Articoli

Adesso chi è l’infame?

Secondo voi e' meglio essere degli Eroi, pronti ad aiutare i piu' deboli e a sconfiggere i nemici di turno, o degli Infami, che combattono semplicemente per il proprio tornaconto? La risposta non e' mai semplice e scontata come potrebbe sembrare, soprattutto se si vestono i panni dei potenti e immortali protagonisti di un videogioco. Oggi pero' si affacciano sul mercato sempre piu' titoli in cui le software house danno al giocatore stesso la possibilita' di decidere da che parte schierarsi, se con i piu' bisognosi o con i piu' potenti. Voi da che parte state?

di: Giorgio "Nadim" Catania

Quale strada percorrere?

Dopo tutti gli esempi riportati, sembra giusto accennare un po’ al divertimento che si prova nel percorrere vie alternative d’innanzi allo stesso dilemma.
Perché quindi, scegliere di essere degli Eroi?
Beh, scegliere la “Luce”, come direbbero molti, in un videogame rappresenta un po’ quello che le brave persone vorrebbero essere, ovvero dei modelli da seguire, da imitare. Su inFamous, giusto per continuare a parlare del primo tra i titoli riportati, fa sempre piacere al giocatore giungere in volo al centro di una strada dilaniata da conflitti, fermare lo scontro nel migliore dei modi e, se necessario, salvare i poveretti in fin di vita che si sono trovati lì nel momento sbagliato.
La gente così, dopo aver assistito al nostro coraggio, si avvicina e applaude, scattando a Cole, che rappresenta indirettamente il giocatore stesso, delle foto, festeggiando quindi il suo (o nostro, se preferite) arrivo.
E il giocatore, che nella realtà nulla ha davvero fatto, prova così una soddisfazione che, per quanto sia intangibile, non ha pari. Sebbene tutto quanto sia accaduto in un semplice videogame, lui comunque sa che ha salvato il mondo, ancora una volta, dall’ennesima terribile minaccia. Tutto ciò è solo una fantasia (di chi gioca e della software house che glielo permette), ma colui che ha scelto la via della Luce di sicuro penserà: “Un giorno, magari, riuscirò davvero a fare del bene così come Cole lo sta facendo in questo videogioco…”.
Certo, in tutto ciò c’è anche qualche leggero cenno di megalomania (nessuno me ne voglia), ma in fondo il giocatore sa che ha fatto la scelta giusta. Sta poi al gioco stesso decidere se premiarlo per la sua bontà d’animo, o lasciare che sia la soddisfazione il premio più grande.
Questo vale per chi vuole essere un Eroe. Ma per chi, una volta tanto, volesse divenire l’Infame?
Scegliere l’“Oscurità” o il Male è una tentazione che tutti, nel nostro piccolo, abbiamo provato almeno una volta.

Perché salvare quella gente virtuale dalla follia dilagante? Viene da pensare: “Meglio forse eliminare questi sfigati e dimostrare ai superstiti che sono io, e solamente io, colui che comanda?”. Bisogna ammettere che, rimanendo esclusivamente in ambito videoludico, può essere davvero divertente svolgere una volta tanto il ruolo dei cattivi.
D’altronde, come detto a inizio articolo, i giocatori sono stati abituati fin da sempre a impersonare l’eroe privo di ogni sbavatura, sempre pronto a fare quello che va fatto per il bene comune. E quale occasione migliore per provare ad essere l’antagonista, se non in un videogioco? Così il giocatore è libero di sfogare la sua rabbia repressa, distruggendo tutto ciò che gli pare, imponendo le sue leggi, non facendo calpestare i suoi (sbagliati) diritti da chicchessia. E non ci sarà nessuno che proverà a fermarlo, facendogli la predica su ciò che è bene e su ciò che è male. Nessuno gli dirà di rigare dritto, nessuno lo rimprovererà per quello che ha fatto o sta ancora compiendo. Almeno per una volta, si può quindi provare ad essere cattivi, senza al contempo esserlo veramente.
“Questo si che è divertente!”, penserete certamente. Però inconsciamente tutti voi sapete che, per quanto tutto ciò sia divertente, ci vorrebbe davvero un gran bel coraggio, oltre che una gran dose di follia, a fare quello che certi anti-eroi dei videogiochi fanno. Per questo compiere azioni simili è divertente solamente in un videogioco, e non nella realtà.
Ma, se è vero che fare gli Eroi può sembrare per bacchettoni, è davvero divertente scegliere ogni volta di essere cattivo?

Eroi o Infami?

L’esempio finale degno di essere riportato in questo articolo, prima di concluderlo, per rispondere all’ultima domanda è quello riguardante il discusso Modern Warfare 2. L’ultima fatica di Infinity Ward, che ha venduto milioni di copie in pochissimi giorni, ha fatto parlare di sé già prima dell’uscita per i contenuti forti di una sezione di gioco. Il giocatore, in una delle prime missioni, assume l’identità di un agente della CIA infiltrato in una cellula terroristica russa e viene portato in un aeroporto civile per seminare morte e distruzione. Sta a lui decidere se aprire o meno il fuoco contro gli inermi cittadini, che cercano di sfuggire al massacro.
Nessuno avrebbe il coraggio di farlo in una situazione reale, ma in un videogioco dove tutto è lecito, perché non “divertirsi”, appunto?

In fin dei conti nessuno rimarrà realmente ferito o ucciso. Le urla di quegli uomini e di quelle donne che si trascinano per terra agonizzanti non rimarranno certo impresse nella mente del giocatore la notte, né tantomeno i proiettili sparati contro coloro che fuggivano verso l’uscita gli impediranno di dormire. Né proverà rimorso per quelle decine di poliziotti, intervenuti coraggiosamente per fermarlo, massacrati senza timori. Ma se tutto questo, che non è reale, come già detto non è nemmeno immorale, perché in quella missione molti giocatori hanno desistito dal premere il grilletto del controller? O perché in tanti hanno preferito usare i loro poteri elettrici per salvare una città, o hanno scelto il Lato “Chiaro” della Forza per fermare una tirannia, o hanno vagato per la Zona Contaminata aiutando il prossimo, o hanno donato nuova vita a quelle povere bambine, anziché negargliela?
E perché altri, invece, non hanno avuto pietà di fronte a quei personaggi che la imploravano, distruggendo intere città con poteri demoniaci, tradendo gli amici e uccidendo centinaia di innocenti?
Tutto questo sarebbe deprecabile, a dire poco, nella realtà. Ma, come dicevamo prima, in un videogioco? Si può parlare di moralità o di semplice divertimento?
Perché in fondo, bisogna ammetterlo, è sempre facile fare del male, tanto nel mondo vero che, figuriamoci, in un videogioco! Ciò che è davvero difficile, ciò che mette alla prova veramente le persone, però, è scegliere la retta via e continuarla sempre a seguire, anche se ci si ritrovasse nella più fitta delle selve oscure. Perché solo chi riesce a percorrerla tutta, alla fine, proverà quella che è vera soddisfazione. E guardandosi indietro, con un sorriso sulle labbra, osserverà con muto stupore tutte le difficoltà e gli ostacoli incontrati e superati.

Insomma, per farla breve… adesso chi è l’Infame?

 

DISCUTINE SUL FORUM