The Legend of Zelda 3DS
Quasi ventidue anni fa su SNES, Nintendo pubblicava uno dei capitoli 2D della saga di Zelda che ancora oggi viene citato tra i più belli in assoluto: ci riferiamo a A Link to the Past che grazie anche al remake per GBA ha saputo conquistarsi i cuori di moltissimi (all'epoca) ragazzi. Mai come in quel capitolo la lotta tra luce e tenebre (i temi dualistici sono tipici degli Zelda e contraddistinguono ogni episodio) venivano accentuati tanto da permeare ogni ambientazione. Dopo aver accennato ad un nuovo Zelda in sviluppo per 3DS in un passato Direct, mai ci saremmo aspettati che la casa di Kyoto scegliesse di creare su portatile un seguito sulla stessa linea temporale di una delle sue più belle avventure, eppure eccoci di fronte ad un nuovo The Legend of Zelda per Nintendo 3DS
di: Manuel "haures" Di GregorioQuasi ventidue anni fa su SNES, Nintendo pubblicava uno dei capitoli 2D della saga di Zelda che ancora oggi viene citato tra i più belli in assoluto: ci riferiamo a A Link to the Past che grazie anche al remake per GBA ha saputo conquistarsi i cuori di moltissimi (all’epoca) ragazzi. Mai come in quel capitolo la lotta tra luce e tenebre (i temi dualistici sono tipici degli Zelda e contraddistinguono ogni episodio) venivano accentuati tanto da permeare ogni ambientazione. Dopo aver accennato ad un nuovo Zelda in sviluppo per 3DS in un passato Direct, mai ci saremmo aspettati che la casa di Kyoto scegliesse di creare su portatile un seguito sulla stessa linea temporale di una delle sue più belle avventure, eppure eccoci di fronte ad un nuovo The Legend of Zelda per Nintendo 3DS
Nuove prospettive
Ancora una volta abbiamo potuto provare una breve demo che inizia e finisce all’interno di un dungeon; nessuna informazione sulla trama, sulle ambientazioni diHyrule o su eventuali principesse da salvare. Tutto ciò che ci viene offerto è un’assaggio della giocabilità, un primo accenno alla grafica (in evoluzione) e allo sviluppo degli ambienti volto a sfruttare l’effetto 3D della console. Link verrà comandato tramite stick analogico e la visuale a volo d’uccello seguirà attentamente le mosse dell’eroe, vestito esattamente come nel capitolo a cui si ispira. Le armi come l’arco o il martello saranno assegnate ai tasti X, Y e B; in particolare quest’ultimo potremo usarlo su speciali piattaforme a molla che, una volta caricate, lanceranno per aria Link permettendogli di scalare il dungeon anche in altezza adesso. Oltre a fornire un’ottima animazione sfruttante l’effetto 3D della console, questa prassi permetterà agli sviluppatori di ricreare e ridisegnare gli ambienti dei labirinti secondo una dimensione ascensionale su più piani piuttosto che secondo il classico scorrimento bidimensionale. Ritorna la barra del mana, lo scudo, il colpo rotante e il fascio di energia scagliato dalla spada quando i cuori sono al massimo; la vera novità però, è la capacità di Link di appiattirsi fino a diventare qualcosa di molto somigliante ad un un geroglifico egizio!
Questa peculiare abilità permette di sfruttare muri e superfici a proprio piacimento, promuovendo nuove vie di fuga o aprendo al giocatore nuove possibilità di evadere dagli spazi consoni del dungeon verso aree segrete o normalmente irraggiungibili con l’equipaggiamento a disposizione.
A Link to the future
Sebbene la formula generale del processo d’azione rimanga invariata (sconfiggi il nemico, trova la chiave, apri la porta, procedi…) sembra che il processo di interazione di Link con le pareti riesca ad aprire una breccia nell’evoluzione del level-design degli ambienti. L’intricata rete di passaggi segreti può essere svelata solo se, effettuata la trasformazione, presteremo elevata attenzione a ciò che ci circonda; esplorare in “formato disegno” cambia anche l’angolazione della telecamera che ci seguirà ora secondo uno schema a scorrimento laterale in grado di aprirci nuovi orizzonti su eventuali zone da esplorare. La scalata alla torre è continuata tra Stalfos guerrieri, trampolini mobili e lo scontro finale con un gigantesco verme Moldrom da colpire ripetutamente sulla coda per ottenere il sudato porta-cuori.
Gran pregio di questa demo lo dobbiamo all’effetto 3D stereoscopico che partecipa attivamente all’azione di gioco e aggiunge spesso e volentieri effetti visivi in grado di giustificarne la presenza all’interno del gioco. Lo stile grafico si eleva dagli sprites in 2D preferendo modelli poligonali similmente allo stile adottato New Super Mario Bros. 2, e di ottimo gusto, avvolgendo l’ambiente tramite una palette cromatica meno sgargiante ma più satura.
In arrivo entro l’anno, The Legend of Zelda 3DS non è solo un titolo attesissimo bensì anche una sfida da parte di Nintendo stessa nel saper rinfrescare e riproporre (due azioni spesso antitetiche e perciò difficili da conciliare) su portatile, una serie che riesce sempre a dare il massimo in termini di qualità e gestione delle risorse hardware.
Attendiamo fiduciosi nuovi dettagli all’E3 di Los Angeles di quest’anno per quello che già dai presupposti si presenta come un’ottimo collegamento col passato della serie.