglie che la loro strategia sia sbagliata nei confronti del consumatore.
Alcuni si ricorderanno l’eclatante caso della modalità Versus di Resident Evil 5, un file dalle dimensioni ridicole venduto a 4.99 €. Insomma, una specie di chiave che sbloccava contenuti già presenti su disco.
Ora si parla di nuove espansioni per questo bel gioco, e i prezzi di cui si è sentito parlare sembrerebbero molto più bassi di quanto si potrebbe temere: che Capcom voglia riscattarsi agli occhi dei fan?
Ma anche Dragon Age: Origins non si dimostra da meno. Appena uscito il gioco nei negozi, infatti, sono comparsi online i primi due DLC, rigorosamente a pagamento (ad un prezzo di 9.99 € e di 14.99 €). Verrebbe da chiedersi perché, essendo già pronti all’uscita del titolo, BioWare non li abbia dati fin da subito ai giocatori nella versione base del gioco. Ma qui nasce un’incongruenza: alcune copie di Dragon Age contengono già al loro interno i codici per sbloccare una delle due espansioni senza alcuna spesa extra. Solo alcune copie però. Così il consumatore si pone una domanda completamente differente: perché alcuni giocatori allora hanno ricevuto i codici extra e altri no? In fin dei conti il prezzo pagato per avere il disco è lo stesso.
Vuol dire quindi che esistono differenze nella distribuzione, che alcuni negozi ricevono qualcosa in più e altri qualcosa in meno, e che i consumatori finali quindi vengono divisi in categorie differenti?

In altri casi, addirittura, i DLC vengono creati e rilasciati con una tale fretta da risultare poi difettosi e zeppi di bug.
L’esempio più lampante è quello di Fallout 3. Per quanto il titolo originale sia bello, le varie espansioni rilasciate da Bethesda (Operation Anchorage, The Pitt, Broken Steel, Point Lookout e Motership Zeta) su Xbox 360 erano, inizialmente, così piene di bug da minacciarne seriamente la bontà. La SH dovette rilasciare in fretta delle patch per aggiustare tali magagne, probabilmente sfuggite agli occhi vigili dei programmatori durante la fase di sviluppo.
Ora questi DLC sono finalmente sbarcati anche su PS3, e verrebbe da pensare che non soffrano di alcun problema. I ragazzi di Bethesda ne hanno avuto di tempo per convertire questi oggetti di gioco dalla versione 360 a quella PS3, e visto i precedenti avranno sicuramente posto più attenzione durante i lavori.
Mai pensiero fu più errato.
Le espansioni sono uscite, questo sì (anche se con mesi di ritardo, specialmente sullo Store Europeo, giusto per ricordare che gli europei sono cittadini di “seconda categoria”), e così piene di difetti da risultare in taluni casi inutilizzabili, per la serie “sbagliando si impara”. La GOTY, versione su disco che ha rispettato le scadenze iniziali, è giunta nei negozi e alcuni (molti) utenti che l’hanno comprata hanno denunciato un prodotto fatto davvero male, capace di rovinare l’esperienza intera che un titolo quale Fallout è in grado di regalare. Il tutto a prezzi esorbitanti.
Un vero peccato, visto le idee interessanti alla base di ciascuno dei cinque DLC, pregni di atmosfera e originalità.