Knack
Affidare il debutto ufficiale di una console ad un platform, soprattutto alla luce dell’attuale mercato videoludico, è sicuramente stata una scelta quanto mai inusuale: Knack, infatti, è stato il primo gioco a fare capolino all’interno della line up di lancio di PS4. Sviluppato direttamente da Mark Cerny, lead system architect della nuova console Sony, il gioco ha avuto l’arduo compito di mostrare al mondo le prime immagini prettamente ludiche della Playstation 4. A qualche mese dalla sua prima comparsa siamo riusciti a mettere finalmente le mani, in occasione dell’appena conclusa Gamescom, sul titolo in questione: curiosi di sapere le nostre impressioni?
di: RedazioneAffidare il debutto ufficiale di una console ad un platform, soprattutto alla luce dell’attuale mercato videoludico, è sicuramente stata una scelta quanto mai inusuale: Knack, infatti, è stato il primo gioco a fare capolino all’interno della line up di lancio di PS4. Sviluppato direttamente da Mark Cerny, lead system architect della nuova console Sony, il gioco ha avuto l’arduo compito di mostrare al mondo le prime immagini prettamente ludiche della Playstation 4. A qualche mese dalla sua prima comparsa siamo riusciti a mettere finalmente le mani, in occasione dell’appena conclusa Gamescom, sul titolo in questione: curiosi di sapere le nostre impressioni?
Uno sguardo al passato
Il marchio PlayStation è stato sin dal suo esordio legato al genere platform, basti pensare alle saghe di Jak & Dexter e Ratchet & Clank (PS2), oppure al mai troppo compianto binomio Spyro/Crash Bandicoot (PS1). Proprio a questo ultimo personaggio, di cui si era ufficialmente occupato in passato, pare essersi ispirato Cerny nel realizzare il suo Knack, ovviamente aggiornando il concept di gioco alle nuove caratteristiche tecniche della macchina. Il tutto, per quanto sia scontato da dirsi, ruota attorno al Knack del titolo, un buffo e misterioso golem animato in grado di attrarre a sé ed assorbire gli oggetti dell’ambiente circostante. Così facendo il nostro protagonista può mutare il suo aspetto fisico, divenendo più o meno grande, oltre che potenziare le sue caratteristiche difensive ed offensive. A questo andrà ad aggiungersi un substrato narrativo che strizza l’occhio alle produzioni Pixar e che, stando alle stesse parole di Cerny, ci proporrà una vicenda assai dinamica e accattivante.
Per grandi e per piccini
È comunque bene chiarire subito come il lavoro messo fisicamente in piedi dai ragazzi di Japan Studio non abbia la benchè minima intenzione di proporre un’esperienza troppo complessa, ma abbia scelto di abbandonare ogni velleità vagamente hardcore per rivolgersi in primis ad un pubblico giovane. Tale scelta salta subito agli occhi una volta impugnato il pad e mossi i primi passi all’interno dell’universo di Knack: i livelli che abbiamo potuto sperimentare con mano, difatti, si sono dimostrati assai lineari, essendo in pratica costituiti da un’alternanza di corridoi e zone più ampie (in cui si concentrano gli scontri con gli avversari). Assai semplificato è apparso anche il combat system, limitato nella nostra prova a due sole combo (Ground Shake e Storm Attack), oltre ai canonici attacco base, attacco con salto e schivata. Punto focale del gameplay, comunque, sarà costituito dalla sopracitata capacità di attrarre ed assorbire gli elementi circostanti, fattore che in alcuni frangenti ci permetterà di affrontare giganteschi boss, utilizzare come arma parti dello scenario oppure modificare radicalmente la nostra struttura fisica, con conseguenze tangibili sull’approccio agli scontri: ad esempio se ricoperti di legno attraverseremo delle fiamme vedremo Knack prendere fuoco, fattore che lo porterà a ridurre progressivamente le sue dimensioni ma anche ad incendiare al tocco i suoi avversari. L’idea di interagire con gli elementi dell’ambiente per modificare le abilità e le fattezze di Knack convince, e da spazio a tanti tipi di personalizzazioni che ci auguriamo possano svilupparsi più in maniera sand-box che story-driven. Non mancheranno, inoltre, percorsi segreti e gadget da raccogliere, elementi indispensabili per garantire un tasso di longevità lievemente più elevato. Presente anche un comparto multigiocatore asimmetrico, disponibile solo in locale, che permetterà ad un secondo player di controllare una versione metallica, però priva di poteri, di Knack. Quest’ultima funzione, a detta dello stesso Cerny, è stata appositamente pensata per avvicinare il pubblico dei giovanissimi in maniera più concreta al gioco: il secondo avatar, difatti, godrà di un sistema di controllo ulteriormente semplificato ed avrà come funzione principale quella di supportare il nostro bizzarro protagonista. Non mancherà infine la componente social, che ci permetterà di confrontare i tesori recuperati con quelli degli altri giocatori della nostra lista amici.
Pad alla mano, Knack si è rivelato un divertente mash-up tra un Pixar movie e un action/platform game, capace di scatenare in ben più di un giocatore quella lacrimuccia di nostalgia come solo i titoli della serie Crash Bandicoot riuscivano a fare.
Forse è proprio così che Knack è nato, cercando di emulare una serie ormai idealizzata nella mente dei giocatori e troppo difficile da riproporre data l’evoluzione del mercato.
La virata in favore dello stile artistico Pixar è sicuramente una scelta interessante, capace (se ben sfruttata) di donare al gioco quel tanto di personalità necessaria per farsi apprezzare e ricordare dai giocatori. Non solo un platform-spiana strada quindi, ma un vero e proprio titolo di lancio. A conti fatti Knack pare aprirsi a tutto il potenziale offerto da PS4, scalfendone la superficie e fornendo una gran bella infarinata di possibilità. Proprio per questo motivo, il titolo non si configura come una killer application in grado di giustificare l’acquisto di una nuova console ma è sicuramente un punto di partenza per avvicinare gli hardcore gamer Playstation e il restante mercato casual che sempre più si interessa alle possibilità offerte dai nuovi hardware.