Hands-On

Jojo’s Bizarre Adventures: Eyes of Heaven

di: Simone Cantini

C’era un tempo remoto in cui, a meno di non avere nel titolo le parole Dragon e Ball, era praticamente impossibile che un gioco emigrasse dal gelosissimo Giappone. Al binomio creato da Toriyama-san si è aggiunto gradualmente, ma in giorni decisamente più recenti, il fenomeno Naruto. Le cose però sembrano essere radicalmente cambiate, al punto che sino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile vedere un videogame come Jojo’s Bizarre Adventures: Eyes of Heaven distribuito al di fuori dell’arcipelago nipponico. Fortunatamente la storia ha però un andamento tutt’altro che lineare e proprio pochi giorni fa è stato possibile saggiare con mano una piccola porzione della nuova fatica targata Cyberconnect2.

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Steel Ball Run reprise?

La demo di Jojo’s Bizarre Adventures: Eyes of Heaven non brilla certo per quantità di contenuti proposti, presentando unicamente il primo capitolo di quello che, si spera, sarà un corposo story mode e la modalità libera, in cui è possibile far scontrare tra di loro 4 (Jotaro, Kakyoin, Josuke e Okuyasu) dei personaggi che andranno a rimpolpare il corposo roster. La porzione single player ha il compito di introdurci alle vicende che faranno da contorno alle nostre scazzottate. Scritte appositamente per il gioco, queste prendono il via alla conclusione della terza serie, immediatamente dopo la sconfitta di Dio, e vedranno i nostri eroi impegnati nella ricerca di una misteriosa reliquia in perfetto stile Steel Ball Run. Sfacciatamente fuori continuity, la trama vedrà mescolarsi tra loro personaggi provenienti da epoche differenti, farà tornare in vita individui oramai morti e sepolti e metterà in mostra tutte le dinoccolate pose che hanno fatto la fortuna di Hirohiko Araki.

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Risse di coppia

Se avete visto almeno uno dei numerosi video di gameplay distribuiti da Namco Bandai nel corso degli ultimi mesi, saprete già che il gameplay di Jojo’s Bizarre Adventures: Eyes of Heaven è quello di un picchiaduro arena in cui due coppie di lottatori se le daranno di santa ragione, sfruttando calci, pugni e Stand. Il combat system, per quanto concettualmente semplice, gode comunque di una discreta complessità, dato il coinvolgimento di praticamente tutti i tasti del pad. I tasti Quadrato e Triangolo sono impiegati per gestire gli attacchi basici e le prese, mentre al Cerchio e alla Croce sono rispettivamente relegati schivata e salto. La pressione del dorsale sinistro, combinata con i bottoni frontali, permetterà di utilizzare le mosse speciali di ciascun personaggio, che però non potranno essere spammate ad oltranza, dato che saranno influenzate da un periodo di ricarica. Riempiendo un’apposita barra, inoltre, sarà possibile scatenare ulteriori e devastanti mosse tramite la pressione del touch pad, del dorsale destro e di entrambi i due dorsali. Queste daranno origine ad attacchi peculiari di ciascun personaggio, combo potenziate e letali attacchi tag. Appare quindi evidente come sia stato fatto un buon lavoro per quanto riguarda le possibilità di offesa, grazie ad un parco mosse sufficientemente vario e stratificato. Purtroppo, pad alla mano, le cose si sono rivelate meno interessanti del previsto, soprattutto a causa dell’estrema caoticità che ha caratterizzato gli scontri oggetto della prova. Complici le arene non certo vastissime, anzi decisamente sottodimensionate rispetto a J-Stars Victory Vs (tanto per rimanere in tema), ed una velocità di gameplay elevata, riuscire a concatenare in maniera coerente e ragionata i vari colpi è risultato alquanto difficile. Lo stesso lock sugli avversari non aiuta molto a semplificare le cose. Speriamo si tratti di limitazioni riservate unicamente alle aree presenti nella demo, ma la sensazione è che rispetto al precedente Jojo’s Bizarre Adventure: All Star Battle, per quanto appartenente ad una tipologia ludica differente, Cyberconnect2 abbia compiuto un paio di netti passi indietro per quanto riguarda la bontà del gameplay. Fortunatamente ad essere importata dall’altro episodio arakiano è stata tutta la serie di task da soddisfare durante gli scontri, tramite i quali è possibile sbloccare contenuti aggiuntivi ed accumulare punti utili ad acquistare nuovi elementi ludici. Interessante, per quanto concerne lo story mode, l’introduzione di alcuni aspetti ruolistici: l’utilizzo dei vari personaggi, difatti, andrà volta volta ad accrescere il loro livello, permettendo di aumentarne così le caratteristiche attraverso una griglia che ricorda in tutto e per tutto la Sferografia di Final Fantasy X. Si tratta di una feature sulla carta interessante, che aspettiamo di testare a fondo in fase di recensione. Sempre in merito alla modalità single player, c’è da sottolineare la volontà di rendere meno lineare la progressione, alternando gli inevitabili scontri con alcune sezioni esplorative utili a reperire oggetti e personaggi aggiuntivi. A fungere da corollario al tutto interviene una resa grafica che, pur non estremamente complessa, riesce a riprodurre fedelmente lo stile di Araki, in maniera del tutto analoga a quanto fatto in Jojo’s Bizarre Adventures: All Star Battle. Insomma non esagera, ma quello che fa lo fa dannatamente bene.

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Se ero eccitato all’idea di poter nuovamente controllare i personaggi di uno dei miei manga preferiti di sempre, soprattutto dopo l’ottimo rapporto instaurato con il precedente lavoro di Cyberconnect2, devo confessare che la prova su strada di questo Jojo’s Bizarre Adventures: Eyes of Heaven ha decisamente raffreddato l’entusiasmo. Certo, l’idea di approfondire lo story mode è tanta, me è più che altro legata all’affetto provato nei confronti dei vari personaggi. Il vero punto debole del titolo Namco Bandai, difatti, ad oggi pare proprio essere il gameplay che, per quanto teoricamente interessante, è risultato troppo caotico per risultare realmente divertente. Speriamo che la release finale riesca a dissipare questi dubbi, ma se il buongiorno si vede dal mattino credo proprio che mi toccherà rispolverare la mia copia di Jojo’s Bizarre Adventures: All Star Battle.