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E.T. Telefono…dal New Mexico – Il mistero svelato!

A volte le leggende prendono vita, quelle storie affascinanti da raccontare in serate colme di mistero attorno ad un falò si trasformano in realtà, quegli stravaganti eventi raccontati da un amico di un amico di nostro cugino si vestono di un concreto e tangibile stupore.
Oggi, e mi sento un pò Adam Kadmon a parlarne così, e non ne vado fiero, parleremo del segreto videoludico Atari, E.T. the Extra-Terrestrial.
Correva l’anno 1982, l’Italia vinceva i mondiali di calcio e nei cinema usciva un film che segnò l’industria cinematografica, una perla fantascientifica che non ha bisogno di presentazioni, parliamo ovviamente di E.T l’Extraterrestre.

di: JimmyWoods

A volte le leggende prendono vita, quelle storie affascinanti da raccontare in serate colme di mistero attorno ad un falò si trasformano in realtà, quegli stravaganti eventi raccontati da un amico di un amico di nostro cugino si vestono di un concreto e tangibile stupore.
Oggi, e mi sento un pò Adam Kadmon a parlarne così, e non ne vado fiero, parleremo del segreto videoludico Atari, E.T. the Extra-Terrestrial.
Correva l’anno 1982, l’Italia vinceva i mondiali di calcio e nei cinema usciva un film che segnò l’industria cinematografica, una perla fantascientifica che non ha bisogno di presentazioni, parliamo ovviamente di E.T l’Extraterrestre.
Come spesso accade l’industria videoludica segue quella cinematografica sviluppando giochi ispirati a film di successo, purtroppo il trionfo ai botteghini di una pellicola non implica in nessun modo un consenso del pubblico per la sua controparte votata al gaming casalingo, dando alla luce così a degli orrori talmente spaventosi da far impallidire i più temerari videogiocatori e portando le case sviluppatrici a gesti che la dicono lunga sull’interpretazione di autocritica.

E’ il caso di Atari che in quegli anni, forte di un successo sempre in crescita grazie al suo Atari VCS 2600, pensò bene di investire molti dollaroni per comprare la licenza e sviluppare il videogioco ufficiale del film di Spielberg appunto E.T. the Extra-Terrestrial.
Fino a qui tutto bene, se non fosse che Atari aveva ampiamente sottovalutato i costi per sviluppare il gioco, per pubblicizzarlo e per farlo uscire in tempi brevi e sopratutto aveva sopravvalutato il successo dello stesso, si narra che venne programmato in sole 5 settimane e da una sola persona, il risultato, come potete immaginare fu disastroso e ne uscì un gioco pessimo.
Il gameplay era strutturato così, il giocatore controllava l’alieno E.T. che attraversando vari schermi doveva ottenere i tre pezzi necessari a costruire un telefono, che gli avrebbe permesso di telefonare a casa.

La critica specializzata fu spietata, definito in più occasioni il peggior videogioco di tutti i tempi, questo creò un vortice nel quale venne irrimediabilmente risucchiata ancheAtari, difatti questo epico flop fece perdere ben 536 milioni di dollari alla società nel 1983 causandone il fallimento e la vendita del reparto console nel 1984.
In realtà all’inizio il gioco ottenne vendite discrete, da attribuirsi sicuramente all’onda di successo ottenuta dall’omonimo film, vendite però da non considerarsi tali in quanto la stragrande maggioranza degli acquirenti, una volta provata la cartuccia, chiesero ed ottennero il rimborso dei 40 dollari spesi.

E qui inizia la leggenda, Atari consapevole del suo crimine decise di fare spazio nei magazzini dove venivano tenute a prendere polvere circa 5 milioni di copie del gioco, in accordo con la città di Alamogordo nel New Mexico, riversarono le cartucce invendute direttamente nella discarica cittadina in mezzo al deserto.
Il tutto venne dimenticato, e la storia fece il suo corso venendo velatamente tramandata tra gli amanti del settore diventando una sorta di leggenda metropolitana.

Urban legend che a quanto pare Xbox Entertainment Studios, Fuel Entertainment e Lightbox decisero di verificare, a distanza di anni, e precisamente il 27 Aprile di quest’anno infatti fu organizzata una spedizione alla Indiana Jones proprio nella discarica in questione per cercare le famose copie del tormentato gioco.
La sorpresa fu grande quando gli escavatori portarono effettivamente alla luce scatole e scatole marchiate Atari contenenti le cartucce e confermando la veridicità della storia facendo fare alla notizia il giro del mondo.
Una manovra di marketing della divisione Videogame Microsoft, evidentemente non impegnatissima a fare altro, che suscitò curiosità e stupore nell’ambiente videoludico e dei media in genere.

Tutta la vicenda ha acceso un hype impressionante nei confronti di un fallimento videoludico diventato a distanza di quasi 30 anni una rarità, basta cercare in internet nei vari siti di aste ed ecommerce online “E.T. Atari” per acquistare a prezzi folli la propria copia del gioco speculando su una cosa che ora è ancora più inutile di quando uscì negli anni 80.

A me piace leggere la cosa in maniera diversa, vedere il romanticismo nascosto dietro il gesto del voler portare a casa un pezzettino di leggenda che era, e che ora non è più.

Una cosa importante, 1982 Uscita E.T. the Extra-Terrestrial – Italia vince i mondiali di calcio, 2014 re-uscita di E.T. the Extra-Terrestrial – Italia in corsa per i mondiali di calcio…coincidenza? io non credo…