From Dust
Se avete amato Black and White e Popolous o "semplicemente" vi sentite degli dei, l'ultimo lavoro targato Eric Chahi e pubblicato da Ubisoft. Appuntamento prossimamente in Summer of Arcade su Xbox Live Arcade.
di: Mariano "TylerDurden" AdamoE’ grazie ai libri, che oggi possiamo vantare una cultura adeguata sulle nostre origini. I testi storici ci insegnano come l’uomo abbia saputo sopravvivere contro le avversità, come si sia evoluto nel corso degl’anni. E quando non c’erano i libri? La cultura si tramandava di generazione in generazione, di padre in figlio. Certamente non era un sistema affidabile, ma già all’epoca aveva qualcosa che i libri non sono mai stati capaci di dare. Stiamo parlando di quell’umanità intrinseca, di quei racconti di uomini e di natura, di carne e sangue, di vittorie e di sconfitte; di quelle storie raccontate da chi veramente le ha vissute sulla pelle. Cose che sui libri non troviamo perché i fatti devono essere riportati in maniera sterile, senza nessun tipo di legame con il lettore. Quelle storie raccontavano di come gli uomini sopravvivevano giorno dopo giorno, di come erano legati alla natura, di come la Terra dava la vita ma allo stesso tempo poteva riprendersela…
Il fascino di queste storie sta per rivivere in From Dust, titolo arcade di prossima uscita, sviluppato da Ubisoft. From Dust, mostrato per la prima volta nel corso del 2010, presentava un mondo apparentemente inospitale, in cui un manipolo di uomini cercava disperatamente la salvezza. Il mistero che avvolgeva il gioco lentamente si è diradato, e oggi siamo in grado di fornirvi una breve anteprima di quello che sarà il prodotto finale.
Il pianeta che vive
Come già accennato From Dust ci trasporta in un mondo inospitale, in un’epoca affascinante e allo stesso tempo misteriosa. I pochi uomini rimasti hanno perso quei ricordi, e quelle usanze, a cui attingevano per sopravvivere. Civiltà lontane, divinità, e l’invocare la forza della natura attraverso la musica: ecco cosa è rimasto a questi uomini. Il nostro scopo nel gioco sarà guidarli attraverso la loro storia, per far rivivere nuovamente i ricordi delle tribù passate. Se l’uomo è impotente contro la natura, stessa cosa non si può dire per un intermediario divino, capace di plasmarne gli elementi con facilità. Se ancora non ci siete arrivati, quella divinità saremo noi. Gli uomini infatti avranno bisogno di tutti i nostri poteri per superare indenni le sfide che la natura avrà da offrire. Essere una divinità cambia inevitabilmente il concetto di gioco stesso, From Dust infatti si presenta come un giusto mix di Black and White e Popolous.
Il titolo sviluppato da Ubisoft non è altro che un semplice RTS, che – per nostra fortuna – si presta davvero bene al mondo console, pur essendo un genere quasi esclusivamente ad appannaggio dei giocatori PC. Lo scopo del gioco, come già detto, è la salvaguardia del manipolo di uomini sopravvissuti ad una non precisata sciagura. Attraverso l’Anelito (questo il nome della divinità), rappresentato da una scia circolare, guideremo la popolazione attraverso le varie schermate. I layout dei comandi è piuttosto intuitivo: la leva sinistra è adibita ai nostri spostamenti, quella destra, invece, è usata per correggere l’angolatura della telecamera. Con il nostro bel cursore divino ci spostiamo da un lato all’altro della mappa, alla ricerca di una zona fertile per fondare i primi villaggi. Questi sono rappresentati da un totem che, a seconda dei casi, aggiungerà anche dei poteri all’Anelito. Proseguendo attraverso i vari territori il nostro Anelito sarà in grado di manipolare la materia, tutto rigorosamente in tempo reale. Se nelle prime battute di gioco possiamo avere il controllo solo di qualche zolla di terra, più avanti le nostre capacità somiglieranno sempre più a quelle di un dio. Questo si traduce in una meccanica di gioco tanto semplice quanto divertente. Nella versione da noi testata è stato possibile manipolare solo la terra e l’acqua, ma il titolo promette varianti ben più complesse e interessanti. Immaginate che i vostri uomini debbano attraversare un fiume: tramite il dorsale sinistro sollevate una zolla di terra dall’area circostante, per poi rilasciarla nel torrente col dorsale destro; in pochi secondi avete costruito un ponte naturale, cambiando, seppur in minima parte, la morfologia del terreno. Stesso discorso di può fare con una cascata il cui fluire danneggia la popolazione: stavolta ci basterà deviarne il corso costruendo delle piccole dighe naturali. La vostra tribù vive in una zona desertica? Ci basterà trascinare l’acqua da un’area all’altra! Come avrete capito le applicazioni possono essere tante, nella versione dimostrativa è stato possibile utilizzare solo due elementi. Immaginate lava, rocce, alberi e tutto il resto dello scenario a vostra completa disposizione, e vi renderete conto come tutte le possibili interazioni renderanno il gioco avvincente e variegato.
Ogni missione si completerà quando avremo costruito un villaggio su ogni totem presente sulla mappa, solo allora potremo superare una sorta di varco spazio-temporale, che ci porta in un nuovo territorio in cui spargere nuovamente il seme della vita. Questo non significa che sarà tutto semplice, anzi, a giudicare da quanto visto nella versione di prova i cataclismi non mancheranno: tsnunami, maree, esplosioni vulcaniche; la natura di From Dust ci darà davvero del filo da torcere.
Dal punto di vista tecnico From Dust si presenta già in ottimo stato, con un motore fisico a sorreggere gli elementi naturali in maniera davvero realistica, tuttavia ci riserviamo di emettere un giudizio più approfondito solo in fase di recensione.
Polvere trasportata dal vento…
Affascinanti da questa breve prova, non possiamo che attendere con piacere l’arrivo previsto per questa estate di From Dust, titolo che per l’appunto sarà incluso anche tra i Summer of Arcade. Quanto visto finora non ci è assolutamente bastato per avere un giudizio definitivo, ma la voglia di testarlo a fondo è ancora viva, e questo non può che far sperare bene. Ci auguriamo che il titolo presenti una buona longevità condita da una varietà di gioco capace di trascinarci di territorio in territorio senza mai affaticarci. Per ora salutiamo i nostri ominidi intenti a sopravvivere, con la speranza di rivederli presto…