Outriders
di: Simone CantiniPiù che per il loro, per certi versi controverso, apporto alla saga di Gears of War, il mio legame con i ragazzi di People Can Fly è dovuto a quel Bulletstorm che, oramai due generazioni di console fa (come passa il tempo!), riuscì a regalarmi un gioco ignorante e dannatamente divertente. Peccato però che, come vuole la tradizione sempre più frequente, le vicende narrate lasciarono me ed altri fan orfani di un vero finale, solito escamotage impiegato per avere appigli a sufficienza per un eventuale seguito, qualora il capostipite avesse dovuto rivelarsi un successo incredibile. La storia insegna, ahinoi, che le vicende di Grayson Hunt hanno finito per rimanere invischiate in un limbo eterno, che l’annuncio dei lavori in merito all’imminente Outriders non hanno fatto altro che rendere ancora più impenetrabile. Ed ora che la demo del nuovo progetto del team polacco ci ha regalato una corposa demo, a poco meno di un mese dal lancio, possiamo dire che la decisione di cambiare rotta sia stata fortunata?
accettare i cookie con finalità di marketing.
Una nuova casa
Inutile meravigliarsi: la Terra è oramai distrutta, per l’ennesima volta devastata dalla violenza e l’avidità della razza umana, che si è pertanto ritrovata ad abbandonare il globo un tempo verde per andare in cerca di una nuova patria, chiamata Enoch. È questo il nome del pianeta destinato ad accogliere i superstiti terrestri, che dopo un lunghissimo viaggio interstellare si ritrovano in procinto di approdare, non prima però che gli Outriders del gioco scendano sulla superficie, e recuperino delle sonde lanciate a suo tempo per analizzare l’atmosfera di questa casa lontana anni luce dal vecchio Sole. I primi passi sulla superficie di Enoch rivelano un luogo rigoglioso e lussureggiante, lasciando intravvedere un barlume di speranza, ma è quanto mai superfluo sottolineare come l’idillio sia destinato ad avere vita breve. In seguito al precipitare degli eventi, a causa di una situazione che non voglio spoilerare (in fondo la demo è gratuita, suvvia: scaricatela!), il nostro avatar si ritroverà a lottare per la propria sopravvivenza, non prima di scoprire di essere entrato in possesso di straordinari poteri sovrannaturali. Un incipit sicuramente non certo sorprendente, e che le missioni che è possibile provare in questa versione preliminare del titolo People Can Fly non riescono certo a rendere più memorabile, ma a far ben sperare su quello che mi auguro possa essere lo spessore narrativo del titolo ci pensano una serie di filmati, visbili in apertura e chiusura della dimostrazione, che lasciano presagire un mondo molto più ampio e sfaccettato dell’anonimo avamposto in cui ci troveremo a vagare in questre 2-3 ore iniziali. Trattandosi di una produzione dotata di un’ossatura RPG, nonostante lo sviluppo alla third person shooter, aspettarsi molto di più di una lotta tra fazioni è quanto mai lecito, anche stando alla luce delle parole espresse dal team. Se così non fosse, il mio augurio è che i vari biomi messi in mostra nelle cinematiche di cui sopra, possano essere fisicamente esplorabili, così da garantire una maggiore varietà visiva ed ambientale. Quello che rimane, dopo aver concluso la demo con tutte e quattro le classi disponibili, è che l’universo tratteggiato dal team sembra nascondere, sotto la sua apparenza quanto mai generica, ben più di quanto voglia mettere sul piatto in queste prime battute.
Farsi in 4
A rubare la scena, per forza di cose, resta pertanto il gameplay di Outriders, che come detto poco sopra si lascia giocare come un vero e proprio TPS, con tanto di coperture alla Gears of War, mescolando il tutto con i poteri peculiari della 4 classi giocabili tra cui poter scegliere. Per essere brutali e sbrigativi, posso azzardare dicendo che il titolo del team polacco non è altro che una sorta di Destiny in terza persona, pur non essendo (fortunatamente) un GaaS come il gioco Bungie. Lato gunplay, dato il pedigree del team, ci sono davvero pochi appunti da muovere al tutto, che si è dimostrato estremamente reattivo ed appagante, con le varie bocche da fuoco in grado di restituire ciascuna un feeling unico. Funzionale, anche se a tratti un po’ impacciato, il sistema di coperture, che mi auguro possa subire una piccola smussatura in occasione della release finale. Al di là di tutto, comunque, ci troviamo al cospetto di una produzione tutto sommato canonica, che ha nelle citate 4 classi l’elemento in grado di sparigliare le carte, e che va a legarsi a doppio filo con l’interessante sistema di gestione della salute del nostro personaggio. Superato il tutorial, potremo scegliere la tipologia di poteri sviluppatisi in seguito all’approdo su Enoch, ognuno dei quali andrà ad impattare sul nostro modo di giocare: ciascuna classe baserà la propria efficacia su differenti raggi di azione, che spaziano dalla cortissima alla lunga distanza. Starà a noi, pertanto, decidere se preferiremo impersonare il classico tank, oppure scegliere un approccio più votato sulla furtività o sugli scontri mordi e fuggi. Sarà bene operare una scelta ponderata, dato che il recupero dei nostri punti vita non sarà automatico, o legato a medikit, ma si baserà sui danni che infliggeremo ai nemici con le nostre abilità: restare passivi sotto il fuoco nemico, pertanto, si tradurrà in morte certa. Il sistema è sicuramente intrigante, così come sono divertenti i vari poteri legati a ciascuna classe, anche se in tal senso non ho trovato molto bilanciate tra loro le varie specializzazioni, con il Distrutture (una sorta di Titano alla Destiny) ed il Mistificatore (dotato di un attacco in grado di uccidere sul colpo i nemici più deboli) che ho trovato davvero molto più potenti di Tecnomante e Piromante. Questo, per lo meno, a vedere le tre abilità uniche sbloccabili nella demo, ma dato che sono presenti sia un corposo skill tree che poteri nascosti non testabili, il giudizio è rimandato alla release finale. Quello che questo mix genera, comunque, è uno shooter estremamente frenetico e divertente ma che, sempre stando alle missioni provate, non presenta particolari guizzi creativi e risulta a tratti alquanto monocorde, almeno a livello di costruzione degli scontri. E poco, in tal senso, dice l’unica boss battle presente, anche essa non certo memorabile, oltre che inutilmente prolissa. Sarà tutto più divertente una volta superate le battute finali, magari giocato in compagnia grazie al multiplayer drop-in/drop-out (purtroppo non sono riuscito ad incrociare nessuno durane le mie prove, nonostante il cross-play attivato)? Non posso fare altro che augurarmelo…
Voci stonate
Così come mi auguro che i ragazzi di People Can Fly si dedichino ad un’ulteriore opera di pulizia del codice prima del lancio, dato che la demo in versione PS5 ha evidenziato numerosi problemi legati alle pure cinematiche, a causa di un lieve stuttering ed un audio completamente fuori sincrono. Magagne che, al contrario, non ho assolutamente rilevato su Series X. A comportarsi in modo ottimale su entrambe le macchine, invece, è stato il frame rate, che si è dimostrato stabile e fluido tanto sulla console Microsoft che su quella Sony. Buono anche il colpo d’occhio generale, nonstante si tratti di un titolo cross-gen, anche se alcune animazioni ed alcuni dettagli stonano decisamente con la cura generale riposta nell’ambiente. Insomma, almeno sotto il profilo tecnico, cinematiche PS5 escluse, il gioco sembra essere sicuramente pronto.
Confesso che riponevo una discreta fiducia in Outriders, visti anche i miei trascorsi in compagnia del team, sicuro che mi sarei trovato al cospetto di un gioco divertente da giocare. La demo distribuita negli ultimi giorni, però, ha sicuramente raffreddato gli entusiasmi, visto che oltre ad un gameplay sicuramente efficace non ha messo sul piatto nulla in grado di farmi proprendere per un giudizio positivo, senza possibilità di appello. Quanto sperimentato, difatti, è risultato molto generico nella progressione narrativa, così come nel design delle varie missioni e delle ambientazioni visitate. Rimane latente una certa personalità, evidenziata più da elementi collaterali al giocato che non al provato vero e proprio, che soltanto in sede di recensione potrà trovare la sua eventuale conferma. Al momento, pur avendo in parte apprezzato le sparatorie in compagnia della mia Outrider, il rimpianto per un Bulletstorm 2 mai nato inizia a farsi crudelmente più marcato.