Anteprima

Fairy Tail 2

di: Simone Cantini

Il booth di Koei Tecmo al Tokyo Game Show 2024, oltre al già trattato Dynasty Warriors: Origins presentava un ulteriore produzione giocabile: sto parlando di Fairy Tail 2, il nuovo gioco tratto dal celeberrimo manga di Hiro Mashima. L’occasione è stata ghiotta per dare uno sguardo preliminare alle meccaniche di combattimento che caratterizzeranno il titolo Gust, che sembra incanalarsi a dovere all’interno del nuovo corso ludico dello studio di sviluppo.

Dalla carta al pad

La demo giocabile si è aperta sull’incipit narrativo che caratterizzerà la release finale di Fairy Tail 2, e che vedrà al centro della scena la lotta a Zeref, l’imperatore Spriggan dell’impero di Alvarez. Pochissimi istanti, narrati attraverso la consueta grafica in cel-shading, che hanno ben presto lasciato il posto all’azione giocata, che ha permesso di toccare con mano gli elementi principali del combat system. Naturalmente non è possibile esprimere un giudizio sulla bontà narrativa della produzione Gust, ma i fan dell’opera originale sanno già cosa li aspetta, pertanto c’è da essere fiduciosi in merito al lavoro di adattamento operato dallo studio giapponese.

Gli scontri con i vari nemici, culminati con la battaglia proprio contro uno degli Spriggan in forza all’imperatore, ricalcano in modo molto fedele quanto visto nei capitoli della fortunata serie Atelier dedicata alla deliziosa Ryza. I conoscitori di questo trittico ludico, sviluppato da Gust, si troveranno pertanto immediatamente a loro agio (presente!) una volta iniziato il combattimento: tutto è gestito secondo una canonica scansione a turni, gestita da un indicatore circolare in odor di ATB che, una volta riempito, permetterà di inanellare combo corpo a corpo, oppure lanciare incantesimi o utilizzare oggetti e skill. La dinamica di gioco è, quindi, estremamente classica e ampiamente sviscerata da numerose altre produzioni. Naturalmente, come vuole la recente tradizione, sarà possibile stordire temporaneamente gli avversari, così da lasciarli inermi per qualche istante, ma anche scagliare devastanti attacchi combinati, in grado di spazzare via in un battibaleno i mob più deboli.

Per quanto molto breve, nel corso della sua decina di minuti la demo ha messo in mostra brevemente anche il sistema di potenziamento di Natsu e compagni che, investendo particolari punti ottenuti livellando, ci consentiranno di sbloccare bonus passivi e nuove abilità attive. Anche in questo caso, tutto è apparso molto canonico e prevedibile, per quanto funzionale.

Relativamente all’aspetto tecnico di Fairy Tail 2, l’impressione iniziale è stata quella di trovarsi al cospetto del classico titolo Gust, ovvero caratterizzato da un comparto estetico non certo all’ultimo grido, anzi decisamente povero in quanto a dettagli su schermo. Naturalmente la parte del leone spetta al character design generale, che per mezzo del citato cel-shading riesce a riprendere a dovere i personaggi creati dalla penna di Hiro Mashima. Sotto questo aspetto, i fan del mangaka troveranno di che essere soddisfatti, che poi è quello che si chiede ad operazioni come quella in questione, mirata ad assecondare principalmente chi già conosce il lavoro originale, piuttosto che andare ad intercettare i gusti di una platea più ampia. Sono questi, in definitiva, i limiti emersi dalla demo, ovvero quelli di un gioco apparso sin troppo elementare e prevedibile, privo di guizzi particolari in grado di renderlo più di una semplice operazione di fan service sfrenato.

Lo confesso, l’impatto con Fairy Tail 2 non è certo stato dei più entusiasmanti, vuoi perché non sono né un fan né un conoscitore del manga originale, vuoi per la natura tutto sommato elementare e pesantemente già vista di quanto mostrato nella demo. I minuti trascorsi in compagnia del prossimo lavoro Gust hanno messo in luce un impianto tecnico non certo sfavillante (anzi), oltre ad un combat system non proprio all’avanguardia. Sicuramente un titolo leggero, in grado di intercettare i gusti dei fan, ma a meno di clamorose sorprese in fase di release, dubito possa ambire a traguardi ben più ambiziosi.