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Bioshock Infinite: Burial at Sea

E' con un po' di malinconia e anche una buona dose di rabbia che recensiamo in tandem questa espansione di Bioshock Infinite: Burial at Sea (episodi 1 e 2). Malinconia perchè forse sarà l'ultima volta che vedremo Rapture, una location indimenticabile per buona parte di ogni videogiocatore che si rispetti. Rabbia perchè questo è l'ultimo prodotto che verrà sviluppato da Irrational Games che saluta i suoi fan regalandogli (si fa per dire) un ultimo viaggio in fondo all'oceano.
Godetevelo secondo per secondo: l'ultimo viaggio a Rapture è di sola andata.

di: Simone "PulpGuy88" Bravi

E’ con un po’ di malinconia e anche una buona dose di rabbia che recensiamo in tandem questa espansione di Bioshock Infinite: Burial at Sea (episodi 1 e 2). Malinconia perchè forse sarà l’ultima volta che vedremo Rapture, una location indimenticabile per buona parte di ogni videogiocatore che si rispetti. Rabbia perchè questo è l’ultimo prodotto che verrà sviluppato da Irrational Games che saluta i suoi fan regalandogli (si fa per dire) un ultimo viaggio in fondo all’oceano.
Godetevelo secondo per secondo: l’ultimo viaggio a Rapture è di sola andata.

 

Funerale in mare

Questo di DLC prende in vita in uno dei molteplici universi paralleli che abbiamo imparato a conoscere in Bioshock Infinite. Booker Dewitt è ora il titolare di un agenzia d’investigazioni a Rapture, diversi anni prima la sua caduta. Alla sua porta, una sera, bussa una bellissima donna di nome Elizabeth (la nostra Elizabeth) che dice di avere un lavoro per lui: trovare una ragazzina di nome Sally, una bambina che Booker conosce bene. Le bambine a Rapture hanno un grande valore però, rappresentano veri e proprie fabbriche di ADAM. Il loro destino è segnato: dovranno diventare sorelline.
Ma chi è davvero Elizabeth? E questa Sally esiste davvero? E’ ancora viva?
Narrativamente Burial at Sea mantiene gli standard qualitativi simbolo della serie. Il plot conferma, ancora una volta (come se ce ne fosse bisogno) la capacità, unica, di Irrational Games di saper creare storie avvincenti, originali e che fanno riflettere, anche molto tempo dopo essere arrivati alla conclusione. La caratteristica di questa storia però è quella di voler far luce sui misteri più oscuri di Rapture e Columbia, due città praticamente simbiontiche, che non sarebbero potute esistere se non attraverso un collegamento diretto che le facesse interagire, attraversando spazio e tempo. Un obiettivo difficilissimo che viene però centrato in pieno attraverso una narrazione attenta ad ogni singolo dettaglio ed arricchita dagli sconcertanti aneddoti degli abitanti delle due città contenuti negli audiodiari e nei voxophoni. Peccato per la mancanza del doppiaggio in italiano e per l’assenza dei sottotitoli durante l’ascolto dei diari.
La riconferma che gli sceneggiatori di Irrational sono dotati di un talento narrativo straordinario, che esula dal semplice concetto di “trama da videogame”. Speriamo che questo talento non vada sprecato.

Tornando al gioco, ci troviamo di fronte a un mistero torbido come le acque stagnanti Rapture che vediamo, per la prima volta, ai tempi del suo massimo splendore, quando ancora ADAM e plasmidi non avevano mandato in rovina la creatura di Andrew Ryan. Torna anche qualche volto noto come il diabolico artista Sander Cohen, qualche luogo molto familiare ai fan della saga ed in generale tanta nostalgia per quello che si conferma un universo videoludico destinato ad entrare nella storia. Non mancherà però nemmeno una nuova sgambata nella ventosa Columbia in cui ci troveremo a guardare gli eventi raccontati nel gioco principale da una nuova ed agghiacciante prospettiva scoprendo, ancora una volta, che dietro le nostre azioni nei panni di Booker ed Elizabeth si nasconde molto di più.

Episodio 1

Il primo episodio di Burial at Sea vede Booker seguire le istruzioni e gli indizi di Elizabeth che, stranamente, pare sapere bene dove si trovi Sally. Il sistema di gioco rimane pressochè invariato nonostante il ritorno della raggiera dei poteri e delle armi che permetterà al giocatore di mettere insieme un equipaggiamento molto più fornito di quello del gioco originale. Ritornano tutti i vigor classici presenti in Infinite che, nonostante siano sotto forma di plasmidi, si dovranno comunque bere e non iniettare, un indizio magari insignificante ma che rivela la genialità della narrazione: trovandoci in un universo parallelo e non nella Rapture che conosciamo, ci sono dei piccoli ma sostanziali cambiamenti che la ricollegano alle vicende raccontate in Infinite.

Nonostante una durata abbastanza ridotta (poco meno di due ore per terminarlo, esplorando con cura ogni anfratto) Episodio 1 è ricco di azione e caratterizzato da una difficoltà media piuttosto elevata visto l’alto numero di ricombinanti che ci si scaglieranno contro e le poche risorse a nostra disposizione. C’è una piccola contraddizione infatti nella struttura di gioco: nonostante il numero di potenziamenti ed upgrade per armi e poteri, il ristretto minutaggio non ci consentirà di sfruttarli completamente, costringendoci a puntare esclusivamente sulle risorse più indispensabili al nostro stile di combattimento. Interessante l’introduzione di alcune sequenze affrontabili anche in stile stealth, nonostante siano risolvibili solo attraverso l’attacco in corpo a corpo con lo skyhook (altro elemento traslato da Infinite ed inserito a forza all’interno di Rapture per mantenere la continuità narrativa, di fatto nella Rapture che conoscevamo non c’era traccia delle rotaie sospese). Un’avventura breve ma intensa che culminerà con lo scontro che ogni amante del primo Bioshock ha ben impresso nella memoria. Momento di genuina emozione.

Episodio 2

Abbandonati i panni di Booker, senza potervi dire il perchè per motivi di spoiler, Episodio 2 ci catapulta di nuovo a Rapture impersonando Elizabeth, del tutto intenzionata a trovare Sally per scoprire finalmente la verità sulla bambina e su di lei. Il naso le sanguina e questo, come sappiamo, non è affatto un buon segno se ti trovi in un universo in cui hai smesso di esistere. La storia si fa più complessa, i continui intrecci narrativi ci portano a viaggiare tra Rapture e Columbia scoprendone legami e insabbiamenti a dir poco macabri che vanno ad arricchire l’immaginario che il giocatore aveva dell’universo narrativo di Bioshock, intenso come un’opera unica, senza distinzione di capitoli. Tutto è collegato, tutto è riconducibile ad una coscienza collettiva che ha però distrutto entrambe le città e, di volta in volta, le vite dei protagonisti. Da divorare come si farebbe con un grande libro o un bellissimo film.
Concettualmente la struttura di gioco di Episodio 2 cambia diametralmente rispetto al primo capitolo. Elizabeth non è dotata della forza di Booker e così i suoi attacchi corpo a corpo non avranno praticamente alcun effetto sui nemici se non portati di soppiatto. Le fasi stealth si fanno molto più accentuate e ragionate e diventano praticamente essenziali in alcune sezioni. In nostro aiuto arriva un nuovo plasmide, “Guardone”, in grado di farci diventare invisibili e di vedere i nemici attraverso i muri. Fa la sua comparsa anche la balestra con dardi avvelenati, a gas e sonori, ideale per tendere trappole letale ai moltissimi nemici che affolleranno le varie aree.
Un concept rinnovato e assolutamente godibile anche perchè nessuno vi vieta di mescolare vari tipi di approccio, l’arsenale ed i poteri sono praticamente gli stessi di sempre nonostante siano stati rimossi buona parte dei potenziamenti ottenibili presso i vari distributori.
Unico neo di questo secondo DLC è il lavoro svolto sull’I.A. nemica che ci è sembrata stranamente meno reattiva dell’Episodio 1, con nemici che, talvolta, non ci hanno visto nonostante fossimo a pochi metri da loro oppure hanno esitato ad attaccarci dandoci il tempo di freddarli in tutta calma.
Concludiamo dicendo che Episodio 2 dura sostanzialmente di più del primo, necessitando di 2-3 ore per essere portato a termine, sempre esplorando accuratamente tutte le location. Location che godono, come da tradizione, di una direzione artistica di un altro pianeta (universo?) rispetto a moltissime produzioni anche tecnologicamente più avanzate.
Ennesima perla visiva in quella che è e resterà un’opera monumentale anche per gli occhi.

Siamo tutti sepolti in mare

Il viaggio propostoci da Irrational Games con Burial at Sea è di quelli che non si dimenticano, come sempre. Ogni qual volta abbiamo avuto la possibilità di scoprire qualcosa in più sull’universo di Bioshock siamo rimasti soddisfatti e questo doppio DLC non fa eccezione. Il valore artistico della narrazione, i diversi punti di vista della storia principale, i misteri che si nascondono tra Rapture e Columbia ed i retroscena che ci troveremo a scoprire, minuto dopo minuto, non hanno veramente prezzo. Ci troviamo difronte alla conclusione di un epopea cominciata nel 2006 e che si è protratta fino ad oggi. Finalmente sappiamo come è andata e, credeteci quando vi diciamo che questo contenuto è un tassello fondamentale all’interno di questa incredibile storia.
Guardandola da un punto di vista prettamente economico invece il prezzo di circa 12 euro che costa il season pass a noi è sembrato più che onesto, soprattutto se confrontato ad altri contenuti (molto più scarsi qualitativamente) che vengono proposti a prezzi anche maggiori.
Il consiglio è quindi di recuperare il season pass e giocarvi entrambi gli episodi di Burial at Sea, anche perchè presi separatamente, per quanto ben realizzati, non avrebbero un senso logico.
L’ultima opera di Irrational Games è un commiato che nessuno dovrebbe lasciarsi sfuggire. Un lavoro di passione che rappresenta anche un omaggio ai milioni di fan che hanno sostenuto la compagnia in tutti questi anni.
Thanks for the memories!