Hardware-Test

RetroStone

di: Simone Cantini

Quello della retroemulazione è un fitto sottobosco in cui si annidano miriadi di dispositivi dedicati, la maggior parte basati sul popolare pacchetto che risponde al nome di RetrOrange. Che si parli di piccoli box su cui è ospitato un Raspberry, oppure di vere e proprie console portatili in grado di farci tenere sempre in tasca tutto il nostro passato videoludico, gli appassionati di questo ricco settore hanno davvero di che sbizzarrirsi, nel tentativo di rievocare i fasti del passato. Tra le proposte più interessanti appartenenti a questa ultima tipologia di device, troviamo quelle ad opera di 8BCraft, pesudonimo dietro al quale si nasconde il transalpino Pierre-Louis Boyer, già responsabile del da noi tentato RaspiBoy, pronto a tornare oggi alla ribalta con quello che possiamo a tutti gli effetti definire il fratello maggiore: stiamo parlando del RetroStone.

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Solide certezze

Come il precedente lavoro di 8BCraft, RetroStone ha mosso i suoi primi passi all’interno del mare magnum che risponde al nome di Kickstarter, ovviamente riscuotendo un ottimo successo da parte dei baker, così da poter permettere a Boyer di ultimare il suo progetto. Tutto si configura ovviamente come una naturale evoluzione del RaspiBoy, andando a migliorare l’idea di avere tra le mani una sorta di replica decisamente più open del vetusto GameBoy. I richiami alla storica console Nintendo sono evidenti sin dal primo impatto, grazie ad una forma che richiama in tutto e per tutto il celebre handheld, disposizione dei pulsanti frontali e della croce direzionali compresi. Per incontrare la prima novità occorre girare il RetroStone, così da fare la conoscenza dei quattro pulsanti posteriori, posizionati in modo da replicare le funzionalità dei dorsali presenti nei pad più recenti, e che torneranno estremamente utili in caso decidessimo di emulare titoli PS1. Presente, ovviamente, il classico input minijack per cuffie, la rotella per la regolazione del volume ed i pulsanti con cui modificare le impostazioni dello schermo, con quest’ultimo che va a rappresentare il punto più debole dell’intero progetto, vista la risoluzione ancorata ai 320×240 pixel già visti sul RaspiBoy. Di ben altra pasta, invece, le graditissime aggiunte in grado di far compiere un notevole balzo in avanti al RetroStone, a partire dalle rinnovate plastiche, invero capaci di restituire una sensazione di solidità davvero marcata. La parte del leone, però, la fanno le numerose porte di connessione presenti sul device, che annovera ben 4 ingressi USB 2.0, una porta ethernet, l’uscita HDMI, il connettore MicroUSB per la ricarica e l’ingresso per la memory card, adesso accessibile in qualunque momento. Insomma, basta tenere l’oggetto in mano solo pochi istanti per comprendere quanti progressi siano stati fatti rispetto al recente passato di 8BCraft, come testimonia anche l’hardware alloggiato all’interno della scocca: parliamo di un processore H3 a 4 core da 1.2 GHZ, 1 gigabyte di RAM ed una batteria da 3000 MAH, capace di garantire una discreta autonomia di utilizzo. A voler essere pignoli, spiace constatare come sia assente un modulo bluetooth, che in ottica multiplayer avrebbe permesso anche l’uso di pad non wired. Come detto in apertura, il tutto gira all’insegna della popolare suite RetrOrange, che si porta in dote una cospicuo numero di emulatori già preinstallati, oltre alla possibilità di accedere ad una versione desktop di Linux che, se accompagnata da una tastiera e da un mouse USB, è in grado di trasformare il RetroStone in un vero e proprio mini computer.

Viaggio tra i bit

Sul versante puramente estetico sono ben pochi gli appunti che si possono muovere al RetroStone, ma anche sul fronte prestazionale la macchina 8BCraft si è dimostrata assai restia a prestare il fianco alle critiche. La risposta dei comandi, difatti, si è rivelata alquanto precisa e puntuale, con i pulsanti che si sono sempre dimostrati pronti ad assecondare il nostro volere. Molto buona è risultata essere l’emulazione generale, sempre impeccabile quando chiamata a gestire i formati più vecchi, come nel caso delle macchine a 8 e 16 bit e gli home computer. Le sorprese, però, non sono mancate anche quando abbiamo provato a spingerci oltre, mettendo alla prova titoli pensati per PSP e PS1, con questi ultimi che hanno finito per rappresentare una piacevole sorpresa, pur non essendo tutti godibili per l’ovvia assenza degli stick analogici nel parco comandi di RetroStone. Non è mancato qualche sporadico rallentamento, ma le prestazioni si sono comunque attestate su livelli più che soddisfacenti. Gli unici nei della macchina, come detto in precedenza, sono da ritrovare in uno schermo non proprio all’ultimo grido, pensato prevalentemente per adattarsi ai titoli più vetusti che alle esperienze più moderne, a cui si affianca il consueto speaker mono al quale è davvero impossibile chiedere di compiere miracoli. Abbiamo inoltre notato qualche incertezza in fase di avvio, con la macchina che in più di un’occasione è rimasta impallata senza che fosse possibile caricare il software, anche se in ogni frangente è stato sufficiente effettuare un reset per risolvere l’inconveniente. Bisogna comunque dire che il forum ufficiale di 8BCraft è comunque molto attivo, ed è possibile recuperare numerosi tutorial utili ad ottimizzare l’esperienza, oltre che per richiedere aiuto e supporto: sicuramente un punto a favore di RetroStone.

RetroStone è un giocattolino senza dubbio interessante, che saprà ingolosire gli amanti del retrogaming più sfrenato. I passi avanti rispetto al RaspiBoy, sia costruttivi che a livello puramente prestazionale, sono palpabili anche solo tenendo stretto in mano il prodotto 8BCraft, forte di una realizzazione davvero ottima e di un hardware tutto sommato intrigante, in grado di spingere il livello dell’emulazione anche all’interno dei confini della prima grafica tridimensionale, il tutto con risultati decisamente incoraggianti. Se amate l’emulazione, sia portatile che non, e avete in mente di farvi un regalo di Natale, di sicuro non possiamo fare a meno che consigliarvi l’acquisto di RetroStone.