Mass Effect 3
John Shepard e' l'unico che possa salvare la galassia. Miliardi di vite sono appese ad un filo e lui, il comandante della Normandy SR-2, deve fare di tutto per impedire che i Razziatori sterminino ogni essere senziente della galassia. Un'impresa impossibile, verrebbe da dire. Eppure potrebbe non esserlo. Il tempo a sua disposizione, pero', sta per esaurirsi: la Terra e' gia' stata attaccata e presto la stessa sorte la subiranno le decine di altri pianeti abitati sparsi per la galassia. Tutto questo, e molto di piu', lo si vedra' e vivra' nel prossimo capitolo di una delle saghe videoludiche di fantascienza di maggior successo: Mass Effect 3.
di: Giorgio "Nadim" CataniaJohn Shepard è l’unico che possa salvare la galassia.
Miliardi di vite sono appese ad un filo e lui, il comandante della Normandy SR-2, deve fare di tutto per impedire che i Razziatori sterminino ogni essere senziente della galassia. Un’impresa impossibile, verrebbe da dire. Eppure potrebbe non esserlo. Il tempo a sua disposizione, però, sta per esaurirsi: la Terra è già stata attaccata e presto la stessa sorte la subiranno le decine di altri pianeti abitati sparsi per la galassia.
Inoltre i Razziatori, supportati dagli schiavi Collettori, non sembrano essere l’unica minaccia. La misteriosa e oscura organizzazione Cerberus, infatti, sembra essere nemica del comandante e si prepara a scoprire le sue carte e dargli battaglia.
Tutto questo, e molto di più, lo si vedrà e vivrà nel prossimo capitolo di una delle saghe videoludiche di fantascienza di maggior successo.
Stiamo parlando dell’attesissimo Mass Effect 3.
La missione continua
Alla Games Week tenutasi a Milano abbiamo avuto modo di testare una versione di prova di questo terzo episodio della saga, oltre ad assistere in diretta a una partita ambientata nella missione già mostrata all’E3 tenutosi a Los Angeles qualche mese fa.
Il tutto condito da una breve presentazione della saga a tutte le persone che circondavano il ricco stand Electronic Arts – che ospitava, oltretutto, varie postazioni di Battlefield 3, altre dedicate a Need for Speed: The Run e uno spazio riempito “solo” da una stupenda Lamborghini bianca.
Ecco quindi un breve promemoria sull’universo creato dai ragazzi BioWare, tanto vasto e ricco quanto dettagliato e fantasioso, popolato da razze di ogni genere, tra cui gli immancabili umani. Poi come non fare un cenno alla storia, il punto di forza più grande di Mass Effect? Arricchita da personaggi di ogni tipo, tutti molto carismatici, le due precedenti avventure di Shepard hanno ottenuto larghi consensi, sia da parte della critica che dal pubblico. Gli sviluppatori si sono quindi concentrati molto sulla realizzazione del capitolo finale, ripescando tutte le qualità passate, arricchendole e rendendole ancora più godibili, cercando al contempo di limarne i difetti. Per giudicare la qualità del titolo è ancora troppo presto, ma già da quanto testato possiamo dirci più che soddisfatti. Scopriamo perché.
Tante razze, un solo salvatore!
Durante la missione provata con mano, Shepard aveva l’ingrato compito di proteggere il dottor Mordin Solus, il medico Salarian della sua squadra nella precedente avventura, fintanto che lui con un ascensore portava verso la sommità di un palazzo un particolare esemplare di Krogan. L’obiettivo era semplice: fermare tutti i soldati Cerberus che provavano ad avvicinarsi all’elevatore.
Prima però che l’azione avesse inizio ecco il menù principale aprirsi, suggerendo di assegnare una grossa quantità di punti abilità ai tre membri del gruppo, in modo da personalizzarli adeguatamente. I presupposti, in altre parole, per quella che sembrava essere una missione avanzata. Abbiamo avuto così modo di constatare che, nonostante le abilità fossero più o meno le stesse di quelle presenti nei capitoli precedenti, potevano essere sviluppate in maniera un po’ più varia, scegliendo tra più potenziamenti meglio stratificati che in passato – divisi sempre tra quelli a bersaglio singolo e quelli a bersagli multipli nei livelli più avanzati. Nulla di particolarmente innovativo per la saga, certo, ma se si pensa che sarà possibile recuperare nella versione finale le statistiche da Mass Effect 2 per potenziarle in maniera naturale, ampliando alcuni effetti, c’è da rimanere ottimisti sulla varietà di voci tra cui optare e sulla volontà di rendere l’esperienza continuativa lungo l’arco di tutta la serie. In ogni caso per chi si aspettava un ritorno ad una componente più strategica del gameplay rimarrà in parte deluso, visto che il ritmo di gioco è rimasto invariato rispetto al capitolo precedente – come descritto a breve.
Una volta fatte le scelte più appropriate, ecco Shepard e la sua squadra catapultati all’interno di un palazzo sotto attacco. La versione di prova aveva il preciso scopo di esaltare il gameplay puramente action che si è radicato in Mass Effect e i risultati, a nostro avviso, non sono stati per nulla deludenti. Ecco i compagni di squadra muoversi agilmente per il campo di battaglia, sfruttando senza remore i loro poteri biotici e cercando copertura per evitare il fuoco nemico. Gli avversari, d’altro canto, erano troppo intenti ad attaccare l’ascensore su cui si trovava Mordin per accorgersi dell’arrivo dei tre eroi, e la loro disfatta è stata una questione di pochi istanti.
I controlli sono rimasti invariati rispetto al passato; durante le sparatorie, quindi, il gioco diventa uno sparatutto in terza persona, con varie armi da poter usare e poteri da scagliare contro i bersagli. Il sistema di coperture è stato potenziato, rendendo gli spostamenti tra un riparo e l’altro più intuitivi e più semplici. Azioni che si sono rivelate necessarie per sopravvivere alla quantità infinita di colpi che i soldati di Cerberus, sopraggiunti subito dopo, hanno riversato sul nostro eroe. La battaglia così si è fatta più intensa, con nemici corazzati capaci di resistere ad una buona dose di proiettili e altri invece intenti a nascondersi per evitare di farsi uccidere.
È altresì vero che l’intelligenza artificiale non si è rivelata particolarmente sofisticata durante i conflitti, complice probabilmente l’arretratezza del codice, ma la sfida comunque non si è rivelata per nulla semplice. Le cose si sono ulteriormente complicate con l’arrivo di un potente mech e di qualche soldato meglio armato, rendendo le sparatorie più imprevedibili e concitate.
Unica nota dolente rimane l’attacco corpo a corpo, che è sembrato troppo poco potente. Viste però le promesse fatte dagli sviluppatori e dai video circolati in giro per la rete sulla sua futura utilità, aspettiamo fiduciosi di vedere le potenzialità del nuovo Factotum.