
Sovietborg
di: Simone CantiniInutile girarci troppo attorno, se c’è una generazione che non passerà mai di moda, anche tra un migliaio di anni, è certamente quella dei ruggenti 16-bit. Sarà che per molti di noi è indice di spensierata giovinezza, ma è anche vero che l’appeal dei coloratissimi sprite che l’hanno fortemente caratterizzata, unita a titoli memorabili, capaci di fare scuola ancora oggi, rappresenta un unicum nel passato del nostro hobby preferito. E questo amore eterno è confermato anche dalle numerosissime produzioni destinate agli hardware dell’epoca che, a distanza di decenni, continuano ad uscire ancora oggi con cadenza regolare. Nei giorni scorsi ho avuto modo di provare proprio uno di questi moderni omaggi al gaming che fu, ovvero Sovietborg, che non si vergogna affatto di nascondere i suoi illustri modelli di ispirazione.

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Siamo alla fine del ventesimo secolo…
Cosa sarebbero gli anni ’80 senza un po’ di suggestioni in salsa postatomica? Se guardiamo la storia del ruggente decennio in questione, difatti, è impossibile non notare una presenza massiccia di opere caratterizzate proprio da simili tematiche, complici anche le reali vicende sociopolitiche che provarono a spettinare gli ingellatissimi adolescenti del tempo. Non stupisce, quindi, che Sovietborg ci trasporti in un distropico futuro, in cui la Russia è uscita vittoriosa dalle tensioni che hanno caratterizzato la Guerra Fredda.

Peccato, però, che il successo abbia condotto la Terra alla rovina, ridotta ad una landa postatomica da Tovarisch-Prime, il cervello elettronico in forza al KGB che, dopo aver preso coscienza di sé, ha deciso di far esplodere tutte le testate nucleari degli sciocchi paesi capitalisti. Ed è in questo idilliaco e satirico scenario che entrano in campo i tre Sovietborg del titolo, entità mezzo uomo e mezzo macchina (ma completamente proletarie!) incaricate di spazzare via i mutanti rimasugli legati alle ideologie occidentali.

L’unione fa la forza
Per quanto bizzarro e comico nelle sue premesse, il titolo sviluppato dall’omonimo team iberico ha nel suo gameplay la maggiore consistenza stilistica, visto il modo in cui riprende con efficacia meccaniche care a produzioni che rispondono al nome di Cannon Fodder e The Chaos Engine. Non a caso due pesi massimi del citato mondo a 16-bit. La visuale è quella dei canonici top-down shooter del periodo, e all’interno degli stage andremo a controllare direttamente l’intera squadra dei 3 Sovietborg, che potranno muoversi lungo le canoniche 8 direzioni, che accompagneranno anche il fuoco delle armi in loro possesso.

L’obiettivo sarà quello di sgombrare il campo dalle tane capaci di generare minacce all’infinito, sbloccando i passaggi che ostacolano l’incedere e cercando di raggiungere senza perire il punto di estrazione. Ad aiutarci, oltre al fidato blaster e a delle granate disponibili in quantità limitata, avremo una barra della vita condivisa che, ogni volta che raggiungerà una determinata soglia, ci vedrà perdere uno dei nostri robotici soldati. L’azione è quanto mai classica, ma proprio per questo rodata e divertente, complice anche una fluidità generale molto buona, capace di tenere botta anche laddove lo schermo inizia a traboccare di elementi.

L’estetica, per quanto molto fedele alle produzioni del periodo, oltre che caratterizzata da una palette cromatica che sa tanto di stereotipata decadenza comunista, può beneficiare di elementi grafici prerenderizzati davvero gradevoli. Sia i Sovietborg che i nemici, difatti, ricordano in modo smaccato il lavoro svolto da Rare ai tempi di Donkey Kong Country, dando vita ad un quadretto visivo dall’indubbio fascino retrò.

Con Sovietborg, gli spagnoli ragazzi del team sembrano intenzionati a compiere un riuscito e sentito balzo nel passato, regalandoci una produzione perfettamente in linea con i canoni del periodo, pur non rinunciando ad una struttura ludica un pizzico più variegata del previsto. Non mancheranno, difatti, livelli puramente shoot ‘em up e scontri con giganteschi boss, che promettono di spezzare la prevedibilità di un concept di base tutto sommato molto blindato. Ovviamente l’ultima parola spetterà al test sul campo della release finale (prevista per Sega Mega Drive, Dreamcast, Neo Geo e MS-DOS), ma già questo primo assaggio di Sovietborg è riuscito a riportare in auge la parte più bella di questa indimenticabile era videoludica.