Outlast 2
di: Simone CantiniBrivido, terrore, raccapriccio. Anche se il buon Cattivik non c’entra niente, almeno questa volta, di sicuro queste tre parole possono accostarsi senza timore di risultare fuori contesto anche alla produzione più famosa di Red Barrels. Ed è proprio con Outlast 2 che lo studio canadese ha intenzione di accompagnarci, ovviamente gridando per il terrore, all’inizio del 2017.
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Le molte facce della paura
La demo di Outlast 2 ci catapulta direttamente all’interno dell’incipit di quella che sarà l’esperienza finale, calandoci nei panni del reporter Blake Langermann che, assieme alla moglie Lynn, si ritrova ad indagare sull’omicidio di una giovane donna. Peccato che un incidente decida di metterci lo zampino, finendo con il separare i due e lasciando il povero Blake a girovagare, impaurito ed infreddolito, all’interno di un sinistro gruppo di casupole di campagna, ovviamente in compagnia della fida videocamera ad infrarossi. Sono sufficienti pochi passi per venire letteralmente avvolti da un’atmosfera opprimente e disturbante che, di sicuro, i fan del precedente episodio non tarderanno a riconoscere ed amare. Aggirarsi per le squallide baracche, mentre tutto attorno si odono sinistri bisbigli, scricchiolii e strazianti grida lontane, con incollata addosso la sgradevole sensazione di sentirsi costantemente osservati, ha mantenuto ancora una volta un fascino quanto mai perverso e stuzzicante. La violenza, appena accennata nei primi istanti, finisce per materializzarsi bruscamente non appena ci imbattiamo in un rozzo altare imbrattato di sangue, subito seguito da una fossa ricolma di cadaveri mutilati. La fisicità dell’orrore assume, però, ben presto i contorni sfocati di un incubo surreale, non appena un mostruoso tentacolo sbuca improvvisamente da un pozzo, avvinghiandoci e facendoci precipitare in quella che ha tutta l’aria di essere una scuola. È qua che i temi soprannaturali già sperimentati nel precedente Outlast prendono ampiamente piede, non risparmiandoci il classico jumpscare prima di condurci nell’ultima porzione della demo, in cui saremo chiamati a sfuggire ad alcuni minacciosi contadini. Si è trattato di una sessione giocata relativamente breve, poco superiore ai 10 minuti, ma in grado di ripresentare in maniera quanto mai esaustiva tutti gli schemi ludici che hanno fatto la fortuna del vecchio episodio. È forse questo, attualmente, l’unico limite che traspare in questa demo di Outlast 2, in cui è appare chiaramente come Red Barrels non abbia intenzione di distaccarsi dagli elementi che hanno fatto la fortuna della loro IP. Il che non deve essere necessariamente visto come un aspetto negativo, sia chiaro, ma una lieve evoluzione della formula adottata sarebbe comunque piacevole ed auspicabile. Di sicuro a stuzzicare l’attenzione ci ha pensato l’azzeccatissima atmosfera che, per quanto abusata e ampiamente rivista, è riuscita a stuzzicare ed incuriosire quanto basta per attendere la release finale. Sarà che siamo inconsapevolmente attratti dal male in ogni sua forma e manifestazione?
Orrore sonoro
Non sono pochissimi gli anni che separano questo Outlast 2 dal suo fratello maggiore, pertanto un incremento della qualità visiva era quanto mai desiderabile. E sotto questo aspetto si nota come i ragazzi di Red Barrels siano riusciti nell’operazione di arricchimento. La messa in scena appare più rifinita e dettagliata, così come la cura riservata ai pochi personaggi visti nella demo. Ovviamente non mancano alcuni trucchetti per mascherare le magagne ed alleggerire il lavoro computazionale, che hanno nelle ampie zone di oscurità e nell’utilizzo della visione notturna della telecamera i loro esponenti migliori. Gli sforzi maggiori, però, sono stati evidentemente rivolti sul versante sonoro, capace come non mai di avviluppare il giocatore in un bozzolo di ansia e terrore secondo a nessuno. Gemiti, fruscii ed urla, combinati ad una colonna sonora presente sempre al momento giusto, riescono a creare un alchimia dell’orrore capace d rivaleggiare con le più cruente espressioni visive.
Di certo non può essere sufficiente questa manciata scarsa di minuti per giudicare, anche sommariamente, Outlast 2. Chi si aspettava una riscrittura del gameplay resterà sicuramente deluso, dato che il nuovo capitolo della saga targata Red Barrels sembra voler puntare tutto sugli elementi che ne hanno decretato il successo. A fare la voce grossa, però, ci ha pensato l’atmosfera generale respirata che, tra una violenza tangibile ed un orrore più immateriale, è riuscita a catturare sicuramente la nostra attenzione, pur peccando apparentemente di originalità. Di sicuro, comunque vadano le cose, la voglia di tornare a spaventarsi ha tornato prepotentemente a picchiettarci la spalla.