
Farming Simulator 16bit Edition
di: Simone CantiniLe dinamiche redazionali del Tribe sono davvero difficili da spiegare a chi non le vive dall’interno. Prendete il mio caso, ad esempio: per il solo fatto di aver vissuto per qualche anno nella campagna senese, sono stato di diritto eletto come unico responsabile della narrativa recensoria relativa a Farming Simulator. Come se il solo fatto di aver posseduto una casa rurale avesse il magico potere di elevarmi ad esperto coltivatore di campi. In verità, sono pure allergico ai pollini e a tutto quanto aleggia nell’aria, quindi non mi sono mai nemmeno avvicinato alla cura del piccolo pezzettino di terra a disposizione. Vabbè, questo pippone assurdo solo per introdurre l’analisi di quella bizzarra e nuova iterazione del celebre franchise di casa GIANTS Software, ovvero Farming Simulator 16bit Edition.

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Sogni di gioventù
Lo so, in un periodo storico in cui le produzioni indipendenti hanno dimostrato di volersi sempre più rifugiare dietro una confortante e rassicurante estetica in pixel art, non dovrebbe stupire l’arrivo di Farming Simulator 16bit Edition. Che proprio come dice il suo nome, ci offre uno sguardo assai nostalgico a quel periodo a base di grafica rigorosamente disegnata a mano, un frammento alla volta. A sorprendere, però, sono gli step che hanno portato lo studio elvetico a rilasciare in forma ufficiale quella che potrebbe apparire come una semplice provocazione. Per comprendere il percorso creativo, occorre fare un piccolo passo indietro, ovvero al lancio della collector di Farming Simulator 25 (uscita lo scorso novembre), che al suo interno includeva una versione in stile cartuccia retro. Trovata assai curiosa, in grado però di ricevere un grande apprezzamento da parte di collezionisti e semplici fa.

Un successo tanto inaspettato da spingere Renzo Thönen, uno dei cofondatori della compagnia, a realizzare quel demake che risponde proprio al nome di Farming Simulator 16bit Edition. Un vero e proprio divertissement, che affonda le proprie origini nei trascorsi del coder che, ai tempi dei ruggenti SNES e Mega Drive, sognava quelle rutilanti immagini in pixel art così lontane dal vetusto C64 di cui era possessore. Ed è proprio per omaggiare questa giovanile voglia di cambiare e fare quel passo evolutivo così importante per il mondo del gaming, che nel giro di qualche breve weekend, Renzo è riuscito a dare forma a questa versione old school del gioco.

Prospettive rurali
Data la sua natura, ovvero l’essere una versione diretta proprio alla nera console che fu di SEGA, sono stati necessari numerosi accorgimenti tecnici, che si sono portati in dote alcune ovvie limitazioni in ottica di puro gameplay. Innanzitutto, a subire un ridimensionamento è stato il numero di veicoli disponibili, che ha ridotto a 14 il corposo set di mezzi presenti nelle versioni sotto steroidi del franchise. La stessa ampiezza delle mappe di gioco (ne sono disponibili 3) è stata logicamente ridotta, così come il quantitativo di macchine che è possibile avere contemporaneamente su schermo. Queste ultime, a differenza di tutto il resto che è stato realizzato in pura pixel art, non sono altro che versioni semplificate dei modelli 3D presenti nelle installazioni originali, rimodellate tramite Blender.

Ludicamente parlando, pur mantenendo intatto il canonico ciclo che alterna aratura/semina/raccolto/vendita, sono state effettuare alcune modifiche in Farming Simulator 16bit Edition, a partire dall’impostazione visiva, che ha scelto di abbracciare una prospettiva isometrica. Si tratta di un omaggio palese nei confronti della serie Strike, che tanto furoreggiava proprio su Mega Drive, come lo stesso Renzo ha svelato ai canali ufficiali del gioco. Le stesse meccaniche di puro gameplay, sono state logicamente ridimensionate, rendendo il tutto paradossalmente più snello ed accessibile rispetto alla controparte moderna. Il loop di gioco ruoterà, quindi, tutto attorno al processo di crescita e raccolta, con l’obiettivo di guadagnare più denaro possibile per acquistare mezzi migliori e sbloccare le varie mappe di gioco. Tutto molto semplice ed immediato.

Suoni esclusivi
Una piccola chicca di Farming Simulator 16bit Edition è rappresentata dal nome che si nasconde dietro la soundtrack della produzione: stiamo parlando di Chris Huelsbeck, uno dei musicisti più iconici e rinomati della scena musicale videoludica (e non solo). A dispetto della manciata di brani presenti, lo stile del compositore teutonico è perfettamente riconoscibile e calzante, a dimostrazione della sua immensa versatilità creativa.

Trattandosi di una piccola chicca destinata principalmente ai puri appassionati e collezionisti, Farming Simulator 16bit Edition è stato realizzato in collaborazione con Strictly Limited, che ne ha realizzato due versioni fisiche, di cui vi avevamo già parlato in occasione del reveal ufficiale. È possibile, comunque, acquistare il gioco anche in versione interamente digitale, ovviamente ad un prezzo più contenuto: questo ci permetterà di avere accesso ad una versione eseguibile su PC, tramite apposito emulatore integrato, ma anche di poter caricare la ROM su adattatori appositi o tramite altri software, per poter giocare praticamente ovunque (chi ha detto smartphone e tablet?).

Che si veda come una pura provocazione o un semplice sfizio di un programmatore, Farming Simulator 16bit Edition rappresenta sicuramente un curioso progetto per GIANTS Software. Per quanto rivolto volutamente ad una piccola nicchia di appassionati e collezionisti, pur con le sue ovvie e dovute limitazioni, tanto tecniche che ludiche, il demake in questione ha comunque un’anima ben definita, oltre che rispettosa del periodo storico del gaming che intende omaggiare. Se siete ansiosi di arare e coltivare in pixel art, come si faceva una volta, fateci pure un pensiero, fosse anche per la semplice versione digital only.