Phantom Blade Zero
di: Simone CantiniIl TGS 2024 è stato sicuramente ricco di tanti appuntamenti interessanti, così come di titoli da provare. Nei prossimi giorni cercherò di proporvi il riassunto dei miei test (più una piccola chicca aggiuntiva), ma per il primo appuntamento ho pensato fosse giusto iniziare davvero con il piede giusto, parlando della produzione che più mi ha sbalordito all’interno dell’appuntamento giapponese. E chi, se non l’incredibile Phantom Blade Zero, poteva fungere da apripista? Lo dico subito senza timori: se il buongiorno si vede dal mattino, il gioco firmato S-GAME sarà assolutamente sbalorditivo.
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Veni, vidi, vici
Già il primo impatto con Phantom Blade Zero si è rivelato assolutamente soddisfacente, complice uno stand in cui scorrevano alcuni stralci di gameplay, già sufficienti a far drizzare le antenne di chiunque si avvicinasse. Superati i convenevoli di rito, il CEO della divisione statunitense della compagnia mi ha accompagnato alla mia postazione di gioco, per poi avviare la demo che era chiamata a girare su PS5 standard. La prova in questione comprendeva il tutorial, una breve missione di gioco e due boss da affrontare in sequenza. Superare il tutto mi ha portato via poco più di 15 minuti, che mi sono valsi i timbri sulla cartolina consegnatami all’ingresso, simbolo supremo della mia maestria assoluta (ok, qua ho esagerato un po’).
Al di là del puro onore delle armi, l’occasione è stata ghiotta per testare il gameplay della produzione che, pur presentando un pizzico di meccaniche in chiave souls, almeno a vedere la demo sembra decisamente più improntato all’action puro. E questa natura assai dinamica si evince già dal tutorial, che presenta i due attacchi in dotazione del nostro personaggio, legati ai tasti Triangolo e Quadrato (rispetto al canonico duo dorsale/grilletto destro). Tramite questi sarà possibile dare vita a svariate combo, in perfetto stile Bayonetta/Ninja Gaiden, tra l’altro con la possibilità di ampliarle switchando in tempo reale tra le due armi corpo a corpo in nostro possesso. Come se non bastasse, il moveset si apre ulteriormente grazie alla presenza di una coppia di armi ranged, che in aggiunta al singolo colpo consentono di caricare fino a tre volte la potenza di danno, tenendo premuto il grilletto destro. Il flow di gioco che emerge è altamente fluido e spettacolare, oltre che marcatamente variegato, grazie alla presenza di numerose tipologie di armi differenti: nel test, a seconda della situazione, ho avuto modo di sperimentare katane, lame doppie, chakram e molto altro, il cui feeling unico si ripercuote in modo assai sensibile sulla giocabilità generale.
Attacco e difesa
Naturalmente un posto di spicco non poteva che spettare anche alle meccaniche di parry e schivata, che diventano parte integrante dell’azione, proprio come se fossero tecniche di pura offesa. Nel primo caso riuscire a bloccare con il giusto tempismo le mosse avversarie, ci permetterà di ribaltare la situazione per mezzo di letali contrattacchi. La seconda mossa, invece, sarà indispensabile prevalentemente nel caso degli assalti più potenti, debitamente anticipati da un effetto visivo: schivare perfettamente ci consentirà, anche in questo caso, di trasformare la difesa in offesa, evitando anche la perdita di preziosi punti vita. Tutto, ovviamente, concorrerà allo stordimento progressivo dell’avversario, così da lasciarci aperta una piccola finestra per infliggere danni supplementari senza correre rischi.
Prendete NiOh e rendetelo estremamente più veloce e frenetico, ed avrete una piccola idea di quello che si prova quando ci si trova a combattere in Phantom Blade Zero. Il plus è però costituito dall’estrema reattività del moveset, sempre puntuale e privo di incertezze, a cui si accompagna la possibilità di dare vita ad un quantitativo molto corposo di mosse e combo differenti. Tutte accompagnate da una resa coreografica a tratti davvero esagerata (in senso buonissimo).
Resta ovviamente da capire come verranno strutturate le varie missioni, dato che la piccola porzione più aperta è risultata essere molto standard come impostazione, con piccoli gruppi di nemici non troppo ostici se presi singolarmente, ma in grado di rompere le scatole a dovere una volta in gruppo. Da sviscerare anche la gestione dell’inventario ed il meccanismo di crescita, che non è stato possibile sperimentare in quanto le porzioni giocate partivano con preset non modificabili. La stessa difficoltà, ad eccezione del boss finale (che ha richiesto 5 tentativi prima di andare giù), l’ho trovata decisamente più abbordabile dei souls standard, ma anche in questo caso c’è da capire se si tratta di una scelta legata al solo test, oppure una volontà che verrà riversata anche nella release finale.
La grande bellezza
Laddove i dubbi sono stati dissipati in un lampo, invece, è relativamente al puro aspetto tecnico di Phantom Blade Zero, che è stato capace di bucare letteralmente lo schermo, soprattutto considerando che l’abbondanza che mi si è parata davanti agli occhi girava su PS5 standard. Senza girarci troppo intorno, visivamente il gioco S-GAME è un qualcosa di assolutamente sbalorditivo, con personaggi molto grandi e dettagliati, animati in modo impeccabile. Gli stessi ambienti di gioco sono risultati ricchi di dettagli ed impreziositi da numerose chicche visive, con il tutto che poteva beneficiare di una pulizia ed un colpo d’occhio sontuosi. E tutta questa magniloquenza si è mossa senza incertezze per tutta la prova, ancorata a 60 frame al secondo che sono apparsi inscalfibili. Magari mi sbilancio un po’ troppo, vittima dell’entusiasmo corroborato dall’atmosfera della fiera nipponica, ma Phantom Blade Zero è forse il gioco più impressionante che mi sia capitato di provare sino ad oggi sulla console Sony. Forse solo secondo all’effetto WOW causato dal giocare GT7 con PSVR2.
L’ho detto anche ai ragazzi di S-GAME presenti in fiera: ne voglio ancora ed al più presto di Phantom Blade Zero. Proprio per questo mi auguro che le previsioni che lo vedono tra i titoli protagonisti del 2025 vengano rispettate in pieno. La produzione in questione, difatti, ha messo in mostra muscoli e cuore, presentando un gameplay avvincente e già limato a dovere in questo incontro preliminare, accompagnando il tutto con un’estetica a tratti davvero incredibile e mastodontica. Un titolo che entra di diritto nella lista dei più attesi dei prossimi 12 mesi, che ha confermato quanto di buono si era già visto nei primi trailer. La cosa buona, una volta tanto, è che quanto giocato non puzza di downgrade nemmeno lontanamente, anzi…