Anteprima

Medal of Honor: Beta Multiplayer

Electronic Arts non poteva rimanere a guardare: quest'anno Medal of Honor vuole rinascere con un nuovo volto, segnato da un comparto multiplayer di alto livello e da una nuova ambientazione. Gli storici protagonisti della serie si spostano ai giorni nostri con meta quell'Afghanistan cosi' presente sulle pagine dei quotidiani. Adrenalina, scontri a fuoco mozzafiato e sapore hollywoodiano sono le promesse che ci sono state fatte. In attesa di mettere le mani su questo nuovo gioiello (nella sua interezza), abbiamo potuto testare il comparto online. Tirate i dadi e preparatevi allo scontro.

di: Redazione

Nel 1999 Steven Spielberg decise che era giunto il momento di provare qualcosa di diverso: dare vita ad un progetto ambizioso ed interessante. Dai suoi sforzi come produttore e director nacque così Medal of Honor, sparatutto ambientato nella seconda guerra mondiale che non tardò a guadagnarsi successo di pubblico e critica. In quasi undici anni la serie ha avuto alti e bassi dovuti soprattutto a scelte non felici. Con l’ultimo Medal of Honor: Airborne si è arrivati a toccare il fondo; non tanto per la qualità del gioco che nonostante l’utilizzo di schemi e ambientazioni ampiamente sfruttate riusciva, tutto sommato, a divertire ed impegnare il giocatore, ma soprattutto per la nascita di un nuovo e spietato concorrente. Il 2007, infatti, ha siglato lo scontro con la saga di Call of Duty, altro storico brand ambientato durante la WW II; Airborne precipita quindi nel baratro dell’indifferenza schiacciato dal tocco di rinnovo portato avanti da Modern Warfare.
Electronic Arts ovviamente non poteva rimanere a guardare. Quest’anno Medal of Honor vuole rinascere con un nuovo volto, segnato da un comparto multiplayer di alto livello e da una nuova ambientazione. I Tier 1, storici protagonisti della serie, si spostano ai giorni nostri con meta quell’Afghanistan così presente sulle pagine dei quotidiani. Adrenalina, scontri a fuoco mozzafiato e sapore hollywoodiano sono le promesse che ci sono state fatte. In attesa di mettere le mani su questo nuovo gioiello (nella sua interezza), abbiamo potuto testare il comparto online.
Tirate i dadi e preparatevi allo scontro.

WW II no more

Medal of Honor è in fin dei conti un gioco sdoppiato, o meglio ancora due giochi in uno. Il single player sarà sviluppato da EA Los Angeles, utilizzando il leggendario Unreal Engine 3, mentre il multiplayer è stato affidato ai DICE, talentuoso studio autore di Bad Company 2. Che il comparto online sia una loro creatura è evidente sin dai primi minuti di gioco, non solo per il motore Frostbite (con tanto di aliasing imperante e modelli poligonali non eccelsi) che li ha ormai resi famosi, quanto per il sistema di sviluppo delle classi e le modalità disponibili. La beta ci accoglie con un menu stringato nel quale, oltre a poter controllare le nostre statistiche, possiamo scegliere se buttarci nella mischia in partite già iniziate oppure giocare con gli amici. La struttura semplice ed intuitiva, come la possibilità di balzare con i propri compagni in partite pubbliche con la semplice pressione di un tasto ci ha notevolmente impressionato. Ovviamente queste potenzialità rimangono tali fino ad una release stabile che permetta di testare a fondo la qualità del netcode. Noi ci siamo dovuti barcamenare tra disconnessioni, freeze e problemi di varia natura pur di arrivare ad un agognato scontro tra amici. La vicinanza con il rilascio del gioco ci preoccupa non poco, ma d’altro canto ci rassicura la velocità con la quale DICE sta già rilasciando patch per la beta.

Tornando in-game avremo a disposizione tre classi: cecchino, soldato e guastatore, assegnate ad una delle sue fazioni, ossia la squadra Tier o la milizia afghana. Entrambe le fazioni risultano armate fino ai denti con un set comprendente arma primaria, secondaria ed esplosivo. Le armi americane risultano leggermente più maneggevoli e potenti, ma non tanto da sbilanciare gli equilibri della partita. Le fazioni vengono assegnate a rotazione mentre la classe è liberamente selezionabile ad ogni respawn.

Le classi classiche (permetteteci di sottolineare la cosa con una ripetizione cacofonica) fanno il paio con le due modalità testabili, non certo nuovissime. Anche se chiamate con il nome in codice di Mission e di Team Assault, è facile leggere tra le righe l’ispirazione tratta da modalità ben conosciute. Con Mission saremo catapultati a Helmand Valley dove un gruppo di assalitori cercherà di disattivare una bomba, mentre i difensori saranno occupati nel proteggerla. In fondo nulla di diverso dalle tante partite ad obiettivo che si possono trovare in altri titoli, come i già citati Modern Warfare e Bad Company. La mappa, costruita quasi totalmente sui colli afghani, con alcune piccole costruzioni diroccate, dimostra ancora una volta l’abilità di DICE nel creare sempre spazi utili a diverse soluzioni tattiche, lasciando al giocatore la scelta dell’approccio più efficace. Stessa cosa si può dire di Kabul City Ruins, mappa nella quale trova spazio la modalità Team Assault (lo sfruttatissimo e massacrante deathmatch). Campi aperti si alternano con interni diroccati, nei quali tendere agguati ai nemici. Entrambe le mappe si sviluppano sia in orizzontale, tra vicoli e macerie, che in verticale su palazzi bombardati, senza mai sviluppare spot per “camping” di massa. Il ritmo di gioco, nonostante sia frenetico, spinge il giocatore a scegliere soluzioni mirate, anche in virtù del potenziale mortale offerto dagli arsenali in dotazione. La presenza immediata di lanciagranate e lanciarazzi invita ad enorme cautela, sconsigliando lo scontro vis-à-vis che si conclude quasi sempre con un bel respawn. I punti di “rientro” sono gestiti in modo tale da riportare il giocatore in posizione utile al ritorno in battaglia, mai troppo lontano dall’azione né troppo vicino alle mortali linee nemiche.

Nessuna novità neanche per il sistema di sviluppo delle classi, che sfruttano un sistema di punteggio in base alle uccisioni. Stessa cosa per una serie di medaglie che potrà ingrassare il vostro palmares e titillare il vostro orgoglio. Il passaggio da un livello all’altro consentirà di modificare il proprio equipaggiamento e le proprie armi, aumentando efficacia e potenziale offensivo. Alcune classi dovranno sudare nei primi livelli per poi raggiungere un’invidiabile tasso di kill. Ripreso anche il sistema di premio per le kill multiple (le rinomatissime killstreak), che sbloccheranno bonus come la ricognizione UAV (i nemici verranno visualizzati sul radar) o il supporto con mortaio, utile a ripulire quasi completamente la zona di guerra senza troppi rischi ma sopratutto senza troppi pensieri.

Target Acquired

Da quel poco che abbiamo potuto vedere, Medal of Honor promette bene. Sfruttando l’esperienza maturata da altri titoli, EA sta cercando di concepire un comparto multiplayer capace di raccogliere tutto il buono dei rispettivi concorrenti e portarlo all’ennesima potenza (discutibile in questo senso la scelta di limitare il Frostbite, castrando la distruttibilità degli ambienti vista in Bad Company 2). In definitiva siamo sicuri che, nonostante l’obiettivo principale di questa produzione rimanga il single player, sul quale si stanno concentrando i maggiori sforzi, le modalità competitive online saranno sviluppate in modo tale da garantire un’ulteriore, ed estremamente piacevole, estensione della longevità totale del titolo.

 

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