Codex Naturalis
di: Simone CantiniChi lo ha detto che i giochi da tavolo moderni debbano per forza di cose essere un agglomerato turbinante di regole, carte, pedine e quanto altro la perversa mentre di un creativo possa partorire? Stando alle parole del vecchio Steve Jobs, less is more, ed in questo elementare aforisma risiede tutta l’essenza di Codex Naturalis. Il gioco ideato da Thomas Dupont, illustrato da Maxime Morin e distribuito da Cranio Creations (che ringraziamo per avercene fornito una copia), sposa alla perfezione queste tre parole, regalandoci un piacevole ed asciutto filler, in grado di divertire senza strafare, grazie ad una manciata risicata di semplici regole. Ed il tutto è pure accompagnato da una realizzazione tecnica assolutamente pregevole, che non può mai guastare in questi casi.
Di lupi, funghi e farfalle
Si parte subito bene non appena si entra in contatto con Codex Naturalis, vista l’elegantissima e compatta confezione metallica che contiene tutto il necessario per iniziare a giocare. Tali elementi comprendono un piccolo tabellone segnapunti in solido cartone, delle pedine in legno da utilizzare come counter da ciascun giocatore (si gioca in minimo 2 fino ad un massimo di 4) e vari mazzi di carte, dalle dimensioni assai ridotte ma anche pregevolmente illustrate, oltre che stampate su di un cartoncino assai robusto. Le meccaniche di gioco sono alquanto semplici da metabolizzare, al punto che ci metterete di più a leggere questa recensione che a prendere confidenza con le varie dinamiche.
Una aperta la scatola, dovremo piazzare sul tavolo il mazzo composto da 40 carte Risorsa, di cui scopriremo le prime due; lo stesso faremo con le carte Oro ed il mazzo degli Obiettivi, così da svelare i due task opzionali comuni a tutti i partecipanti. Fatto ciò, ciascun giocatore pescherà due carte Risorsa ed una carta Oro, che andranno a costituire la mano di gioco, oltre ad un Obiettivo da tenere segreto ed una carta iniziale, da cui prenderà via il gioco vero e proprio.
Durante ciascun turno di gioco, ogni giocatore piazzerà sul tavolo una carta (scegliendo il fronte o il retro), che dovrà coprire un solo angolo di almeno una delle altre presenti sul proprio lato. Fatto questo potrà scegliere una di quelle scoperte presenti sul tavolo (che andrà poi rimpiazzata con una nuova), oppure optare per la prima coperta di uno dei due mazzi. Obiettivo del gioco sarà quello di raggiungere per primi i 20 punti, così da stoppare il tutto e procedere al conteggio degli obiettivi (comuni e non).
Già, ma cose si ottengono i punti? Il modo più semplice è quello di sfruttare le carte Risorsa caratterizzate da un valore (e non tutte lo saranno): queste, una volta giocate con successo, ci permetteranno di avanzare sul tabellone del medesimo numero di punti su di esse riportate. Lo stesso vale per le ben più remunerative carte Oro, che per poter essere posizionate necessiteranno di avere visibili sul tavolo, ad inizio turno, i simboli indicati su ciascuna di esse.
Come detto, una volta raggiunti i 20 punti tramite il piazzamento delle carte, arriverà il momento di verificare anche gli Obiettivi: questi ci chiederanno di avere in gioco un certo numero di simboli, oppure di aver dato vita a precise composizioni di carte. Per quanto quasi tutti molto simili tra di loro, gli Obiettivi riescono a fornire quel pizzico di imprevedibilità ulteriore ai match, dato che un’attenta pianificazione potrebbe portare ad un ribaltamento di fronti mai del tutto scontato. Insomma, arrivare a 20 va bene, ma potrebbe non essere sufficiente…
Si tratta di un mix di strategia e pianificazione che, come già detto, è più complesso da spiegare che da giocare e che riesce a dare il via a partite rapide e divertenti, che non porteranno via mai più di 20-25 minuti. Difficile davvero, pertanto, trovare un difetto a questa produzione, capace di colpire nel segno sia per materiali che per struttura ludica. L’unico problema non problema, legato in definitiva a dove giocherete, è costituito dallo spazio richiesto che, a dispetto della ridotta dimensione delle carte, vista la natura ramificata del tutto necessità di una superficie abbastanza ampia.
Che dire, pertanto, di Codex Naturalis? Non sarà certo il gioco in grado di intrattenervi per ore ed ore, ma dato il suo semplicissimo ed abbordabile set di meccaniche, il titolo pensato da Thomas Dupont rappresenta un più che discreto passatempo, adatto ad ogni tipologia di giocatore. Ideale per trascorrere qualche breve momento, magari in attesa di situazioni ben più complesse, il gioco si presta anche molto bene ad essere portato in viaggio, viste le dimensioni ridottissime dell’eccellente packaging. Ovviamente a patto di avere un po’ di spazio su cui poter dar vita al nostro intricato codice.