Anteprima

Cyberpunk 2077

di: Simone Cantini

Il 2020 sarà un anno scintillante, luminoso, abbacinante, oltre che devastante se consideriamo le uscite videoludiche che ci attendono. A cui si aggiungeranno anche le nuove console, tanto per non farci mancare nulla. Tra l’infinita lista di produzioni che si accavalleranno nei 12 mesi a venire, c’è però un titolo che mi attrae in maniera impressionante, come se fossi una piccola falena ipnotizzata dalla suadente luce di una candela: sto parlando dell’ultimo lavoro dei ragazzi di CD Projekt Red, ovvero quel Cyberpunk 2077 che è stato protagonista di una live demo in quel di Lucca Comics & Games 2019. E che ovviamente non posso fare a meno di raccontarvi.

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Marionette digitali

In un piccolo cinema allestito per l’occasione in una delle piazze della meravigliosa città toscana, in compagnia del Community & PR Manager della compagnia Alessandro Fileni, ho potuto gustarmi una ventina abbondante di minuti, presi dalla parte centrale dell’avventura. La porzione in questione era tratta dalla versione italiana di Cyberpunk 2077, pertanto è balzato subito all’occhio l’ottimo lavoro svolto in fase di doppiaggio, con la voce di Luca Ward, nei panni dell’oramai iconico Keanu Reeves, a svettare su tutto. La missione in questione prevedeva l’infiltrazione in un mall abbandonato, adesso territorio di una delle varie bande criminali che popolano Night City, la location del gioco, al fine di poter perlustrare una sospetta camionetta. Il codice mostrato alla fiera presentava due build distinte per il protagonista, una diametralmente opposta all’altra: nella prima i punti abilità erano stati investiti tutti nell’hacking, mentre nella seconda la personalizzazione era spinta sulla forza bruta. La possibilità di switchare in tempo reale tra le due classi, opzione presente soltanto in questa demo ed assente nella release completa, è stata utilissima per dare un primo sguardo alle molteplici modalità di approccio offerte dal gioco, sfruttando proprio gli estremi delle numerosissime variabili di personalizzazione che Cyberpunk 2077 garantirà agli utenti. Gli amanti dello stealth si troveranno maggiormente a loro agio sfruttando l’hacking, che consentirà di agire nell’ombra senza esporsi al fuoco diretto degli avversari: la missione ci ha permesso, grazie alla nostra connessione alla rete globale di Night City, di manipolare ogni elemento elettronico presente nell’area di gioco, come ad esempio un semplice distributore di bibite, manomesso per attirare l’attenzione di un paio di guardie. Giunti nell’area principale della sortita, poi, è giunto il momento di disabilitare la telecamera di sicurezza posta al suo ingresso, il tutto per mezzo di un piccolo minigioco. Sebbene sbilanciata per quanto riguarda il combattimento ravvicinato, questa build ha avuto anche il suo perché in occasione degli scontri con le guardie, delle quali potremo hackerare le componenti meccaniche sia per spingerle a colpire gli alleati, oppure per suicidarsi. C’è stato anche il tempo per prendere il controllo di una letale torretta automatica che, in una manciata di secondi, ha tolto di mezzo una buona parte dei nemici. Presente anche una sorta di affilatissimo cavo, con il quale è stato possibile tranciare senza pietà gli sgherri della banda, prima di giungere allo scontro con il boss dell’area, al quale sono stati riservati pochissimi secondi prima che la demo si chiudesse.

Forza bruta

Riavvolgendo il tempo e cambiando classe, la prova ci ha permesso di vedere cosa sarebbe potuto succedere se avessimo scelto di agire come implacabili terminator. Il giocato ci ha riportato alla presenza della telecamera di cui sopra, che abbiamo bellamente evitato semplicemente sradicando una serie di porte metalliche, così da crearci un percorso secondario in grado di condurci indisturbati nei pressi della camionetta, ovviamente protetta da un corposo numero di membri della banda. Quando, però, siamo delle letali macchine di morte cibernetiche, nulla può davvero spaventarci, ed ecco quindi che prima abbiamo letteralmente sradicato la torretta automatica hackerata nel gamplay precedente, così da avere a disposizione senza troppi sbattimenti una devastante macchina di morte. La build in questione, inoltre, ci ha permesso di catturare uno dei nemici, che abbiamo usato come scudo umano mentre ci avvicinavamo ad un altro gruppetto di avversari. In questa sezione tutto ha assunto i contorni dello sparatutto più caotico, con un feeling di gioco che è apparso davvero esaltante, pur senza stringere tra le mani il pad. Sicuramente più immediata e diretta come opzione di approccio, ma non per questo disprezzabile. La demo, superato il briefing iniziale, ci ha anche permesso di dare uno sguardo alla Night City di Cyberpunk 2077, caratterizzata da un meteo variabile di cui abbiamo avuto un brevissimo assaggio, e che potremo esplorare liberamente nella sua interezza senza alcun tipo di caricamento, alla stregua di un qualsiasi GTA. Per muoverci sino al punto d’inizio della missione è stata utilizzata una motocicletta, che trasudava Akira da tutti i pori, che è servita anche come primissimo incontro con la duplice modalità di visualizzazione in prima e terza persona (la soggettiva rimane un must per il sottoscritto). Terminata la demo erano tante le domande che avrei voluto porre al buon Fileni, ma complici gli stretti orari della fiera c’è stato tempo solo per una (ma forse qualche sorpresa potrebbe arrivare nei prossimi giorni) riguardante la macchina su cui girava il codice, ovvero un PC settato a dettaglio medio e con una risoluzione in Full HD. Pur trattandosi di un setup non certo estremo, l’impatto scenico di Cyberpunk 2077 è apparso di tutto rispetto, ovviamente molto avanti rispetto a quanto ammirato anni fa nell’ottimo The Witcher 3, così come solida è risultata essere la fluidità generale, anche se è probabile che il tutto fosse da imputare ad una demo chiamata a girare in un ambiente super controllato.

Per quanto guidata e non certo interattiva, la demo di Cyberpunk 2077 vista a Lucca Comics & Games 2019 è riuscita a far ingrassare la già pasciuta scimmia che ho nei confronti del prossimo lavoro di CD Projekt Red, che si candida sempre di più come il mio personalissimo GOTY dei 12 mesi futuri. Le due possibilità di approccio ludico visionate, per quanto estreme, hanno evidenziato una profondità ed una differenziazione di sviluppo estremamente sfaccettata, il tutto calato all’interno di un setting dotato di un fascino indiscutibile. Saranno stati anche 25 minuti da semplici spettatori, ma la primavera 2020 non è mai parsa così dannatamente lontana.