Approfondimento

Crash Bandicoot 4: It’s About Time – Update Next Gen

di: Simone Cantini

Una generazione sicuramente strana e sonnolenta quella che vede PS5 e Xbox Series X/S chiamate a rinnovare il panorama videoludico, ma che complici gli oramai immancabili e preventivati ritardi lato software, stenta ancora a far breccia nei cuori dei non early adopter. Sarà l’assenza di titoli esclusivi dedicati, capaci di rendere giustizia all’esborso richiesto per portarsi a casa i nuovi hardware (a patto di trovarli a prezzo di listino), colmata a stento da produzioni cross-gen, che si limitano in questo caso specifico a proporre una semplice lucidatura delle performance viste sino alla fine dello scorso anno. E tra i titoli che hanno visto l’arrivo del cosiddetto update next gen, ecco che troviamo anche Crash Bandicoot 4: It’s About Time, il nuovo e brillante capitolo del peramele (no, non è una volpe!) più famoso della scena videoludica: ma come si comporta l’ultima fatica di Toys for Bob, sugli hardware di nuova generazione?

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Un ritorno inaspettato

Trattandosi di un mero articolo volto a sviscerare la natura dell’aggiornamento rivolto alle versioni PS5 e Xbox Series X/S, trovo quanto mai superfluo parlare di Crash Bandicoot 4: It’s About Time, dato che già a suo tempo gli ho dedicato una corposa recensione. Pertanto, se siete tra i fortunati possessori delle nuove console Sony e Microsoft, almeno a livello puramente ludico, l’esperienza che vi ritroverete ad affrontare (o rivivere, se avete già completato il titolo nella sua incarnazione originale) sarà la medesima dello scorso autunno: l’aggiornamento, difatti, non fa altro che rendere visivamente più appagante la già eccellente quarta avventura ufficiale di Crash, Coco e compagni, che è riuscita a riportare felicemente alla ribalta uno dei personaggi più iconici ed amati del media. Salti millimetrici, corse sfrenate ed un tasso di sfida sicuramente sopra la media, se come sempre si è dei completisti incalliti, si fondono alla perfezione nel lavoro dei ragazzi di Toys for Bob, che sono riusciti a riproporre brillantemente in chiave moderna tutti gli elementi che hanno contribuito a formare la fama del marsupiale ex Naughty Dog.

Il minimo sindacale

Come vuole la prassi, l’upate next gen di Crash Bandicoot 4: It’s About Time, permetterà ai giocatori di importare i salvataggi delle versioni PS4 e Xbox One del gioco, così da poter riprendere l’avventura dal punto in cui si era interrotta. È bene però fare una piccola distinzione sin da questo punto: se sulla console Microsoft la transizione avviene senza problemi, grazie alle funzionalità dello Smart Delivery, che rende automaticamente compatibili i save, la situazione è leggermente più complessa lato Sony. Così come avevo già avuto modo di sperimentare con la Nioh Collection, sarà necessario caricare manualmente nel cloud i progressi dalla versione old gen del titolo, che potranno poi essere importati una volta avviata la copia PS5. Situazione davvero fastidiosa, che costringe ad un doppio download qualora non avessimo più sull’hard disk la release originale del gioco. Superato questo primo, fastidioso intoppo, quello che ci si presenterà davanti una volta completato il passaggio generazionale sarà in linea con quanto già sperimentato con altre produzioni: il nuovo codice andrà, pertanto, ad incrementare il frame rate, così da portarlo a raggiungere i 60 frame al secondo, ma andrà migliorerà anche la resa visiva, presentando un output in 4K nativi, capace di garantire una maggiore pulizia dell’immagine. Questo per quanto riguarda PS5 e Xbox Series X, mentre Series S raggiungerà tale risoluzione tramite upscaling. Confesso che, almeno a livello puramente estetico, al di là di qualche elemento aggiuntivo, non ho riscontrato particolari differenze con l’installazione originale, situazione analoga ad altre produzioni che hanno subito questo semplice lifting. Sicuramente più impattanti le sensazioni legate alla fluidità, con i 60 frame al secondo che sono sempre piacevoli da sperimentare. Ciò che, però, mi ha colpito di più, sono sicuramente le prestazioni garantite dagli SSD delle console, capaci di mitigare i fastidiosi e lunghi caricamenti visti nelle release old gen: considerando che nel gioco si muore spesso, assistere al respwan quasi istantaneo del personaggio è sicurmente gradito. Se sotto questo aspetto PS5 e Xbox Series X/S si equivalgono, la release Sony riesce ad avere un piccolo, per quanto soggettivo, vantaggio relativamente ad alcune feature accessorie: le schede delle Attività sono una delle trovate sicuramente più apprezzabili del sistema operativo della nuova console della casa giapponese, capaci di aiutare il giocatore a raggiungere la migliore percentuale di completamento, ma anche a passare in un lampo alle porzioni di gioco che ci interessa affrontare di volta in volta. Più blando, invece, il supporto alle feature del DualSense, con un feedback aptico quanto mai essenziale, ma con i grilletti adattivi in grado di differenziare le abilità dei vari personaggi: in tal senso colpisce nel segno la sensazione restituita dal rampino di Tawna. Sul fronte dell’audio 3D, invece, non riscontrato particolari sussulti e, come già detto in passato, mi auguro che la situazione possa migliorare sensibilmente con produzioni esclusivamente next gen.

L’aggiornamento next gen di Crash Bandicoot 4: It’s About Time si inserisce nel solco già tracciato da altre produzioni crossgenerazionali, proponendoci un update quanto mai basico e prevedibile. L’impatto estetico non ha subito particolari scossoni, data la già buonissima base di partenza originale, con il migliorato frame rate ed i rapidissimi caricamenti a rubare la scena. Gradevoli, ma non certo epocali, le feature esclusive della release PS5, ma anche in questo caso non andiamo sicuramente oltre il compitino. Difficile, comunque, vista anche la natura di questo inizio di generazione, aspettarsi di più dalla nuova avventura del peramele (che ricordo a tutti non essere una volpe!), che nelle sue nuove incarnazioni riesce comunque a brillare, anche se più per meriti intrinsechi, piuttosto che per un comparto tecnico all’avanguardia.