Anteprima

Destiny 2

di: Simone Cantini

È dura essere sfacciatamente obiettivi quanto ti ritrovi a parlare di un titolo che hai semplicemente adorato, che pur con tutti i suoi innegabili difetti è stato capace di catalizzare la tua attenzione in maniera dannatamente massiccia per mesi. Pertanto preferisco avvisarvi di come le parole che state per leggere saranno, purtroppo per la mia credibilità, giocoforza influenzate dalla brutta bestia dell’hype, che magari mi porterà ad abusare del mio entusiasmo da gamer, a discapito del grigio aplomb dell’asettico redattore. Oh, d’altra parte è colpa mia se questo Destiny 2 sembra avere, finalmente, tutte quelle caratteristiche che il mondo ha chiesto invano per quasi 3 anni?

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Aprirsi al mondo

La nuova IP Bungie mi aveva felicemente colpito in quel lontano settembre 2014, come testimonia l’altisonante 90 che ho trovato giusto tributargli in sede di recensione. Eppure, come scritto poco sopra, le magagne non mancavano, né mancano ad oggi, nonostante le corpose aggiunte introdotte a suon di patch e DLC. Eppure pare proprio che Bungie abbia fatto tesoro delle opinioni dei fan, magari con un ritardo decisamente colpevole, cercando di plasmare Destiny 2 proprio attorno a simili desideri. La presentazione di ieri è stata solo un piccolo antipasto di quello che ci attenderà nei negozi il prossimo settembre, ma è stato comunque impossibile non cogliere al volo quelle piccole migliore pensate dal team statunitense. Se è vero che, almeno a vedere i primi video giocati, il gameplay di Destiny 2 non sembra aver subito stravolgimenti di sorta (e meno male, visto che come FPS funziona alla grande), le modifiche più significative sono da ricercare nel mondo di gioco e nel modo in cui i player potranno approcciarvisi. Benvenuta, per un lupo solitario come il sottoscritto, la possibilità di sperimentare qualsiasi contenuto anche in assenza di clan o gruppi di amici, grazie alla tanto agognata apertura al matchmaking che, soprattutto nei raid, permetterà a chiunque di mettere alla prova la propria abilità. Si tratta di una rivoluzione tanto banale quanto epocale, dato che stando a quanto dichiarato durante il reveal circa il 50% dei possessori del primo capitolo si è visto tagliato fuori da attività imprescindibili come La Volta di Vetro e similari. Questa marcata apertura all’esperienza personale emerge anche dal modo in cui le varie mappe di gioco saranno caratterizzate, visto che è stato promesso un incremento esponenziale delle attività accessorie, le quali andranno a comprendere vere e proprie side quest, dungeon opzionali da esplorare, cacce al tesoro ed un rinnovato sistema di gestione degli eventi pubblici, finalmente visibili in qualunque momento senza dover (alleluia!) ricorrere a strumenti esterni. Per non parlare di una campagna rinnovata e che godrà di un utilizzo massiccio di cinematiche e, di conseguenza, permetterà di offrire una narrativa rinnovata, convincente e ci auguriamo più accattivante. E già l’incipit che abbiamo visto sembra promettere bene in questo senso. Questa volontà di immediatezza emerge anche dal modo in cui le varie aree potranno essere raggiunte, dato che non sarà necessario (anche per motivi puramente narrativi) doversi recare obbligatoriamente in orbita per decidere dove dirigere la nostra navicella. Non mancano poi tutte quelle implementazioni scontate, come le nuove modalità per il Crogiolo, pianeti inediti da esplorare e sottoclassi aggiuntive per i nostri Guardiani, sulla cui utilità e bontà torneremo non appena sarà possibile testarle attivamente sul campo di battaglia.

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Voglio di più!

La carne al fuoco in Destiny 2, per lo meno agli occhi di chi ha trascorso un ragguardevole quantitativo di ore in compagnia dell’universo Bungie, sembra essere davvero molta, ma al di là dell’innegabile entusiasmo che sta attanagliando il sottoscritto l’augurio che ci sia ancora altro da scoprire è molto forte. Vogliamo dare, finalmente, un senso ai nostri velivoli? Magari rendendoli protagonisti di piccole battaglie spaziali, oppure permettendo di personalizzarle in maniera più massiccia rispetto alle banali skin. Qualche perplessità resta anche sull’aspetto puramente estetico del titolo, visto che quanto mostrato al momento, al di là di una direzione artistica azzeccatissima, non lascia intravedere significativi miglioramenti grafici. Ovvio che parliamo sempre di video vissuti attraverso il filtro dello streaming, ma il sapere che tutto quanto girerà sempre a 30 frame al secondo rende lecito aspettarsi un po’ di più. Vista l’importanza che è stata riservata al lato social del titolo, è inoltre auspicabile una migliore cura per ciò che concerne il netcode, sin troppo spesso una vera spina nel fianco per giocatori di Destiny.

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Tutto cambia per non cambiare affatto. Sono bastati i primi frammenti giocati a rendere immediatamente riconoscibile l’universo ludico creato da Bungie, una sorta di rassicurante bentornato per tutti i fan di questo franchise multimilionario. Bollarlo come un corposo more of the same potrebbe anche essere appropriato, ma data la portata delle modifiche illustrate durante la diretta sarebbe anche estremamente riduttivo. Ovvio, da quanto visto si tratta di elementi prevalentemente strutturali, quindi non proprio appariscenti ed in grado di far strabuzzare gli occhi per la sorpresa, ma di sicuro tutte scelte in grado di migliorare un’ossatura già solida e convincente. L’hype cresce, la scimmia nuda balla e aspetta in gloria l’arrivo della beta.