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Dust 514

Fenomeno già florido e radicato in ambiente PC, il modello del free to play sembra essere il futuro prossimo anche del videogaming su console, almeno stando alle sempre più pressanti dichiarazioni di colossi del calibro di EA e Crytek. E nonostante, almeno su PS3, ci siano stati dei timidi tentativi di replicare una formula simile (basta pensare a Free Realms e DC Universe), il potere di portare a compimento una simile rivoluzione sembra risiedere unicamente nel tanto chiacchierato Dust 514.

di: Simone Cantini

Fenomeno già florido e radicato in ambiente PC, il modello del free to play sembra essere il futuro prossimo anche del videogaming su console, almeno stando alle sempre più pressanti dichiarazioni di colossi del calibro di EA e Crytek. E nonostante, almeno su PS3, ci siano stati dei timidi tentativi di replicare una formula simile (basta pensare a Free Realms e DC Universe), il potere di portare a compimento una simile rivoluzione sembra risiedere unicamente nel tanto chiacchierato Dust 514.

Futuro presente?

Grazie all’interazione con l’universo MMORPG di Eve Online, già presente da quasi 10 anni in ambiente PC, Dust 514 si presenta come un’espansione puramente FPS cooperativo/competitivo del suddetto mondo di gioco. I veterani della serie, quindi, non tarderanno molto ad ambientarsi e districarsi all’interno delle varie razze e corporazioni che caratterizzano la creatura di CCP che, almeno sotto il profilo della mera caratterizzazione, risulta essere davvero curata e credibile. Una volta avviata la beta ed aver scaricato i quasi 4GB di materiale indispensabile al suo funzionamento, ci verrà chiesto di dare vita al nostro avatar, scegliendo tra le 4 razze disponibili. Deciso il ceto e il ruolo militare, ci ritroveremo in una capsula di stasi, ovvero quello che può essere considerato a tutti gli effetti l’hub di gioco. Tramite questa piccola stanza potremo accedere alla personalizzazione delle skill del personaggio, dell’equipaggiamento e degli eventuali veicoli in nostro possesso. Potremo, inoltre, accedere allo shop del gioco che, grazie all’utilizzo delle due valute presenti in Dust 514, ci consentirà di mettere le mani su nuovi potenziamenti ed armi. Chiude il cerchio delle opzioni la possibilità di scendere in campo e prendere parte ad una delle migliaia di battaglie quotidianamente ospitate sui server di gioco. Queste ultime, vero fulcro del lavoro CCP, si suddividono in 2 tipologie: deatmatch a squadre e una variante del classico king of the hill, in cui le due fazioni dovranno contendersi il controllo di alcune postazioni di artiglieria al fine di distruggere il centro di comando avversario. Ad una parte ruolistica/gestionale che appare sin da subito (a dispetto delle molteplici feature ancora non attive nella beta) molto complessa ed approfondita, si contrappone una sostanza ludica davvero elementare e priva di alcuna spinta innovativa, su cui va ad impattare in maniera decisamente negativa la natura di titolo free to play della creatura CCP. I match giocati, difatti, hanno mostrato sin dal principio i limiti insiti in simili meccaniche, con scontri decisamente sin troppo squilibrati a causa della sproporzione che intercorre tra armamenti free e quelli a pagamento. I primi, acquistabili investendo gli ISK guadagnati in seguito al compimento delle varie missioni, sono monouso e svaniscono ogni qualvolta si viene uccisi in gioco, motivo che obbliga i giocatori decisi a non investire denaro sonante in upgrade ad equipaggiare numerose copie di questi, spesso costosi, gingilli. Differente la natura degli armamenti legati all’impiego dell’Aurum, l’altra valuta presente in Dust 514, che può essere incamerata semplicemente tirando fuori di tasca la propria carta di credito: questi, oltre ad essere decisamente più potenti, non subiscono alcun deterioramento in seguito ai vari decessi, rimanendo sempre attivi per tutto il corso della nostra permanenza sui server di gioco. E se consideriamo che lo stesso discorso si applica ai vari potenziamenti ed ai veicoli, appare lampante come scegliere la strada della gratuità ci abbia portato sin troppo spesso a fare i conti con avversari impossibili da battere.

È un mondo difficile

Data la natura MMO del titolo era sicuramente lecito non aspettarsi chissà quali meraviglie dal motore di gioco, ma gli scenari messi in piedi in Dust 514 vanno ben oltre la più pessimistica delle previsioni: gli ambienti di gioco sono quanto mai scarni e si riducono per lo più a lande brulle movimentate da colline e strutture, poligonalmente parlando, sin troppo lineari, il tutto condito con texture che avrebbero sollevato qualche perplessità anche su PS2. Prendete uno dei numerosi pianeti esplorabili in Mass Effect 1, imbruttite ulteriormente il tutto ed avrete un’idea più precisa di quella che è la veste estetica di Dust 514. Parimenti, la giocabilità non si è rivelata eccezionale, a causa di un netcode che, per quanto ancora non al massimo della potenza, non è risultato esente da lag e disconnessioni. Niente di eclatante anche sul fronte delle meccaniche di gioco, prese di peso dalle centinaia di FPS che hanno invaso il mercato sin dall’avvento di Doom: mappatura di comandi quanto mai tradizionale e schema di gioco ultra abusato. Certo, il fascino di tutta la produzione si basa pesantemente sulla futura interazione tra utenti PC e PS3, all’interno di quello che è un mondo di gioco quanto mai vasto e caratterizzato, ma se a latitare è il divertimento (a patto di non spendere decine di Euro solo per essere competitivi) la ricercatezza del background lascia il tempo che trova.

Al momento l’antipasto di questo Dust 514 si è rivelato davvero poco appetibile, vuoi per una realizzazione tecnica (ma questo potrebbe facilmente essere l’ultimo dei problemi) davvero imbarazzante, vuoi per una infrastruttura ludica che penalizza pesantemente tutti coloro che desiderano unicamente giocare, senza essere vincolati a spese costanti per farlo. Certo ci troviamo al cospetto di un lavoro non ancora ultimato, ma tutti i limiti delle meccaniche free to play sono difficili da mascherare, a meno di non modificare pesantemente l’interazione tra clienti free e premium. Al momento l’unica cosa che ci sentiamo di affermare è che se questo è il futuro del videogaming tanto decantato da Crytek e compagnia cantante, c’è solo da augurarsi che la prossima generazione di console sia ancora ben lontana dal venire alla luce.