Hardware-Test

Retrostone 2

di: Simone Cantini

Dopo averci positivamente sorpreso con il suo precedente lavoro, torna a trovarci sulle pagine di Console Tribe il transalpino Pierre-Louis Boyer, ovvero la mente creativa che si cela dietro il sito 8BCraft, che giusto qualche giorno fa ci ha gentilmente inviato a scopo di recensione il suo nuovo lavoro: stiamo parlando del RetroStone 2 che, come è facile intuire dal nome, si tratta della revisione del precedente handheld di cui vi avevamo parlato un po’ di tempo fa a queste coordinate. Come è lecito aspettarsi da quel 2 presente in coda al nome, il nuovo hardware di Boyer si presenta come un netto upgrade del precedente progetto, capace di andare a rimediare alcune delle pecche che avevamo riscontrato in passato.

Caramelle per gli occhi

Prendere in mano il RetroStone 2 è come riabbracciare un vecchio amico, dato il form factor estremamente familiare, identico in tutto e per tutto al proprio predecessore, oltre che molto vicino al leggendario GameBoy. Ancora una volta la sensazione di solidità che si avverte è davvero notevole, grazie al consueto utilizzo di plastiche di assoluta qualità, assemblate in maniera certosina. C’è davvero poco da aggiungere: RetroStone 2 è bello da vedere e da toccare, e riesce a scacciare dalla mente qualsiasi sensazione di fragilità. Se in apparenza, quindi, nulla sembra essere cambiato, è andando ad esaminare quello che si nasconde sotto la scocca che ci accorgiamo di come Boyer abbia pensato di migliorare il proprio progetto, date le rinnovate caratteristiche che animano la piccola console transalpina. La scheda presente all’interno, difatti, ha salutato il processore H3 a 4 core da 1.2 GHZ, in favore di un chip A20, dotato di due core a 1.8 GHZ, il tutto coadiuvato dal consueto modulo RAM DDR da 1 gigabyte. Le sorprese, una volta esaminata la scheda, non finiscono comunque qua, dato che un’analisi più approfondita rivela la presenza di un modulo bluetooth (che si accompagna a quello wi-fi), una delle mancanze che avevamo riscontrato nella precedente versione e che, quindi, non possiamo che salutare con piacere. Tornano anche i connettori USB, indispensabili per importare le proprie rom e sfruttare il RetroStone 2 come fosse un mini PC (grazie all’uso di mouse e tastiera), anche se il loro numero è adesso ridotto a 3, rispetto alle 4 passate. A chiudere il cerchio dei connettori troviamo anche l’ingresso ethernet, il micro USB per la ricarica e l’HDMI out per collegare il tutto ad un monitor o una TV, e l’ingresso per inserire la micro SD. Ultima chicca estetica, prima di andare ad affrontare la migliora più macroscopica, è il pulsante soft touch predisposto per l’accensione e lo spegnimento della macchina. Il pezzo forte di RetroStone 2, però, si presenta nella parte frontale superiore ed è, senza ombra di dubbio, il nuovissimo schermo digitale IPS da 3,5”, sorretto da una risoluzione di 640*320, capace di garantire finalmente una resa visiva degna di questo nome. Dite addio al flickering presente nel vecchio modello, e salutate con calore il nuovo componente, dotato di una nitidezza eccellente, oltre che di un ottimo angolo di visione, così da rendere più piacevole l’esperienza ludica. Un’ultima parola la voglio spendere sulla batteria da 4000 MAH, adesso facilmente rimuovibile dal proprio alloggiamento tramite un comodo sportello, e capace di garantire un’eccellente autonomia generale.

 

Solide certezze

Se a livello costruttivo ci sono davvero pochi appunti da muovere al RetroStone 2, resta da valutare come si comporti il tutto a livello puramente prestazionale. Sotto questo punto di vista ci sono davvero poche differenze rispetto alla prova effettuata a suo tempo con il fratello minore, con le macchine più vecchie che riservano le esperienze più fedeli, pur al netto di qualche imperfezione specifica. È il caso dei titoli SNES che sfruttano il Super FX, così come certi giochi per GameBoy Advance, che presentano un frame rate decisamente altalenante, oltre a qualche glitch grafico. Per il resto, comunque, le esperienze a 8 e 16 bit si sono rivelate estremamente piacevoli. I limiti maggiori dell’emulazione, effettuata tramite la consueta suite RetroOrange, si avvertono quando si sale di potenza e, soprattutto, si avverte la necessità di un controller dotato di stick analogici: giocare ai titoli per N64 e PlayStation che richiedono tale input, quindi, diventa un vero e proprio incubo, anche in presenza di prestazioni convincenti. La presenza del nuovo chip ha però permesso a tutto il sistema di godere di una maggiore stabilità generale, al punto che tutte le sporadiche incertezze riscontrate in fase di boot con il vecchio RetroStone sono adesso un mero ricordo. Interessanti anche le possibilità di personalizzazione della macchina che 8BCraft ha reso disponibili, che vanno dalla possibilità di installare con relativa semplicità altri due pulsanti frontali, così da ampliare l’offerta degli 8 presenti di serie (4 davanti e 4 dietro), così come il poter dotare il tutto di uno schermo touch oppure di un connettore per joystick (solo sul modello PRO).

 

Alla fine della nostra prova, RetroStone 2 si è rivelato un degno erede del già convincente predecessore, del quale è riuscito a limare tutte le criticità che avevamo riscontrato a suo tempo in fase di recensione. L’hardware firmato 8BCraft, difatti, ci ha restituito la piacevolissima esperienza di emulazione già sperimentata (pur al netto delle ovvie criticità specifiche), accompagnando il tutto con la consueta cura costruttiva e, finalmente, la presenza di uno schermo capace di rendere giustizia ai nostri vecchi amori videoludici. Aggiungete al tutto un sistema adesso più stabile e reattivo, il benvenuto modulo bluetooth ed una discreta dose di modifiche opzionali, ed ecco che avrete tra le mani un discreto oggettino, capace di farvi avere sempre a portata di tasca tutti i vostri videogiochi preferiti dei tempi che furono.