Resident Evil 7
di: Simone CantiniSpiazzati, illusi ed infine un minimo confortati, così ci ha fatto sentire Capcom negli ultimi mesi, mentre segnava a suon di demo il cammino che ci separa dal controverso Resident Evil 7. Un percorso fatto di piccoli accenni, improvvise svolte e vicoli ciechi che hanno confuso e fatto discutere i fan di questo celebre franchise, ma che sono anche riusciti a delineare la forte volontà della casa di Osaka di rinnovare, pur nel segno di una (finalmente) ben più visibile continuità la creatura che fu di Shinji Mikami.
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Un passo alla volta
La prima demo di Resident Evil 7, rilasciata nel corso di questo 2016, era stata capace di sollevare un enorme putiferio tra i fan più integralisti: passare dalla terza persona ad una visuale in soggettiva, ripercorrendo così la strada indicata principalmente dagli ultimi esponenti indipendenti del genere, è stato visto come un tradimento imperdonabile nei confronti di un’impostazione che sembrava oramai radicata in maniera inossidabile. Anche le stesse atmosfere vissute in questo breve frammento sembravano discostarsi sensibilmente dal mood consueto, ricordando più l’Outlast di turno che non un Resident Evil: dove erano gli infetti e le armi da fuoco? Perché il nostro protagonista poteva solo muoversi inerme in un ambiente così differente dal solito? Sarà forse per questo che Capcom si è affrettata subito a specificare come questa breve porzione non rappresentasse affatto il gameplay finale di Resident Evil 7 e come i fan sbagliassero a sentirsi in qualche modo traditi: la volontà era quella, come hanno ribadito più volte, di tornare alle atmosfere indimenticabili del primo episodio. Sarà per questo che il rilascio di un aggiornamento della demo, con conseguente sblocco di una nuova area, era stato visto come un modo tangibile per confermare la veridicità di queste parole, ma anche in questo caso Capcom è sembrata volersi sadicamente prendere gioco dei suoi sostenitori. La piccola porzione inedita, difatti, era sembrata apparentemente in linea con quanto già criticato, se non fosse per la sibillina presenza di un oggetto in grado di rinfrancare un attimo lo spirito dei delusi: inutile negare come il ritrovare una scatola di proiettili sia stato in grado di far scorrere un familiare brivido lungo la schiena. Peccato che mancasse l’arma con cui utilizzarli. Capcom, però, sembra proprio averci preso gusto e grazie al Midnight Update ha finalmente chiuso questo breve cerchio che, finalmente, non dovrà fare altro che condurci alla release ufficiale di Resident Evil 7.
Orrore familiare
L’aggiornamento in questione si può fregiare di numerosi meriti: ci ha permesso di capire che il nostro alter ego non sarà certo inerme, che le minacce presenti nel gioco sono più familiari di quanto non si potesse pensare, inoltre ci ha consentito di sperimentare il tutto tramite l’utilizzo del PlayStation VR. Grazie allo sblocco di una nuova sezione della casa ci siamo, finalmente, imbattuti in una minaccia reale, una sorta di infetto che ha finito per il contagiarci e tramutarci in un suo simile, come si vede in uno dei finali inediti resi disponibili. Impossibile, quindi, non far correre la mente al caro e vecchio T-Virus, presenza che è riuscita in pochi e concitati istanti a spazzare via i dubbi che vedevano la follia dei Baker come unica minaccia reale. Un piccolo enigma, inoltre, ci ha permesso di recuperare anche una rassicurante arma da fuoco, segno evidente di come la fuga non sia l’unica opzione di sopravvivenza possibile. Ovvio, si tratta solo di schegge, piccoli frammenti di un quadro che si preannuncia ben più complesso e familiare di come non si presentasse anche solo qualche mese fa, ma che sono serviti ad inquadrare in maniera più precisa questo Resident Evil 7.
Ad un passo dalla paura
E che dire poi della piena compatibilità con il PlayStation VR? Forse sarò ingenuamente ottimista io, ma dopo oltre un mese passato in compagnia della periferica Sony (e relativi giochi) mi sento di sbilanciarmi un attimo in merito a questo connubio: Resident Evil 7 potrebbe seriamente rappresentare la vera killer app per la realtà virtuale della compagnia nipponica. Rivivere in prima persona questi pochi minuti di gameplay ha assunto, come per magia, un altro sapore. E se il tutto è riuscito a regalare una seconda giovinezza ludica ad una semplice demo, non oso pensare che impatto possa avere sul prodotto completo. Vivere questo tipo di orrore in prima persona, vi garantisco che è un’esperienza devastante a livello emotivo, capace di portare il tasso di coinvolgimento ad un altezza mai sperimentata prima. Molto, in questo senso, hanno influito i controlli, perfettamente adattabili ad ogni esigenza: lo spostamento del nostro alter ego è ampiamente regolabile e può essere mantenuto libero o gestito a scatti, il cui angolo di rotazione può essere impostato all’interno di un ampio range. L’head tracking, inoltre, si è rivelato efficacissimo e preciso per ciò che concerne la gestione della mira dell’arma, aumentando in maniera percettibile l’immersività. Ad essere ridimensionata è stata soltanto la grafica, ma in maniera decisamente meno consistente di quanto le recenti news spuntate in rete mi avessero fatto pensare: la perdita di risoluzione e definizione sono avvertibili, ma si attestano comunque su livelli decisamente buoni. Tranquilli, le vostre paure non saranno scatenate da un ammasso indecifrabile di pixel.
Resident Evil 7 si appresta a presentarsi al suo appuntamento più importante forte di una rinnovata serie di certezze. Il Midnight Update, difatti, è servito a Capcom per ribadire, seppur in maniera molto velata, le sue intenzioni, grazie ad un paio di elementi in grado di collocare questo settimo episodio su binari a lui più consoni. Lo stesso test sull’implementazione della realtà virtuale ha sortito effetti più che positivi, lasciando intuire come sia possibile coniugare giochi importanti e “veri” con tale tecnologia. Certo, è impossibile pensare che tutti i dubbi si siano magicamente dissolti, ma di sicuro il prossimo gennaio accoglieremo Resident Evil 7 sicuramente spogliati di qualche piccolo pregiudizio.