Hell Is Us
di: Simone CantiniLo confesso, il trailer di annuncio di Hell Is Us mi aveva colpito non poco in occasione del suo rilascio. Sarà stata l’atmosfera cupa e violenta che si respirava in quei pochi secondi, oppure il combat system che è apparso sin da subito molto dinamico ed intrigante. Fatto sta che l’uscita del titolo rappresenta uno dei miei appuntamenti più attesi del prossimo settembre. Non è quindi difficile capire perché mi sia fiondato come un razzo sulla demo distribuita nella giornata di ieri, che provo a raccontarvi nelle righe successive.
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Viaggio nel passato
Una volta scaricata, la demo di Hell Is Us ci permetterà di giocare l’inizio del titolo sviluppato da Rogue Factor, ambientato all’interno della prima mappa di gioco, dalle dimensioni non troppo estese, ma comunque in grado di mettere sul piatto le meccaniche alla base della produzione. Tutto si apre con un filmato introduttivo, in cui il nostro protagonista viene interrogato da una bizzarra e sinistra figura, che gli chiede cosa lo abbia portato a fare ritorno a Hadea, prima che un flashback trasporti il racconto all’interno del giocato vero e proprio.
Come sempre in questi casi, sarebbe assai prematuro sbilanciarsi in merito alla componente narrativa, ma quello che emerge in questa preliminare oretta di gioco riesce comunque a tratteggiare in maniera intrigante il setting: tra guerre civili e lotte tra etnie, il quadretto che emerge è spietato e decisamente crudo, capace già di lasciare intravedere la brutalità di un mondo dilaniato dalla guerra che, per motivi che tutti oramai (purtroppo) conosciamo, pare non essere poi così lontano dal nostro quotidiano. Discorso differente per il nostro eroe che, almeno in questa prima porzione, viene presentato in maniera davvero sbrigativa, soprattutto non appena il gameplay si apre al suo lato puramente action. Vedremo in fase di recensione come si evolverà il tutto, ma le premesse lasciano comunque ben sperare.
Va’ dove ti porta il cuore
Sin dal suo avvio, la demo di Hell Is Us mette subito in chiaro come il gioco non voglia essere in alcun modo user friendly, nel senso più becero del termine, evidenziando come starà al giocatore capire di volta come procedere e dove andare, data l’assenza di qualsiasi indicatore. E questa sua natura intransigente si intravede subito in questa porzione preliminare, per quanto mitigata dall’estensione dell’area di gioco: il level design mette già in mostra una interessante struttura, resta però da capire se il tutto si rivelerà fastidiosamente dispersivo quando ci si sarà da affrontare sezioni più corpose. Diciamo che dopo Blades of Fire, almeno io avrei già dato per quanto concerne il proseguire per tentativi…
Messa da parte la struttura legata alla progressione, la demo di Hell Is Us si concentra soprattutto sul sistema di combattimento, che ricalca a grandi linee quello dei soulslike per quanto concerne moveset e meccaniche, ma collocando il tutto in ambito più incline agli action. A gestire il flow dei fedenti sarà l’immancabile barra della stamina, la cui estensione viaggerà in parallelo con quella dei punti vita: subire colpi porterà ad una diminuzione di entrambi i valori pertanto sarà importantissimo imparare a gestire schivate e parry perfetti, che andranno di pari passo con l’altra meccanica alla base dei combattimenti, ovvero la possibilità di recuperare energia attaccando. Inanellare assalti, difatti, farà rilasciare ai nemici delle piccole particelle, che potremo assorbire (entro un breve lasso di tempo) tramite il dorsale destro per recuperare parte dei punti vitali perduti.
Scatenare combo più durature aumenterà il valore di recupero, pertanto un approccio più aggressivo sarà sicuramente premiante in tal senso. L’idea, per quanto non proprio originalissima, funziona a dovere ma almeno a livello di feedback, sia visivo che tattile, avrebbe bisogno di un piccolo boost: son finezze, sia chiaro. A completare il quadro degli scontri, oltre alla possibilità di variare al volo tra la coppia di armi equipaggiabili (che si potenzieranno man mano che le utilizzeremo) ed il nostro esile equipaggiamento, ci pensa uno degli elementi che era emerso sin dal trailer di annuncio: sto parlando del nostro drone. La demo ci permette di impiegare solo una di quelle che saranno le sue molteplici funzioni da equipaggiare nel gioco completo, ovvero la capacità di distrarre temporaneamente un nemico, feature utilissima quando siamo alle prese con più avversari.
Doppia minaccia
Questi ultimi, a seconda della tipologia, presenteranno ovviamente tassi di sfida variabili, ed i più ostici visti sino ad ora sono quelli in grado di emettere un’entità esterna che, fino a che non viene sconfitta, li renderà invulnerabili. Visto tutto nell’insieme, quanto giocato risulta assai dinamico e divertente, oltre che in grado di adattarsi ad ogni tipologia di giocatore, grazie alla presenza di tre distinti livelli di difficoltà: va bene l’impronta in salsa soulslike, ma non lasciatevi spaventare da questa definizione, almeno in questo caso.
Sul fonte tecnico, quanto visto sino ad ora di Hell Is Us non lascia gridare al miracolo, ma il colpo d’occhio risulta comunque piacevole, grazie anche ad una direzione artistica calzante. La demo ha permesso di provare anche i due preset grafici disponibili, ovvero Prestazioni e Qualità: il primo riduce sensibilmente il livello di dettaglio, ma punta a garantire una fluidità di 60 frame al secondo, comunque non sempre impeccabili quando ci troviamo all’aperto. Il secondo settaggio incrementa senza dubbio il colpo d’occhio generale, ma il prezzo da pagare in termini di frame, a mio modesto parere visto il gioco in questione, non vale la candela. C’è comunque ancora un po’ di tempo per qualche aggiustatina finale.
La demo di Hell Is Us è stata davvero una piacevole sorpresa, in grado di confermare le già buone sensazioni scaturite dai vari trailer che hanno accompagnato il reveal del titolo sviluppato da Rogue Factor. Certo, è sicuramente presto per sbilanciarsi in definizioni sin troppo ottimistiche, ma quanto giocato è riuscito a trasmettere vibrazioni indubbiamente positive, grazie ad un combat system che funziona e promette interessanti sviluppi, a cui si accompagna un world building dall’indubbio potenziale. Resta ovviamente da capire dove tutto andrà a parare e, soprattutto, se la volontà di lasciare il giocatore senza alcun tipo di aiuto si rivelerà una scelta calibrata e vincente. Basta pazientare ancora po’, visto che il 4 settembre è oramai dietro l’angolo.