Articoli

Microsoft e i JRPG

Avventuriamoci nella scalata Microsoft alla conquista delle esclusive JRPG, un vero e proprio cavallo di troia per penetrare all'interno del difficile mercato Giapponese.

di: Swrdmstr

Nel 2001, Microsoft lancia sul mercato la sua prima console di intrattenimento videoludico: Xbox. Nel corso dei suoi cinque anni di vita, la scatola nera di casa Redmond, allieta la sua utenza con giochi di vario genere, dagli sparatutto (Halo e sequel), alle corse automobilistiche (Project Gotham Racing e Forza Motorsport), dai picchiaduro (Dead Or Alive) a ottimi giochi d’azione (Ninja Gaiden).

L’unica carenza del parco titoli era riscontrabile nei giochi di ruolo di stampo giapponese (JRPG per gli amici). Innanzitutto dobbiamo fare una precisazione; gli RPG potrebbero essere suddivisi in due categorie: RPG in “stile occidentale” e RPG “in stile giapponese”. La differenza sostanziale è la metodologia con la quale si affrontano i duelli: i JRPG prediligono il duello a turni, spesso affrontato in un’arena differente da quella che è l’area esplorativa, con una serie di azioni selezionabili da un elenco (attacco, magia, oggetto, etc); l’esempio perfetto è Final Fantasy.
Gli RPG “nostrani”, invece, lasciano più libertà d’azione e di movimento, facendo spesso assomigliare il gioco ad un classico action in terza (Kingdom Under Fire e Fable) o in prima persona (Oblivion).
Per la prima Xbox abbiamo riscontrato una marcata presenza di quest’ultimi, con titoli di innegabile spessore (The Elder Scrolls III Morrowind, Jade Empire, Star Wars: Knights of the Old Republic e relativo sequel) mentre i Giochi di Ruolo nipponici erano praticamente assenti.
Con l’uscita della sua seconda console, Microsoft si è prefissata l’obiettivo di soddisfare i vari gusti dell’utenza, fornendo giochi di tutti i generi e, soprattutto, colmando questa grossa lacuna.

Il vento di novità si sente già da subito; pochissimo tempo dopo l’uscita della console, infatti, troviamo Enchanted Arms, un gioco di ruolo giapponese che vanta un particolare sistema di combattimento “a scacchiera”. Un buon gioco anche se senza grosse pretese ma pur sempre il primo gioco del suo genere in veste next-gen.

La prima grossa chicca però arriverà da una delle più grandi autorità del settore: Hironobu Sakaguchi, meglio conosciuto come il creatore di Final Fantasy. Dopo aver divorziato da Square Enix, egli decide di fondare un proprio studio di sviluppo: la Mistwalker. Non si faranno attendere gli annunci di alcune esclusive per Xbox360.

Si inizia con Blue Dragon, uscito nel 2007. L’attesa per questo titolo era davvero esorbitante, merito del cast davvero eccezionale che aveva preso parte al progetto. La direzione era affidata, ovviamente, a Sakaguchi, le musiche erano di Nobuo Uematsu (Final Fantasy) e il character design era a cura di Akira Toriyama (il disegnatore di Dragon Ball). Il titolo fu molto discusso, tra appassionati entusiasti e delusi. I maggiori punti a favore sono il sistema di combattimento e di evoluzione che permettono all’utente di manipolare i personaggi a proprio piacimento, mischiando abilità di classi differenti creando infinite combinazioni in modo non troppo dissimile dai vecchi Final Fantasy. Le critiche negative, invece, colpiscono la storia e la caratterizzazione dei personaggi, il tutto appare un po’ troppo “bambinesco”, cosa che non ha stimolato molto i videogiocatori a portare a termine il titolo.

Gli succederà Lost Odyssey. Anche per questo titolo si metteranno al lavoro Sakaguchi e il maestro Uematsu. Il character design, invece, sarà affidato a Takehiko Inoue (disegnatore di Slam Dunk e Vagabond). Sarà un successo. Una storia coinvolgente, musiche d’autore, doppiaggio eccellente in italiano (praticamente uan rarità in questo genere), un’ottima gestione dei combattimenti e un sistema di evoluzione completo rendono Lost Odyssey un titolo che non può mancare nella collezione di un appassionato.

Sakaguchi ha inoltre promesso altri titoli per gli utenti di Xbox360: Blue Dragon 2 e un gioco ancora senza titolo, descritto come 50% RPG e 50 % MMORPG (Massively Multiplayer Online Role-Playing Game). Voci “di corridoio”, inoltre, insistono sulla possibilità di un sequel per Lost Odyssey.