Crimson Desert
di: Federico LelliLa storia di Crimson Desert, nato come ipotetico prequel da una costola di Black Desert Online, inizia il suo sviluppo come MMORPG e diventa successivamente un action RPG. Dopo essere stato mostrato ai Game Awards 2020, scompare di nuovo per tornare finalmente nei giorni nostri: abbiamo avuto occasione di provarlo recentemente in un evento dedicato al gameplay del gioco.
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La versione testata parte dal prologo che fa da tutorial e include quattro diversi combattimenti in arene specifiche raggiungibili tramite un hub dedicato. Ambientato nell’open world fantasy medievale di Pywel, ci muoviamo nei panni di Kliff, il protagonista, che è a capo dei mercenari Greymane, incaricati di proteggere l’erede al trono di Akapen. Il prologo descrive una battaglia tra i Greymane e i Black Bears, in cui Kliff, nonostante le sue abilità, viene sconfitto e lasciato gravemente ferito.
Il tutorial e uno specifico video, mostratoci dagli sviluppatori precedentemente, sono fondamentali per prendere dimestichezza con il sistema di controllo del gioco e con il combat system, pure troppo ampio e strutturato, che prevede i colpi d’arma bianca, i veloci e i forti, sui dorsali destri; la parata e il lock dei nemici, sui dorsali sinistri; salti, calci, schivate e combinazioni varie tra cui le prese, sui 4 bottoni frontali e altre cose che nel frattempo mi sono dimenticato nei tasti rimanenti: click degli stick e combo di vari pulsanti in contemporanea compresi. Un mapping che alla prima sessione e in una sola ora di prova risulta abbastanza ostico, che va sicuramente padroneggiato nel tempo e che, per forza di cose, non ha aiutato la nostra prova. Anche la scelta degli sviluppatori di proporre una demo con quattro boss fight, tralasciando completamente la parte open world del titolo, non si è rivelata la più saggia in quest’ottica.
4 contro 1
Eretto nel suo trono, tra le rovine di un castello, si erge Staglord, un tank vestito da vichingo capace di attacchi devastanti; nel pieno della montagna, in mezzo alla bufera di neve che impazza, l’abominevole White Horn protegge il suo territorio; nel mezzo di un canneto riarso dal sole Reed Devil ci aspetta per una sfida all’ultimo sangue; celata da una collina che si rivela essere la sua corazza la Queen Stoneback Crab nasconde un tesoro inestimabile pronto ad essere recuperato.
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Quattro boss diversi con altrettanti approcci e ognuno con 2 o 3 trasformazioni sono una sfida importante che all’interno della demo possiamo affrontare con infiniti revive e un numero illimitato di pozioni. Ed è una fortuna perché pad alla mano siamo abbastanza soverchiati dalla quantità di cose da fare, e trovare una strategia, oltre ad alternare combo di colpi forti e veloci, non è sempre facile: il combat system è decisamente dinamico e offre una varietà di colpi non indifferente ma è difficile capire i tempi di risposta e le reazioni ai nostri colpi, per non parlare dei colpi speciali che in alcuni casi sono necessari a toglierci dall’impasse.
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Anche se tutti i combattimenti sono molto veloci e pieni di azione possiamo identificare Staglord nei boss che picchiano forte, con elementi dello scenario che si distruggono e causano danno ad entrambi; Reed Devil in quelli che prediligono la velocità, con una fase di gioco dove tra l’altro è invincibile e dobbiamo far fuori i suoi simulacri per poterlo danneggiare di nuovo; White Horn è un buon mix tra forza e velocità, con la pelliccia che si colora di rosso sangue e la possibilità di aggrapparci al suo corpo per fare più danni; Queen Stoneback Crab infine è una sfida un po’ atipica perché richiede, in tipico stile MMO, tutta una serie di azioni arbitrarie per essere sconfitta.
Discorso a parte per la gestione della telecamera e il sistema di lock: la prima, sicuramente confusa e in alcuni tratti fastidiosa, soprattutto negli scontri in aree ben delimitate o nelle battaglie con più nemici, dove tra l’altro non abbiamo nessun segnale da parte della UI degli attacchi che arrivano da tutti i lati; il secondo, attivabile col tasto per alzare lo scudo, non riesce a darci comunque il focus necessario per compensare alle mancanze del primo problema.
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Il reparto visivo e tecnico ci ha invece soddisfatto pienamente: la demo di Crimson Desert gira su PC sicuramente importanti e da questo punto di vista è una vera gioia per gli occhi che si è espressa in tutte le sue forme: i modelli dei personaggi, dai vestiti ai volti, sono ben dettagliati e definiti; le animazioni, curate e fluide; gli ambienti, riproduzioni fedeli al reale e scenicamente ineccepibili; tutto contribuisce a creare un mondo fantasy immersivo che, per il poco che abbiamo visto, viene la voglia di esplorare.
All’ottima grafica possiamo aggiungere dettagli di interazione che abbiamo apprezzato particolarmente, come gli effetti di distruzione nel castello di Staglord o le tracce sulla neve e la bufera nella montagna di White Horn, che aumentano ulteriormente il realismo e il coinvolgimento, sperando in una resa eccellente anche sulle console, che dovrebbero essere il target finale del titolo.
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In questo periodo dove le vacche grasse si sono spostate tutte sui live services, puntare ad un action single player è quasi una scelta temeraria e apprezziamo sicuramente lo stile, la qualità e il coraggio dietro al prodotto che ci è stato mostrato. Ci allontaniamo però da Crimson Desert con l’idea di trovarci davanti ad un gioco che deve ancora trovare una forma precisa e una sua identità: a volte per paura di voler fare più di quello che dovrebbe essere, a volte per l’impostazione MMO dello studio, a volte per i limiti di quello che una demo non può e non vuole mostrare. Al momento non ci sono date di uscita previste quindi torneremo sicuramente a parlare di questo gioco, sperando che le imperfezioni che abbiamo notato siano state nel frattempo affrontate e risolte.