V.I.P. 004 – Scorpion [Mortal Kombat]
La leggenda vuole che il Mortal Kombat sia un torneo organizzato da alcuni cattivoni poco raccomandabili dell'Outworld e che il succulento premio in palio sia il dominio del caro Pianeta Terra. Ciascuno dei combattenti che ne fa parte diventa cosi' un probabile salvatore dell'umanita' o il suo eterno dannatore. E ovviamente non puo' esserci un personaggio carismatico senza un'interessante storia alle spalle da raccontare; chi meglio del ninja giallo-nero piu' famoso e temibile di sempre? Il suo nome e' Scorpion, e vi avvisiamo... quando urla 'VIENI QUI!', non e' affatto un invito!
di: B1GASSNon è un caso se nel 1992 tutti volevano comprarsi un costume da ninja. Il fatto strano è che qualsiasi scusa sarebbe stata buona per indossarlo invece di aspettare con regolarità l’avvento del carnevale, di Halloween o di qualsivoglia festa in maschera. La colpa di tale pazzia collettiva era dovuta all’uscita di un nuovo videogame che da subito fece parlare di sé, facendo il giro del mondo attraverso nebbiose sala-giochi, telegiornali e persino sul grande schermo al cinema.
Stiamo parlando della nascita di una delle saghe più discusse e censurate di sempre, una serie che già nel nome che porta ha trascinato per anni un’aura di sanguinario divertimento, il torneo al quale nessuno nella “vita reale” vorrebbe mai partecipare, ma che per fortuna ne esiste (solo?) una controparte virtuale: Mortal Kombat.
Nome: Hanzo
Cognome: Hasashi
Soprannome: Scorpion
Età: 32 anni (approssimativamente)
Nazionalità: Giapponese
Occupazioni: Ex-Leader del clan ninja Shinrai Ryu, ora combattente supremo
Prima apparizione: Mortal Kombat – Midway – versione coin-op – 1992
Ultima apparizione: Mortal Kombat (alias MK9) – NetherRealm Studios – PS3 e Xbox 360 – 2011
Prossima apparizione: N.D.
Ha detto: “GET OVER HERE!” o “COME HERE!” (trad. “Vieni qui!”)
Le iscrizioni al torneo sono aperte
Come in una palestra provinciale di karate, il primissimo cabinato di Mortal Kombat (MK) invitò i giocatori senza distinzioni di età, bravura e/o persino orientamento religioso a iscriversi al torneo di “mazzate mortali”, in cambio di un semplice gettone da 200 Lire. Non era facile, per chi ha vissuto realmente la nascita di questo brand, descrivere l’emozione che si provava nell’osservare la calca di gente attorno alle postazioni di gioco, non solo in attesa del proprio turno ma anche semplicemente per assistere ai repentini scontri in diretta, come spettatori all’epoca dei gladiatori.
L’idea nacque poco meno di un ventennio fa dalla mente di Ed Boon, visionario e controverso sviluppatore a capo del team Midway, software house “storica” tenuta in vita fino all’avvento dei NetherRealm Studios, la recentissima reincarnazione. Ciò che contraddistinse da subito la serie, rispetto al già consolidato universo di picchiaduro à la Street Fighter, era una spiccata e voluta esagerazione della violenza: i giocatori potevano scegliere tra un roster di combattenti realistici e cattivi come pochi altri in circolazione (escluso Chuck Norris ovviamente, ndr), e l’eccessiva quantità di sangue unita alla mitica e intramontabile “mossa finale”, ovvero la Fatality, rappresentavano quella che era una specie di macelleria a cielo aperto.
La leggenda vuole che il Mortal Kombat sia un torneo organizzato da alcuni cattivoni poco raccomandabili dell’Outworld, una dimensione parallela alla nostra, e che il succulento premio in palio sia proprio il dominio del caro Pianeta Terra. Ciascuno dei combattenti che ne fa parte diventa così, a sua saputa, un probabile salvatore dell’umanità o il suo eterno dannatore.
E ovviamente non può esserci un personaggio carismatico senza un’interessante storia alle spalle da raccontare; chi meglio del ninja giallo-nero più famoso e temibile di sempre? Il suo nome è Scorpion, e vi avvisiamo… quando urla “VIENI QUI!”, non è affatto un invito!
Non sono cattivo, è che mi disegnano così
Ed è proprio vero! Anche se all’apparenza il leggendario Scorpion, personaggio immancabile in “quasi tutti” i capitoli di Mortal Kombat, sembra avere un orientamento maligno e infernale, in realtà la sua storia ci racconta che è soprattutto un combattente in lotta con sé stesso, un tempo umano ma ora divenuto un mostro antropomorfo alla ricerca dell’eterna verità e corroso dai rimorsi del passato.
Può sembrare un paradosso ma la sua burrascosa avventura ha inizio con la sua stessa fine: prima di partecipare al famigerato torneo del Mortal Kombat, Scorpion viene ucciso dallo spietato Sub-Zero, acerrimo rivale e sua antitesi fisico-magica (quest’ultimo padroneggia il ghiaccio, con colore dominante blu). Una volta morto, il nostro povero ninja resuscita nel NetherRealm – da qui il nome del neo team di sviluppo – dove viene a conoscenza del suo decesso e della sua nuova natura non-umana. Decide così di fare ritorno nella dimensione terrestre per rivendicare la propria morte, ma invece di trovare ciò che cercava deve ora fare i conti con un’altra inaspettata tragedia: la sua famiglia è stata assassinata così come l’intero clan Shinrai Ryu di cui ne era il leader.
A questo punto Scorpion, accecato dalla sete di risposte e di vendetta, associa il brutale sterminio al suo nemico per antonomasia: Sub-Zero. Decide, quindi, che il suo unico scopo sarà trovarlo ed annientarlo. Per sua fortuna anche il mitico ninja del ghiaccio partecipa al torneo del Mortal Kombat, e questa è senza dubbio l’occasione che Scorpion stava aspettando per chiudere enormi conti in sospeso.
Il curioso destino porta Sub-Zero a duellare per la seconda volta con il ninja-giallo, proprio colui che un tempo aveva portato alla morte, ma stavolta l’impresa di batterlo si rivela impossibile: Scorpion ora è esponenzialmente molto più feroce di prima, e soprattutto non è vincolato dai “limiti umani”!
Con la morte di Sub-Zero, quindi, Scorpion riesce infine a prendere un’enorme rivincita in qualche modo conferitagli dalla vendetta della propria morte e quella dei suoi cari; la vittoria del Mortal Kombat gli aggiudica il titolo di guerriero più potente in assoluto.
La carriera videoludica del mitico Scorpion non finisce comunque qui. A partire dal quarto capitolo della serie MK il nostro ninja si ritroverà catapultato in un vortice di avvenimenti che lo vedono saltare da una dimensione all’altra, in continua lotta con avversari sempre più ostici, tra fughe e cacce serrate e tradimenti di alleati volta-faccia. La sua storia è stata via via arricchita dagli sviluppatori con risvolti inaspettati (a volte persino forzati), ma senza dubbio ciò che rimane è la sua inimitabile carica attrattiva e il suo carisma, caratteristiche riscontrate sempre meno in gran parte dei personaggi creati in seguito.
Uno dei successi iniziali che diedero una letterale impennata al brand fu proprio quello di usare dei volti reali per le controparti virtuali attraverso un sistema fotografico sequenziale simile alle nostre odierne “GIF animate”. E proprio così, il nostro ninja venne allora interpretato da Daniel Pesina, lo stesso tra l’altro che diede il volto ad altri leggendari combattenti della saga, sopra tutti lo spocchioso e occhialuto Johnny Cage.
Con l’avvento del film ufficiale uscito nelle sale nel 1995, il testimone passa però a Chris Casamassa, attore e stuntman italo-azerbaigiano (!!!) già navigato nel mondo delle arti marziali e del cinema di serie B. Molti di voi sicuramente ricorderanno con piacere la memorabile (seppur ormai datata) sequenza della foresta, ma se qualcuno dovesse averne dimenticato l’odore che si respirava in quegli anni e volesse rispolverare la cara vecchia tuta da ninja lasciata ad ammuffire in soffitta, noi di Console-Tribe ve la riproponiamo volentieri.
Il ninja colorato
Scorpion è senza ombra di dubbio uno tra i personaggi più riusciti e interessanti dell’intera e lunga saga di Mortal Kombat. Il segreto della sua fama così longeva, a nostro avviso, è rappresentato dalla semplicità con cui è stato concepito, a partire dal vestiario: una tuta essenziale ma riconoscibile (complice il giallo che contrasta a pennello con il nero), una maschera-bavaglio scheletriforme, un’espressione terrificante accentuata da due occhi bianchi e senza pupille, ma sopra tutti il mitico e letale arpione estraibile direttamente dalla mano destra, vero fiore all’occhiello e punta di diamante del suo gameplay combattivo… senza escludere, poi, le intramontabili Fatality “incendiarie”. In più, il fatto di aver vissuto una lunga storia pregna di travagli e tragedie lo rendono quasi un eroe dannato, un anti-eroe spaventosamente affascinante.
Cosa volete di più… che vi cucini il brasato al Barolo con polenta? Perché no, magari in una futura apparizione di Cooking Mama.
Per ora godetevelo fino al midollo nel nuovissimo Mortal Kombat 9.