Raiders of the Broken Planet
di: Luca SaatiDopo le fatiche dedicate al mondo di Castlevania con la serie Lords of Shadow, il team di MercurySteam cambia totalmente registro dedicandosi a un progetto completamente nuovo e diverso da quanto fatto in precedenza. Un gioco indie che riprende ormai la tanto apprezzata (per gli amanti del multiplayer) e odiata (per gli amanti di esperienze più tradizionali) di giochi a servizi come Overwatch e Destiny (tanto per citarne un paio) destinati a durare negli anni grazie al continuo supporto degli sviluppatori. Il nuovo gioco si chiama Raiders of the Broken Planet e lo abbiamo provato qualche settimana fa grazie a una closed beta organizzata dagli sviluppatori.
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Il mondo di Raiders of the Broken Planet
Prima di parlarvi di ciò che abbiamo provato nel weekend di test, ci sembra giusto farvi un’introduzione del gioco. La storia di Raiders of the Broken Planet è ambientata su un pianeta della costellazione di Lira caratterizzato da una risorsa energetica chiamata Aleph. Si tratta di un minerale preziosissimo che viene utilizzato per ridurre i tempi dei viaggi interstellari. I giacimenti di questa risorsa però si sono impoveriti e quindi i mercenari inviati sul posto dalle corporazioni terrestri per controllare le operazioni di estrazione si trovano costretti a raccogliere le ultime riserve con la speranza di riuscire a tornare a casa. I mercenari si sono divisi in quattro fazioni, ognuna protagonista della rispettiva campagna composta da altrettanti missioni. In totale quindi la campagna di Raiders of the Broken Planet sarà caratterizzata da ben 16 missioni. Al lancio sarà disponibile una sola campagna con le altre tre in uscita successivamente, ciascuna racconterà una storia parallela e includerà nuovi personaggi. Resta da capire con precisione che tipo di modello di business approcceranno gli sviluppatori con il lancio delle altre campagne, il gioco infatti non sarà un free-to-play e di conseguenza la nostra speranza sarà quella di vedere queste campagne aggiuntive rilasciate come DLC gratuiti.
Lotta per l’Aleph
Nella closed beta abbiamo giocato due missioni in co-op con altri tre giocatori con in più un giocatore a svolgere il ruolo di nemesi. Ebbene si, avete letto bene: la campagna di Raiders of the Broken Planet mischierà PvE e PvP con una particolare modalità 4v1 asincrona. Se quindi quattro giocatori dovranno collaborare per completare la missione, dall’altra parte troveremo un altro giocatore pronto a impedirlo insieme ai soldati controllati dall’IA. Questa feature aggiunge un po’ di pepe all’azione colmando in parte una delle lacune riguardanti proprio l’intelligenza artificiale. Essendo da solo, l’antagonista può sfruttare una serie di vantaggi come la possibilità di vedere a distanza gli altri giocatori e soprattutto di resuscitare infinite volte. I quattro giocatori invece avranno vite limitate. Esaurite le vite, in caso di morte comparirà un timer che richiederà ai giocatori ancora in vita di sopravvivere per un certo numero di secondi o minuti così da far tornare in vita quelli morti, ovviamente in caso di sconfitta di tutti e quattro gli eroi in questo lasso di tempo la missione verrà fallita.
Il feeling del gioco è quello di un classico hero shooter ma con impostazione in terza persona e sistema di copertura automatico; all’inizio della missione quindi vi sarà possibile scegliere un eroe, ognuno con abilità diverse e armi diverse che andranno ovviamente a cambiare l’approccio del gioco. Abbiamo provato una manciata di eroi come Harec, un cecchino con un fucile uguale a quello di Widowmaker in Overwatch (più lo zoom è attivo e più il danno cresce) e con l’abilità di arrampicarsi ovunque; Lycus è l’esatto opposto prediligendo scontri ravvicinati grazie alle sue pistole a corto raggio e uno scudo cinetico. Oltre alle classiche meccaniche da shooter in terza persona, Raiders of the Broken Planet accenna anche degli scontri corpo a corpo con attacchi e schivate. Pur presentandosi interessante, il gameplay del gioco di MercurySteam al momento non ci ha impressionato sia nelle sequenze sparacchine, a causa di un gunplay che ci ha trasmesso davvero poco, che scontri melee caratterizzati da animazioni legnose. In generale abbiamo sentito di esserci trovati dinanzi a una closed beta che richiede ancora diversi mesi per essere aggiustata e migliorata.
Al termine di una missione si otterranno crediti e schemi per costruire una nuova arma. Inoltre prima di una partita sarà possibile attivare anche dei perk tramite delle carte speciali di diversa rarità. Giocando invece nei panni dell’Antagonista sarà possibile ottenere dei marchi speciali per scalare le classifiche dei migliori villain della community. Ci saranno ovviamente eventi stagionali con premi e ricompense. Anche qui però abbiamo qualche dubbio: riuscirà questo sistema di drop a spingere i giocatori a rigiocare e rigiocare le missioni ogni volta? O finirà per stancarli dopo poco portandoli quindi ad abbandonare il gioco?
Chiudiamo con una piccola parentesi riguardante il comparto tecnico. Dal punto di vista artistico Raiders of the Broken Planet ha personalità da vendere con uno spiccato design dei personaggi che tuttavia non spiccano per conta poligonale. In generale comunque si avverte la sensazione di trovarsi dinanzi a un gioco ancora in fase precoce. Segnali contrastanti invece per quanto riguarda il netcode: chi vi scrive non ha avuto particolari problemi trovandosi dinanzi a un esperienza stabile, d’altra parte invece il suo collega (il buon MarkoDeeJay) ha avuto un numero di problemi di lag tali da rendere ingiocabili le partite.
In conclusione
Questa prova di Raiders of the Broken Planet ci ha lasciato con tanti dubbi e poche certezze. Da una parte il concept dietro al gioco e alcune idee come la commistione di PvE e PvP hanno destato in noi grande interesse, dall’altra ci siamo trovati un gameplay non solidissimo e diverse domande sulla distribuzione delle campagne aggiuntive e sulle capacità del gioco di spronare gli utenti a rigiocare più volte le missioni. La nuova IP di MercurySteam vedrà la luce entro la fine del 2017, da qui all’uscita ci sarà sicuramente tempo per migliorare il gameplay e chiarire gli altri dubbi che ci attanagliano. Speriamo di avere l’occasione di trovare il gioco più in forma in una prossima versione di test.