Anteprima

Farpoint

di: Simone Cantini

Di sicuro il meno conosciuto dei prossimi titoli previsti per il PlayStation VR, principalmente perché sprovvisto di una demo giocabile di pubblico dominio, Farpoint è stato senza dubbio il gioco in grado di far scattare dentro di me la classica molla che spinge a spendere i propri denari in tecnologia apparentemente futile. Il debutto di Impulse Gear, piccolo studio indipendente americano sotto l’ala protettiva di Sony, faceva difatti bella mostra di sé all’interno del padiglione dedicato alla realtà virtuale allestito durante l’ultima edizione di Lucca Comica and Games, dove ho potuto immergermi in prima persona (scambiando anche quattro chiacchiere con due membri del team) nelle atmosfere aliene del pianeta che fa da sfondo alle vicende. Rimanendone rapito.

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

Plastica letale

Come è lecito aspettarsi da una semplice versione dimostrativa, le sezioni giocate durante la prova di Farpoint non hanno certo fatto luce sulla trama attorno a cui si dipaneranno le vicende di gioco. Quel poco che è stato possibile intuire ci vedeva semplicemente intenti ad esplorare un pianeta dalle atmosfere tipicamente marziane, in cerca dei membri di una precedente spedizione. Il tutto mentre da ogni anfratto spuntavano fuori minacciosi aracnidi autoctoni, fermamente decisi a farci la pelle. La nostra unica arma di difesa sarà costituita, nel mondo reale, dall’ennesima periferica di puntamento, denominata PSVR Aim e che sarà venduta in bundle con il titolo, ovvero una sorta di fucile al cui interno sono racchiusi un Move e due revisioni del classico Navigation Controller nato su PS3. Sebbene non certo entusiasmante da rimirare sulla Terra, il plasticoso fucile assume ben altri connotati all’interno del gioco, restituendo un feeling (grazie anche alla vibrazione interna) decisamente realistico ed immersivo: ho trascorso i primi secondi a rigirarmi il tutto in mano, osservando stupito come i movimenti venissero perfettamente replicati dalla mia proiezione virtuale. Sono sciocchezze, ma fidatevi che l’effetto è stato incredibile. Il PSVR AIm, unito ai movimenti della testa, servirà anche per controllare i nostri movimenti ed avanzare all’interno dei vari ambienti: questi, durante la demo, mi hanno portato ad esplorare cupe caverne, attraversare baratri vertiginosi oppure a spostarmi lungo uno stretto cornicione posto sopra un minaccioso strapiombo. Tutti ambienti rocciosi, caratterizzati da una palette cromatica dominata da toni rossastri, ma i due ragazzi del team presenti in fiera hanno garantito che le atmosfere saranno comunque molto più varie. Estremo riserbo, invece, in merito alla varietà degli aracnidi avversari che affronteremo nell’esperienza finale: quelli inseriti nella demo, oltre alla classica carne da macello presente in quantità elevata, mi hanno visto shoottare senza pietà insetti sputa veleno ed un mid boss dalle dimensioni ragguardevoli, fino a portarmi al cospetto di una creatura semplicemente gigantesca, all’interno della cui bocca bavosa è finita la mia scorribanda aliena.

Farpoint_Screen_PS4_001_1465877464

Sentieri già battuti

Trattandosi di un titolo in grado di offrire una liberà di movimento a 360°, l’aspetto grafico di Farpoint (almeno in queste fase iniziale) non può certo permettersi di rivaleggiare con esperienze decisamente più statiche come Batman. A dispetto di una conta poligonale comunque molto più modesta, le atmosfere aliene sono risultate comunque molto efficaci, pur se un po’ troppo abusate, con richiami che spaziano dal (da me) mai troppo lodato Starship Troopers, fino a toccare elementi più recenti che portano alla mente il bistrattato Prometheus. Queste piccole deficienze estetiche sono state però controbilanciate da una fluidità di gioco che ha nei 60 frame al secondo la sua punta di diamante, capaci di garantire la giusta e dovuta reattività. Punti deboli? Per quanto mi riguarda sono gli stessi che affliggono la gran parte dei titoli attualmente disponibili per la realtà virtuale: se esulato dal sense of wonder garantito dal visore, difatti, Farpoint è apparso soltanto come un FPS estremamente basilare che, qualora venisse mai proposto per una fruizione più canonica, di certo non farebbe strappare i capelli all’utente medio. Anzi. Però basta indossare il PlayStation VR per far passare tutto in secondo piano: per raggiungere la piena maturità artistica di questo vecchio/nuovo modo di giocare c’è decisamente tempo.

Farpoint_Screen_PS4_002_1465877465

Forse un po’ troppo didascalico ed essenziale, almeno in questa sua prima incarnazione, Farpoint è riuscito comunque a conquistarmi. Sarà per il feeling di esserci davvero sulla superficie rossa di quel pianeta alieno, oppure solo per l’estrema reattività ed efficacia del sistema di controllo, ma la voglia di imbarcarmi in questa nuova, per quanto apparentemente già vissuta, avventura è decisamente forte. Peccato che i ragazzi del team non si siano sbottonati in merito ad una ipotetica finestra di lancio, salutandomi con un blando 2017…