Stellar Blade
di: Simone CantiniSe penso ai Transformers, una delle prime cose che mi torna in mente è quel More than Meets the Eye che ne accompagnava la messa in onda originale statunitense. Un piccolo claim che, con il tempo, è andato ad associarsi a moltissime altre produzioni e che, non a caso, mi ha stuzzicato la memoria una volta terminata la mia esperienza con la demo di Stellar Blade. Un’oretta molto intensa che, non mi vergogno di dire anche un po’ a sorpresa, mi ha fatto capire come l’imminente titolo firmato Shift Up potrebbe avere molte frecce al proprio arco. E tra queste, l’innegabile avvenenza della protagonista non sarebbe neppure la migliore.
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Cara Terra mia
La versione di prova di Stellar Blade si apre direttamente sull’incipit delle vicende che sarà possibile vivere in prima persona dal prossimo 26 aprile: il gioco racconta di un futuristico pianeta Terra oramai ridotto in rovina dall’invasione dei Naytiba, letali creature che hanno spinto la razza umana ad abbandonare il pianeta per cercare rifugio tra le stelle. La voglia di riprendere possesso della propria casa è però molto forte, e spetterà ad un nutrito esercito di guerriere tutte al femminile dare l’assalto a queste mostruose entità, nel corso di un rocambolesco e devastante sbarco sul pianeta. Un’operazione che, come vuole la tradizione, non andrà come sperato e che lascerà Tachy ed EVE, la protagonista del gioco, come uniche sopravvissute del plotone. Ha inizio così il breve e spettacolare prologo, che fungerà da tutorial, e che ci accompagnerà sino al primo capitolo di gioco vero e proprio che, pur non dissipando assolutamente tutti i dubbi relativi in merito alla sceneggiatura, riesce in pochissimo tempo a tracciare un quadro tutto sommato convincente del mondo di gioco che, seppur alquanto debitore di numerose produzioni passate, mi ha lasciato con la piacevole e benvenuta voglia di saperne di più al riguardo. Difficile, comunque, esprimere un giudizio definitivo in merito a quello che si prospetta una corposa avventura (si parla di una 50ina di ore), ma se il buongiorno si vede dal mattino, a dispetto della sua natura derivativa, EVE potrebbe avere molto di più da raccontare.
Di tutto un po’
I dubbi relativi al gameplay di Stellar Blade si sono insidiati nella platea videoludica sin dal primo video di gioco, lasciando aperte le porte alle più svariate supposizioni: c’è chi lo ha visto come il clone coreano di Bayonetta, chi come un Devil May Cry al femminile e non è mancato neppure qualcuno in grado di assimilarlo ad una versione sotto steroidi (a livello tecnico) di Nier. Alla fine, seppur con qualche piccolo distinguo, la demo del gioco ha determinato come tutte le supposizioni fossero in parte sbagliate. Shift Up, difatti, ha predisposto un combat system che mescola elementi presi di peso da queste tre produzioni, declinandole assieme ad un’impostazione che ricorda a grandi linee il mondo dei soulslike. Gli scontri ruoteranno prevalentemente attorno all’alternanza degli attacchi standard e pesanti (senza la gestione della stamina), ma un ruolo di spicco lo avranno anche le parate perfette che, oltre a limitare i danni, serviranno a caricare le mosse speciali che EVE potrà sbloccare ampliando gli skill tree disponibili. Legate alla pressione del dorsale sinistro, unitamente ad uno dei quattro pulsanti frontali del pad, queste mosse saranno in grado di arrecare ingenti danni ai nemici, oltre ad incrementare il valore della barra di stordimento che, una volta riempita, ci permetterà di dare vita a spettacolari attacchi dalla potenza devastante. Importante, inoltre, sarà la gestione delle schivate, con particolare enfasi su quelle legate a peculiari attacchi nemici, anticipati da un alone bluastro: evitarli con il giusto tempismo ci consentirà di aggirare la minaccia che, inerme per un breve lasso di tempo, sarà alla mercè dei nostri colpi.
Il quadro che emerge, in questa porzione assai preliminare, è assai variegato e dinamico, e nonostante sia assai lontano dalla frenesia del titolo Platinum Games, i combattimenti si sono rivelati sempre ben strutturati, con l’ovvia sublimazione legata agli scontri con boss (uno tratto da una fase più avanzata di gioco sarà disponibile terminando la demo). E gli elementi soulslike? Questi sono da ritrovare nei classici checkpoint (utili a recuperare le forze e spendere i punti potenziamento acquisiti), che come vuole la tradizione, faranno ricomparire tutti i nemici uccisi in precedenza. L’eredità di tale genere è evidente anche nel level design della sezione giocata, in cui sono presenti le immancabili scorciatoie poste in luoghi tattici: resta da capire come si evolverà il tutto non appena il mondo di gioco si aprirà nelle fasi immediatamente successive. So benissimo che una simile analogia potrebbe far storcere la bocca a chi non ama i lavori di Miyazaki-san e cloni vari, ma proprio a costoro farà piacere sapere come sia presente il selettore della difficoltà, così come benvenuta sarà l’assenza della perdita dei punti esperienza guadagnati ad ogni morte: soulslike sì, ma con moderazione.
La bellezza non è tutto
Come sempre, quando si tratta di una demo, è bene prendere quanto visto con le dovute cautele, dato che il codice finale potrebbe essere ben diverso da quanto giocato, sia nel bene che nel male (o magari dannatamente identico, come ci insegna Rebirth). Pur con tutte le cautele del caso, comunque, viene difficile rimanere delusi dall’aspetto tecnico di Stellar Blade che, soprattutto nelle sue fasi iniziali, riesce a mettere in scena un quadretto decisamente spettacolare e succulento. A stupire è in primis l’eccellente pulizia grafica generale, così come impressionano gli effetti che impreziosiscono l’azione: esplosioni, nemici e particellari vari, uniti a piccoli dettagli in grado di fare la differenza, riescono a giustificare l’approdo della produzione Shift Up su una console current gen come PS5. Certo, non tutto è esente da difetti, visto che non mancano piccoli scivoloni (per quanto marginali) per quanto concerne alcune animazioni ed un paio di grossolani episodi di compenetrazione poligonale, ma siamo comunque nell’ordine di inezie vista la bontà di quanto scorre sotto i nostri occhi. Ottimo anche il lavoro svolto sul fronte sonoro, grazie ad una soundtrack assai evocativa che, pur strizzando palesemente l’occhio a Nier, colpisce nel segno. Buonissimo anche quanto sentito relativamente al doppiaggio in lingua italiana, davvero convincente e forte di una discreta interpretazione. Ci sarebbe da parlare anche dell’elefante nella stanza, ovvero la caratterizzazione estetica di EVE, foriera di numerose e a mio avviso stucchevoli polemiche per quanto riguarda la sua eccessiva sessualizzazione, ma mi riservo di esprimere un giudizio più preciso a tal proposito qualora mi dovessi trovare ad analizzare la versione finale. Per quanto mi riguarda, giusto per citare l’incipit di questa anteprima, c’è molto più di quello che si vede in Stellar Blade.
Lo ammetto, terminare la demo di Stellar Blade mi ha lasciato addosso una insana voglia di mettere le mani sul gioco completo, vista la curiosità che ho di vedere cosa il titolo Shift Up ha in serbo per noi. Per quanto figlio di un collage di elementi visti in altre produzioni, per lo meno in questa piccola porzione giocata, il titolo ha dimostrato di avere le carte in regola per ambire al rango di sorpresa dell’anno, dato il modo dannatamente convincente con cui sembra essere riuscito a declinare le sue ingombranti fonti di ispirazioni. Certo, è innegabile come gran parte della scena sia rubata dalle sinuose forme di EVE, ma non lasciatevi ingannare da questa smaccata e un po’ becera scelta di marketing, visto che l’avvenenza della nostra letale protagonista ha piuttosto l’aspetto della proverbiale punta dell’iceberg.