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Soul Sacrifice

Keiji Inafune non ha certo bisogno di presentazioni: basterebbe citare soltanto il nome di Megaman per comprendere la levatura del game designer nipponico. Proprio per questo l’annuncio di un suo progetto diretto esclusivamente a PS Vita aveva reso felici i possessori della nuova console portatile della compagnia di Tokyo, che oramai orfani di una saga milionaria come Monster Hunter hanno sin da subito accolto con speranza Soul Sacrifice. Uscito da qualche mese in Giappone, questo nuovo action/rpg è prossimo anche al debutto europeo e noi, grazie a Sony, siamo riusciti a mettere le mani su di una corposa demo che ci ha permesso di tastare con mano le fasi iniziali del gioco.

di: Simone Cantini

Keiji Inafune non ha certo bisogno di presentazioni: basterebbe citare soltanto il nome di Megaman per comprendere la levatura del game designer nipponico. Proprio per questo l’annuncio di un suo progetto diretto esclusivamente a PS Vita aveva reso felici i possessori della nuova console portatile della compagnia di Tokyo, che oramai orfani di una saga milionaria come Monster Hunter hanno sin da subito accolto con speranza Soul Sacrifice. Uscito da qualche mese in Giappone, questo nuovo action/rpg è prossimo anche al debutto europeo e noi, grazie a Sony, siamo riusciti a mettere le mani su di una corposa demo che ci ha permesso di tastare con mano le fasi iniziali del gioco.

Topo in gabbia

Morte e dolore. Questi sono i due temi che segnano l’inizio dell’avventura del nostro alter ego, imprigionato per una non meglio precisata ragione dallo stregone Magusar e in attesa di essere da questi brutalmente ucciso. E il consumarsi di tale logorante attesa vede un altro sventurato nostro pari perire per volontà del crudele carceriere: ma la morte del nostro compagno di agonia non sarà vana, dato che ci permetterà di entrare in possesso di Librom, un misterioso tomo parlante che ci rivelerà di essere in possesso degli strumenti utili alla nostra salvezza. Le sue pagine, difatti, permettono al chiunque le sfogli di vivere in prima persona le esperienze in esse narrate, di modo da forgiarne la forza e renderlo capace di padroneggiare la magia. E quale miglior modo di fuggire può esserci, se non prendere possesso delle memorie di Magusar, precedente proprietario di Librom, al fine di carpirne i segreti più oscuri?

Salvatore o carnefice?

Sfogliate le prime pagine del tomo, la demo ci catapulta subito nel bel mezzo dell’azione, in compagnia della maga Sortiara, all’interno del primo capitolo delle vicende, che ha anche il compito di fungere da corposo tutorial. Il titolo Sony si presenta, come già detto, come un canonico action/rpg con visuale in terza persona, ma invece di fare leva su un quantitativo spropositato di armi ed armature, il fulcro del sistema di offesa e difesa è basato sull’utilizzo di incantesimi (se ne possono equipaggiare sino a 6 differenti), richiamabili tramite la pressione della pulsantiera destra. Tramite la croce direzionale, invece, si attiverà una sorta di visione ad infrarossi, indispensabile per individuare i punti deboli delle creature e gli altrimenti invisibili (ed indispensabili) power up disseminati lungo le aree di gioco. Le novità apportate da Soul Sacrifice, comunque, emergono in toto nel momento in cui abbiamo la meglio su uno dei nostri avversari e dovremo decidere se sacrificarli oppure salvarli. Entrambe le scelte portano con sé delle conseguenze: nel primo caso potremo aumentare il nostro potere magico, mentre nell’altro vedremo aumentata la nostra energia. È bene quindi scegliere di volta in volta l’azione più conveniente al nostro status. Le uccisioni, inoltre, ci permetteranno di entrare in possesso delle anime degli sconfitti, indispensabili per attivare i sigilli di potere che è possibile incastonare nel braccio destro del nostro eroe: questi fungono da modificatori di stato e possono garantire svariati bonus. Il punto focale in cui è racchiusa l’essenza del titolo, però, è costituita dai Rituali Oscuri, potenti incantesimi che possono essere attivati soltanto sacrificando parte del nostro corpo. Tali mutilazioni, oltre ad avere un effetto devastante sugli avversari, influiscono attivamente anche sul nostro personaggio, diminuendone le prestazioni. Fortunatamente, al termine di ogni missione, è possibile curare le menomazioni pagando un prezzo che andrà progressivamente aumentando in seguito all’abuso di simili tecniche. Il sacrificio è un elemento presente anche in caso di sconfitta del nostro eroe, il quale potrà scegliere di immolarsi per aiutare gli altri giocatori ancora in lotta sotto forma di spirito: in queste occasioni sarà sufficiente toccare i corpi degli avversari per indebolirne le caratteristiche. In alternativa si potrà chiedere aiuto ai propri alleati, per convincerli a curare le nostre ferite e permetterci di proseguire la lotta. Un’opzione interessante, questa, che ci auguriamo troverà ampio spazio all’interno del comparto multigiocatore. Un assaggio delle funzioni cooperative del gioco ci viene, comunque, presentato dalla demo: ad un certo punto dell’avventura, difatti, sarà possibile impiegare in battaglia le anime dei mostri più potenti che sceglieremo di non sacrificare. Questi personaggi, mossi dall’IA, differiranno per caratteristiche e poteri e sarà quindi opportuno valutare quale scegliere come alleato a seconda della missione che affronteremo. L’offerta, almeno stando a questo primo assaggio, si presenta quindi assai ricca e stimolante, complice anche un combat system che, superato il comprensibile spaesamento iniziale, si è rivelato molto tattico, ben calibrato e ricco di spunti originali ed interessanti.

Il rilascio della demo pubblica di Soul Sacrifice ci ha permesso di poter, finalmente, toccare con mano anche il comparto multigiocatore del gioco Japan Studio. Le opzioni, come era prevedibile vista la tipologia di gioco, sono ridotte all’osso e ci permettono unicamente di creare una stanza, stabilendone i vari parametri (livello ed eventuali restrizioni), entrare in una già esistente tra quelle presenti sui server, oppure di lanciarci nella mischia senza troppo sbattimenti scegliendo la classica partita rapida. A questo punto, qualunque sia la nostra scelta, saremo raggiunti da un massimo di altri 3 giocatori, con i quali potremo interagire attraverso un sistema di chat preconfezionato, oppure (se sono tra i contatti) tramite la chat vocale ospitata su PS Vita. Una volta formato il party, scelta la missione da giocare e l’equipaggiamento non dovremo fare altro che collaborare per avere la meglio sulle varie creature. Sotto l’aspetto ludico la componente online ricalca fedelmente l’esperienza già sperimentata in singolo, anche se abbiamo avuto la sensazione che le varie quest subiscano un considerevole innalzamento della difficoltà se affrontate in compagnia di alleati in carne ed ossa. Piacevolmente rapido il matchmarking, mentre il netcode è risultato stabile e privo di episodi di lag o rallentamenti. Speriamo solo che tutta questa bontà non si dovuta unicamente all’esiguo numero di player disponibili al momento della nostra prova.

 

Oltre la vista

Graficamente l’impatto iniziale con Soul Sacrifice lascia un po’ di amaro in bocca, a causa di una realizzazione tecnica che di certo non mette a dura prova l’hardware di PS Vita: le inquadrature ravvicinate, difatti, evidenziano un set di texture talvolta sin troppo slavate, mentre la modellazione poligonale sfigura anche al cospetto di un titolo di lancio come Uncharted: Golden Abyss. Fortunatamente, un po’ come avvenuto per l’accoppiata Demon’s/Dark Souls, a spazzare via le perplessità estetiche ci pensa una direzione artistica invidiabile, capace di trasmettere perfettamente tutta la cupezza e la brutalità del mondo creato da Inafune. Sotto questo aspetto è doveroso citare i numerosi scritti che andranno progressivamente a popolare le pagine di Librom, indispensabili per calarsi completamente all’interno della mitologia ideata dal papà di Megaman ed avere indizi su quelli che sono i punti deboli delle varie creature. A svettare su tutto, comunque, è il design delle varie creature che ci troveremo ad affrontare, splendidamente grottesche nelle loro deformità ed aberrazioni. Maestoso il comparto sonoro, forte della sinergia tra Yasunori Mitsuda (Chrono Trigger) e Wataru Hokoyama (Africa): le melodie ascoltate spaziano da malinconici temi interamente eseguiti al pianoforte, a pezzi più incalzanti che ben si amalgamano con le varie sfide.

Aspettative ripagate? Al momento questo nostro primo contatto con Soul Sacrifice non può fare altro che alimentare l’ottimismo, grazie ad un combat system profondo e discretamente innovativo, a cui si affianca una direzione artistica di primo ordine. Resta solo da capire come si evolverà il gameplay nel proseguire dell’avventura e se riuscirà ad evitare il ripetersi di missioni fotocopia.