Anteprima

NiOh 3

di: Simone Cantini

Confesso che l’annuncio di NiOh 3 durante l’ultimo State of Play mi ha decisamente sorpreso, ovviamente in positivo visto l’affetto che nutro per la serie firmata Team Ninja. D’altro canto, chi poteva aspettarsi un ritorno così imminente del franchise, sia considerando il silenzio che gli è gravitato attorno sin dal lancio del secondo capitolo (datato 2020), sia per il fatto che lo studio è reduce da Rise of the Ronin, uscito poco più di un anno fa. E invece, senza troppi proclami, nel 2026 torneremo a falciare yokai come se non ci fosse un domani, tra l’altro in un contesto profondamente differente come quello mostrato nel trailer di presentazione, e che è stato possibile tastare con mano nella demo attualmente disponibile su PS5.

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Due facce della stessa medaglia

Yokai e Giappone feudale sembrano essere un binomio indissolubile per il soulslike di casa Team Ninja, e NiOh 3 pare voler portare avanti la questione. Stavolta al centro di tutto avremo un parente del leggendario Oda Nobunaga, vero e proprio prezzemolino delle produzioni di Koei Tecmo e figura importantissima della storia giapponese. Che tornerà ovviamente anche nel gioco in questione, ma sul cui coinvolgimento sarebbe quanto mai assurdo disquisire in questa seda. La demo di gioco, difatti, è servita prevalentemente ad entrare in contatto con le novità che lo studio nipponico ha in serbo per noi, che sono davvero tantissime e che, non lo nego, mi hanno lasciato addosso la malsana voglia di mettere al più presto le mani sul prodotto finito. 

La prima feature che salta all’occhio, una volta deciso l’aspetto del nostro avatar (l’editor è ovviamente limitatissimo in questa versione preliminare), sarà la presenza di due distinte classi di combattimento, che andranno a movimentare non poco i frenetici e violenti scontri. In qualsiasi momento, premendo il grilletto destro del pad, sarà possibile switchare tra la modalità samurai e ninja: nel primo caso tutto scorrerà come sempre, grazie alla presenza delle oramai classiche tre stance alternabili (con relativi moveset), al punto che sarà semplicissimo riprendere confidenza con il combat system, per quanto rinnovato, e la gestione del ki, ovvero l’equivalente della stamina. Come abbiamo imparato a conoscere, premendo al momento giusto il dorsale destro, sarà possibile recuperare in un lampo parte dell’energia spesa per sferrare i fendenti, così da poter concatenare tra di loro un gran numero di colpi.

La situazione cambia decisamente quando vestiremo i panni del ninja, che oltre a beneficiare di una velocità di attacco e movimento elevatissima, sacrifica la gestione del ki con la possibilità di aggirare in un lampo l’avversario, oltre a beneficiare di un range di schivata decisamente più massiccio. Ciascuna classe avrà i suoi equipaggiamenti unici e dedicati e ci chiederà, pertanto, di assemblare i vari loadout personalizzati. Non si tratta, comunque, un dualismo puramente estetico e legato alle preferenze di combattimento, ma che avrà un impatto marcato anche sul flow degli scontri: effettuare il cambio in occasione degli attacchi più potenti dei nemici, caratterizzati dal classico alone rosso, ci permetterà di counterare il colpo, oltre a stordire per un attimo il malcapitato e ad incrementare massicciamente la sua perdita di ki. Invece delle stance previste per il samurai, il ninja avrà in dotazione degli slot che gli permetteranno di lanciare sfere magiche, shuriken ed altro ancora. A prescindere dalla classe, tutto sarà poi condito dal consueto e gargantuesco loot, skill tree dedicati alle armi e le varie arti sbloccabili, tramite le quali sarà possibile modificare i moveset, in maniera analoga a quanto abbiamo imparato a conoscere.

Aprirsi al mondo

Le differenze con il passato, però, non si esauriscono certo qua, ma vanno ad impattare in maniera alquanto sensibile anche sul level design generale, come evidenziato dallo stesso trailer di annuncio. Impossibile non aver fatto caso all’approccio in chiave open world che è stato sbandierato e che ha fatto capolino anche nella demo, una volta conclusa quella che, a naso, dovrebbe essere la missione introduttiva. Superato il primo scoglio, utile più che altro a prendere confidenza con le novità del combat system, il NiOh 3 ci accoglie in una prima area dalle dimensioni generose, in cui avamposti da liberare in cambio di loot prezioso, miniboss da sconfiggere, quest secondarie e Incespigatti (ed altro) da accarezzare non attendono altro che di essere scoperti. Il layout della zona è risultato molto interessante e vario, e l’esplorazione è incentivata anche dai numerosi perk passivi che ci verranno garantiti raggiungendo determinate fasce di conoscenza delle zone in cui l’area è suddivisa.

Naturalmente, all’esplorazione indiscriminata si affiancano le missioni canoniche, che stando al provato saranno racchiuse all’interno di zone più classiche denominate Crogioli. Al loro interno i nemici si faranno più agguerriti, così come più potenti saranno i nostri attacchi ed il loro sviluppo si presenta in linea con il pedigree del franchise. A complicare le cose ci si metterà la riduzione della barra della vita in seguito ai colpi subiti, che potrà essere recuperata inanellando attacchi con successo. Un contesto alquanto sfidante, che ha messo in luce in maniera evidente alcuni squilibri della difficoltà generale, che mi auguro possano venire smussati grazie al feedback dei player e a corpose fasi di testin.

Errori di gioventù

La demo è servita anche ad offrire uno sguardo preliminare ai nuovi spiriti guardiani, al sistema di anime corrotte da purificare legate a peculiari MOB più agguerriti del solito, e che ci permetteranno di sbloccare consumabili unici. Insomma, NiOh 3 pare letteralmente bigger and better, visto il modo in cui mette sfacciatamente sul piatto un set di novità che appaiono quanto mai benvenute e ben amalgamate al contesto generale. Torna, come previsto, anche il comparto multigiocatore, che ci permetterà di aiutare ed essere aiutati, tanto nell’open world che nelle missioni story driven, oltre a consentire la fruizione asincrona grazie ai ghost amici e nemici, che è possibile reclutare o sfidare. La prova, in tal senso, ha messo in mostra un buonissimo potenziale, pur al netto di qualche errore nel netcode, comprensibile dato che parliamo di una versione alpha del gioco.

 

Così come è scusabile il frame rate a tratti balbettante anche in modalità prestazioni, segno evidente di come il tutto abbia bisogno di qualche limatura aggiuntiva, che mi auguro possa intaccare anche il comparto estetico, come già avvenuto per la demo del primo capitolo. L’impatto estetico non è certo debordante nel suo complesso (l’acqua del mare è davvero orrenda da vedere nel 2025), ma il tutto è fortunatamente mitigato dalla solita ed impressionante direzione artistica che, al senso di oscura decadenza oramai divenuto un marchio di fabbrica del brand, accompagna un moster design eccellente sotto ogni punto di vista. Gli yokai tratteggiati sono sempre meravigliosi da vedere nella loro grottesca mostruosità, sia per quanto concerne il restyling di vecchie conoscenze che per ciò che riguarda le letali new entry: da questo punto di vista, Team Ninja è davvero una garanzia.

Quanto manca al 2026? No perché se le premesse di NiOh 3 sono quelle viste nella demo, mi chiedo davvero come farò a resistere fino al lancio. Vabbè, forse il mio estremo entusiasmo è legato all’amore incondizionato che nutro per il soulslike de Team Ninja (che ancora oggi ritengo l’alternativa più credibile e riuscita ai titoli From Software), ma anche ragionando in maniera più oggettiva possibile, viene davvero difficile non trovare del buono nelle novità messe sul piatto in questa prova preliminare. Ad un’ossatura rodata e funzionale, sono state affiancate modifiche al combat system in grado di movimentare ulteriormente il flow degli scontri, mentre l’approccio maggiormente aperto delle mappe sembra garantire un maggiore respiro alla progressione generale. Ovviamente toccherà aspettare il codice finale per trovare la conferma ad ogni entusiasmo, ma se il buongiorno si vede dal mattino…