Anteprima

Deus-Ex: Human Revolution

Nata in ambito PC, la saga di Deus Ex approda col secondo capitolo nel mondo delle console casalinghe permettendo ai giocatori della prima Xbox di godere del raffinato RPG/FPS nelle loro televisioni. Il 2011 e' l'anno designato per il ritorno della saga nelle nostre case: Eidos, che detiene i diritti del marchio, decide infatti di riportare in vita la serie affidandola al team di Eidos Montreal. Console-Tribe e' stata invitata da Digital Bros ad incontrare Jean-Francois Dugas, game director del titolo, e a provare il gioco per una lunga ed intensiva sessione di prova. Seguiteci!

di: Federico Lelli

Nella prima parte il nostro eroe, Adam Jensen, subisce l’attacco di diversi nemici e rimane gravemente ferito; sembra non esserci più speranza ma la sua storia in realtà è appena cominciata.

Il nuovo rinascimento

La suggestiva sequenza che segue è un ottimo filmato in computer grafica dove immagini confuse si alternano a flebili momenti di lucidità del nostro protagonista: mentre i titoli degli sviluppatori scorrono, vediamo la pelle incisa dal bisturi e le nuove tecnologie impiantate nel nostro corpo, pronte a renderci un individuo superiore.
Sei mesi dopo torniamo negli uffici Sarif, il nostro corpo si è adattato alle modifiche e il nostro aspetto esteriore tradisce la nostra umanità perduta: arti meccanici per migliorare i movimenti, sensori ai lati delle tempie per migliorare la nostra percezione e per alloggiare dei praticissimi occhiali scuri a scomparsa. Grazie alle modifiche applicate alla retina, inoltre, adesso è presente la tipica interfaccia di gioco con mappa ed indicazioni a schermo.
Girando liberamente nell’edificio possiamo parlare liberamente con i diversi impiegati e scoprire quindi il sistema usato per i dialoghi interattivi: in molte occasioni avremo infatti la possibilità di scegliere che tipo di risposta dare ad una specifica domanda oppure con che tono esordire in una conversazione. Le opzioni sono disposte a croce e indicano ognuna una particolare reazione alla discussione (ignora, incoraggia ecc.) o, se stiamo chiedendo informazioni, il tema principale delle domande; andando a selezionare le varie voci possiamo inoltre vedere il testo completo della domanda/risposta prima di sceglierla.
Parlando con un numero sufficiente di dipendenti, ci accorgiamo che i sentimenti più diffusi nei nostri confronti sono l’incredulità verso le nostre condizioni fisiche attuali e la diffidenza velata o dichiarata nei confronti del nostro operato e del modo in cui abbiamo gestito la situazione che ha causato il nostro incidente e la morte di diversi membri dello staff.
Finalmente giungiamo all’esterno dove un elicottero ci aspetta per una nuova missione: è lo stesso Sarif a farci un veloce briefing spiegandoci che una cellula terroristica ha fatto irruzione in uno degli edifici dell’azienda; è nostro compito preservare i segreti aziendali che potrebbero essere stati compromessi e salvare gli ostaggi trattenuti. Durante il colloquio inoltre determiniamo l’approccio tattico che preferiamo seguire visto che il nostro interlocutore ci chiede se vogliamo un fucile per la lunga gittata o una pistola per gli incontri ravvicinati.
Il gioco infatti permette di affrontare ogni sfida in due modi completamente differenti: nel primo caso possiamo avanzare armi alla mano in pieno stile FPS, come già visto nella prima parte; nel secondo caso possiamo sfruttare le coperture per nasconderci ai nostri avversari e passare inosservati.
Non ci sono coni ad indicare la visuale dei nostri nemici o misuratori di luce e ombra a proteggerci dagli sguardi avversi: l’unico modo per sgattaiolare in maniera efficace è quella di essere silenziosi e di procedere cautamente, neutralizzando i rivali con le speciali mosse corpo a corpo e cercando di nascondere i corpi trascinandoli fuori dalla portata degli altri. In ogni caso una tattica non preclude l’altra: il titolo ci lascia sempre libertà di azione e possiamo decidere di cambiare approccio in ogni momento, anche durante la missione.

Qualunque sia la vostra decisione, scoprirete presto che Deus Ex: Human Revolution regala una sfida molto impegnativa anche a livello normale: in generale ci è sembrato che l’esperienza sia orientata più verso la componente survival/stealth visto che ci si ritrova presto a contare i pochi proiettili rimasti, e uscire allo scoperto anche quando si è ben armati spesso vuol dire morte certa. Ma la parte action è solo una delle sfaccettature che Human Revolution ci offre: tornano infatti elementi tipici degli RPG nella gestione degli upgrade per gli innesti cibernetici: grazie alla possibilità di migliorare il livello dei nostri impianti e sbloccare così nuove abilità, riusciamo a creare un personaggio che si adatta gradualmente al nostro modo di giocare preferito. Anche le armi possono usufruire di un particolare sistema di upgrade e di modifica, che purtroppo non abbiamo potuto sperimentare nella versione testata.
L’utilizzo delle armi a nostra disposizione è però limitato dall’inventario: il sistema a griglia è molto simile a quello visto in Resident Evil 4 o, se preferite, in Diablo ed è molto efficace in termini di gestione dell’equipaggiamento; lo spazio a nostra disposizione è infatti limitato e ogni oggetto possiede un ingombro e una forma particolare, questo ci porta a dover compiere diverse scelte, soprattutto se ci piace fare incetta di armi sul campo di battaglia.
Il livello che abbiamo provato, essendo ambientato negli uffici della società, comprende per la maggior parte scene di interni: open space, sale meeting e laboratori si alternano in un dedalo di corridoi mostrandoci un level design mai scontato o banale. Jean-Francois Dugas ci conferma infatti che, per premiare le capacità esplorative dei giocatori, possiamo sempre trovare almeno una strada alternativa a quella ufficiale: condotti di aerazione e scale di sicurezza possono darci un enorme vantaggio sui nostri futuri nemici.
Tra uno scontro e l’altro con i nostri avversari scopriamo quanta dedizione i ragazzi di Eidos Montreal abbiano riservato a tutto il tessuto narrativo che avvolge il gioco: oltre ai dialoghi e alle cut-scene necessarie per far progredire la storia, c’è tutto un universo sommerso di informazioni e dati che è necessario scoprire grazie all’esplorazione: e-book, mail e giornali sono disseminati ovunque e, come è normale in questi casi, regalano notizie utili a capire meglio il contesto che ci circonda.
Recuperare intelligence, però, non è sempre facilissimo: per entrare nei computer protetti dobbiamo aggirare le loro difese, fortunatamente ci viene in aiuto un minigame creato ad hoc per l’occasione, in particolare una volta entrati nella macchina è nostro compito sfruttare i nodi della rete per compromettere il server centrale, ma purtroppo più andiamo a fondo con l’hacking e più ci sono possibilità che il sistema si accorga della nostra presenza attivando un timer che allo scadere del tempo forza la nostra uscita dalla macchina. Il tempo impiegato davanti ai computer inoltre non manda in pausa il gioco principale che continua a svilupparsi normalmente, quindi soffermarci troppo su un terminale può essere rischioso per la nostra incolumità fisica visto che potremmo essere scoperti da un nemico di passaggio.
Dopo aver percorso gran parte dell’edificio sfruttando le nostre capacità di hacker, la nostra abilità nello stealth e l’uso sapiente delle armi a disposizione, ci troviamo finalmente faccia a faccia con il capo dei terroristi: il momento è tesissimo anche perchè l’uomo si fa scudo con un ostaggio; l’unica opzione che ci rimane è quindi quella di farlo ragionare, negoziando per la vita della donna. Sfruttando il sistema di dialogo interattivo scegliamo di volta in volta le opzioni più diplomatiche fino a convincerlo a scappare e a lasciare in vita la prigioniera, è stata dura ma alla fine siamo riusciti ad accontentare azienda e ordine pubblico.
Un elicottero vola nella notte, voliamo via fieri del nostro operato: se la città è più sicura, questa notte è anche merito nostro.

Ho visto cose che voi umani…

Aver provato un build provvisoria non ci permette di dare giudizi definitivi sul gioco, anche perchè i problemi che abbiamo riscontrato potrebbero essere risolti proprio mentre scriviamo. Detto questo, non possiamo non notare come l’engine di gioco faccia una certa fatica con gli ambienti esterni, soprattutto quelli visibili fuori dalle finestre, pallidi e privi di dettaglio; allo stesso modo certe animazioni, in particolare quelle facciali, ci sono sembrate poco realistiche o troppo forzate.
L’intelligenza artificiale dei nemici ha delle routine che ci hanno colpito positivamente, ad esempio gli avversari tendono sempre a cercarci nell’ultima posizione dove ci hanno visto o sentito e se ne hanno la possibilità tentano di accerchiarci, sempre cercando di tenere la copertura. Ma allo stesso tempo ci ha lasciato perplessi in altre occasioni: a quanto pare la visuale di questi poveri malcapitati è comunque innescata solo entro certi limiti di distanza, il che ci rende praticamente invisibili quando sono lontani, inoltre non sono mancate strane reazioni, probabilmente dovute allo stato provvisorio della demo.
Al primo impatto Deus Ex: Human Revolution stupisce sicuramente per la complessità della trama ispirata ai grandi classici di fantascienza: nella nostra lunga prova, durata circa due ore e mezza, siamo riusciti a vedere appena un’introduzione alle vicende narrate; ovviamente a tutto questo aggiungiamo il supporto di un ottimo doppiaggio, al momento solo in inglese. A detta degli sviluppatori questo titolo ci terrà impegnati almeno 30 ore se giocato senza troppe distrazioni ma il tempo tende a salire esponenzialmente se ci fermeremo a raccogliere ed esaminare la mole di informazioni e indizi destinati ai giocatori più pazienti.
Le meccaniche FPS e stealth, sapientemente mischiate con una spruzzata di TPS e con la profondità tattica degli RPG, creano un gioco originale, estremamente vario, ma soprattutto reattivo e facile da controllare.
Aspettiamo con impazienza di poter provare il gioco completo, che al momento non ha ancora una data ufficiale, in uscita su PS3 e Xbox 360.

 

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