Fantasy Life i: La Ragazza che Ruba il Tempo
di: Simone CantiniAllo stand Level-5 del Tokyo Game Show 2024 ho avuto modo di dare uno sguardo ravvicinato anche a Fantasy Life i: La Ragazza che Ruba il Tempo, per mezzo di una breve demo terminata, purtroppo, prima di quanto avrei voluto. Il motivo che mi ha spinto a poggiare il pad è stato un fastidioso bug, che ha portato il mio personaggio a scomparire all’interno di una collina, senza che vi fosse la possibilità di continuare a giocare. Piccolo intoppo che, dopo aver parlato con gli addetti del booth, sembrava comunque noto. Peccato…
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Di spade e legna
Fortunatamente, a dispetto della disavventura avuta con Inazuma Eleven: Victory Road, la mia sessione è stata correttamente registrata su scheda SD, pertanto nel video sovrastante potete trovare tutto il giocato del test. Fantasy Life i: La Ragazza che Ruba il Tempo recupera in pieno l’anima della serie, proponendo un’esperienza ruolistica leggera e spensierata. Il gioco è ambientato in un mondo coloratissimo e caratterizzato da personaggi deformed, ed è risultato subito molto accessibile in quanto a meccaniche. Caratteristica della produzione è quella di affiancare ad un basilare combat system in tempo reale la raccolta di risorse, che nel gioco completo serviranno a sviluppare le varie professioni (leggi classi) che sarà possibile assegnare ai personaggi giocabili. Purtroppo, come sempre in questi casi (oltre al citato bug), non è stato possibile sviscerare in profondità l’offerta ludica del titolo Level-5, ma queste impressioni preliminari hanno lasciato in bocca una piacevole sensazione, a patto di prendere l’esperienza per quella che è, ovvero un gioco che fa delle semplicità e dello stile il suo principale punto di forza.
Nella rutilante bolgia del TGS2024 caratterizzata da luci e suoni stordenti, passare una manciata di minuti in compagnia di Fantasy Life i: La Ragazza che Ruba il Tempo è stata davvero una piacevole digressione. Disincantato e piacevole nella sua semplicità, il titolo Level-5 pare intenzionato a ripercorrere a dovere la storia del brand, grazie ad un mix di meccaniche ruolistiche e di raccolta materiali non certo troppo elaborate, ma non per questo da sottovalutare. A questo punto vedremo se l’operazione potrà, ancora una volta, reggersi sulle proprie gambe.