Anteprima

Call of Duty: Black Ops 2

Call of Duty Black Ops 2 viene proposto come un tre giochi in uno, diviso cioè in una campagna single player a sé stante, un multiplayer rinnovato, e una nuova modalità zombie in grado di approfondire l’esperienza di gioco senza riproporsi come un mero adds-on. Il feel principale su cui si è basato lo sviluppo del gioco è quello di rendere quindi il livello di competizione offerto, oltre che più stimolante, più “papabile” anche ai meno esperti senza svilire il sistema già rodato di ricompense e bonus. Noi lo abbiamo provato per voi.

di: Manuel "haures" Di Gregorio

Con un misto di rammarico dobbiamo statuire come l’era di queste console si sia dedicata più al continuo di franchise ben noti alle masse che allo sviluppo di nuove I.P.
In questo frangente emerge tra i brand più noti, quello della serie di Call of Duty di Activision, capace di piazzare cifre astronomiche per ogni gioco messo in commercio. Il nuovo Call of Duty Black Ops 2, in sviluppo presso il team di Treyarch, offre così una ventata di fresche novità, svecchiando per mezzo di nuovi artifizi ben congegnati la monotonia in cui la serie rischia di cadere sfornando un titolo all’anno. Innanzitutto Call of Duty Black Ops 2 viene proposto come un tre giochi in uno, diviso cioè in una campagna single player a sé stante, un multiplayer rinnovato, e una nuova modalità zombie in grado di approfondire l’esperienza di gioco senza riproporsi come un mero adds-on. Il feel principale su cui si è basato lo sviluppo del gioco è quello di rendere quindi il livello di competizione offerto, oltre che più stimolante, più “papabile” anche ai meno esperti senza svilire il sistema già rodato di ricompense e bonus.

Pater, et Filuis et…

La modalità storia si ambienterà su due archi narrative che vedranno come protagonista il ritorno di Alex Mason per i flashback ambientati negli anni 80 ; la maggior parte della storia invece si ambienterà nel futuro, esattamente nel 2025, impersonando David Mason, figlio di Alex e coinvolto in una nuova guerra fredda tra Usa e Cina scoppiata in seguito ad un atto terroristico ad opera di Raul Menendez. La figura del “main villain” assume in questo CoD una figura centrale e analizzata a 360°; tutto nasce dalla volontà del team di Treyarch di affrontare le motivazioni che hanno spinto Menendez ad arrivare a tanto dipanandone i misteri del passato che lo hanno reso tale (ciò spiega il ritorno alle ambientazioni anni 80). Basti pensare che per psicanalizzare nei dettagli questo personaggio è stata richiesta la collaborazione di David Goyer, sceneggiatore dei recenti Batman.
Abbiamo avuto modo di vedere coi nostri occhi fasi di gameplay tramite una demo del secondo livello: Celerium. Questa missione ambientata in Birmania ha così lo scopo di mostrarci una piccola parte degli elementi futuristici implementati nel nuovo titolo; la scena inizia con la scalata di una parete rocciosa con il solo ausilio di speciali guanti in grado di aderire perfettamente mentre, legati con un cavo ad un nostro compagno, ci lasceremo dondolare nel vuoto alternatamente per arrivare in cima; il tutto vissuto in prima persona. Qui, una volta individuata la base nemica a kilometri di distanza, ci vendono applicate delle speciali membrane in grado di farci planare per lunghe distanza; la fase di “volo” è stata ben studiata con tanto di condizioni atmosferiche avverse capaci di dare quel giusto tono in più al momento. Arrivati nei pressi del campo scopriamo a non essere i soli in possesso delle nuove tecnologie: soldati con tute invisibili e nuovi tipi di granate ci sbarrano la strada e l’assedio continua fino alla presa di possesso di una mitragliatrice in grado di volgere nuovamente la fortuna a nostro favore. Alla spettacolarità della battaglia in corso si contrappone però una gran caoticità di fondo. La campagna singleplayer sarà inoltre arricchita con la modalità di missioni denominata Strike Force in cui potremo comandare a piacimento i nostri soldati inviati in piccole aree di battaglia. La visuale, prettamente a volo d’uccello permetterà il passaggio da un soldato all’ altro al fine di conquistare dei check-point che, se portata a termine la missione, porterà ripercussioni anche sulla storyline.

Pallottole e zombie(?)

Se fino ad oggi siamo rimasti vincolati ad un sistema rigido di classi e armamenti, ora le carte in gioco si
mescolano a completo piacimento del giocatore: il nuovo sistema “Pick-10” ci permette di modificare a nostro piacimento l’arsenale di armi ed equipaggiamento della nostra classe, attingendo dalle altre ma non senza regole precise. Il nome di tale sistema deriva infatti dalla possibilità di personalizzare il proprio set con solo dieci slot a disposizione, dove ogni oggetto equivale ad uno slot. L’introduzione delle Wildcards riequilibra l’intero sistema regolando le aggiunte di armi particolarmente potenti,Perk, e altri tipi di modifiche raddoppiando il valore di alcuni slot, sfavorendo il numero di spazi a disposizione ma permettendo maggior caratterizzazione. Personalizzare vuol dire quindi dare la libertà al giocatore di creare il suo stile personale, volto ora molto più all’aiuto cooperativo all’ interno del proprio team che ad azioni solitarie. Ecco che allaCustom Game Mode (che comprenderà le partite con i bot!) si affiancherà anche il Combat Training, un tutorial per i meno esperti; tornerà l’Emblem Editor con 32 layers e più di 150 forme per creare il proprio simbolo, e con esso anche la Playercard. A proposito della cooperazione, ecco che vengono così introdotti gli “Score Streacks” che permettono di ricompensare il giocatore che durante le partite giunge in aiuto dei suoi compagni di squadra. In tal modo il punteggio finale non è più determinato dalle sole uccisioni come accadeva prima. L’interazione, quindi, di tutte queste nuove meccaniche sembra riuscire ad amalgamare l’azione di gioco in un insieme di tattiche più complesse e artificiose dettate sia dalla sapiente composizione di un equipaggiamento personale, che da una maggior componente di squadra in grado di aumentare il divertimento e la complessità di una partita in multiplayer. Novità mediatica di questo giro di Call of Duty è l’introduzione degli eSPORTS. Sebbene l’osservare in streaming le partite di altri giocatori non sia qualcosa di così nuovo, i ragazzi di Trayarch sono riusciti a far diventare un gioco di guerra una sorta di “Superball” interattivo online. Con la funzione CODcast, non solo potremo gestire il sistema di telecamere, quasi a creare una regia di fondo durante la partita per gli spettatori online bensì potremo anche mostrarci grazie al supporto webcam, mostrare il punteggio e inquadrare singoli giocatori! L’introduzione del League Play permetterà inoltre di stilare un andamento delle nostre capacità in base ai punteggi accumulati, permettendo di volta in volta di confrontarci online con un team all’altezza delle nostre abilità, né più né meno.
Ultima ma non da meno è la modalità Zombie. Quest’ultima sarà una vera e propria story-mode parallela; faremo la conoscenza di nuovi personaggi e ci sposteremo di area in area grazie ad un malandato pulmino all’interno di un vastissimo open-world in salsa di non-morti. Ovviamente tutte le armi e i personaggi compresi in questa modalità saranno completamente inediti alla saga. Anche qui sarà possibile personalizzare le partite in multiplayer tramite le modalità Survival (da uno a quattro giocatori in co-op) e una modalità Grief dedicata: umani VS umani VS zombi. Da due a otto giocatori si sfideranno tutti contro tutti accompagnati dall’intervento di orde di zombi poco amichevoli. Last man standing wins!

The man VS the machine.

Abbiamo avuto modo di provare alcune mappe della modalità multiplayer; dodici Xbox360 con altrettanti partecipanti tutte collegate in lan hanno saputo intrattenerci e allo stesso tempo sfidarci!
La prima mappa provata si ambientava in una stazione della metropolitana Losangelina, ovviamente non tutto era lindo e in ordine bensì lo scenario devastato e silenzioso preannunciava la modalità Kill Confirmed seguente, in cui dovevamo raccogliere le targhette dei soldati da noi uccisi per confermare appunto l’uccisione dello stesso. La modalità proposta è stata affrontata a squadre e un’ottima componente di lavoro di squadra era necessario per aumentare il proprio punteggio tramite lo sfruttamento intensivo degli Score Steaks. Da una mappa molto ampia e libera siamo passati ad un’altra ambientata su una nave da crociera più improntata su lunghi corridoi e percorsi guidati in cui l’arsenale di armi tecnologiche da sfruttare (droni, sentinelle, torrette) era però molto più presente facendo così prediligere per un approccio maggiormente tattico. Le ultime due mappe affrontate prevedevano in primis una piattaforma cargo addetta allo stoccaggio di container mentre la seconda una cittadella abbandonata e devastata. Tra le due, la piattaforma cargo ha saputo regalarci momenti intensi di piacere soprattutto per la presenza di numerosi punti ciechi o nascosti in cui tendere trappole ai malcapitati in arrivo, controllandone la loro posizione grazie alla mini-mappa apposta nella parte alta schermo. La mappa successiva, più complessa e articolata tra cunicoli nascosti e balconi da cui cecchinare indiscriminatamente collezionando kills, ci ha immerso in una modalità in cui dovevamo collezionare un numero definito di bandiere e mantenerne il possesso per il maggior tempo possibile.

Da un lato potremmo definirlo come “il Call of Duty di sempre”: innovazioni a destra e sinistra che sorreggono un motore grafico che inizia a portare il peso degli anni passati e tenta di mascherarsi il più possibile spostando l’attenzione sulla creatività più che sulla potenza. Come vedere una donna vecchia imparruccarsi e truccarsi da capo a piedi con nuovi accessori. Texture ormai in parte sorpassate vengono comunque nascoste da una realizzazione tecnica sempre più “levigata” complice un labor limae continuo volto a migliorare il gameplay più che la grafica e questo, permettetecelo, è da apprezzare (d’altronde non si può sempre avere la botte piena e la moglie ubriaca!). La modalità storia intriga per come viene realizzata e affascina per l’atmosfera evocata da un comparto sonoro particolarmente curato. La promessa quindi di tre giochi in uno sembra mettere abbastanza carne al fuoco per giustificarne l’acquisto; rimanete con noi tra un mese per la recensione completa, intanto vi lasciamo all’ intervista a Jay Puryear, direttore del brand presso Treyarch.


CT: dopo aver posto le vicende del primo Black Ops durante la guerra fredda, com’è nata l’idea di narrare gli eventi di un così lontano futuro da quegli eventi? Sopratutto, dopo tale scelta, il gioco prenderà più spunto dal precedente MW3 o dal primo Black Ops?

JAY: il gioco sarà un seguito diretto del primo Black Ops. Ritroverete molti personaggi conosciuti tra cui appunto, Alex Mason. In particolare abbiamo voluto approfondire bene la storia, che ci è sembrata il punto su cui focalizzarsi maggiormente. In particolare ci siamo soffermati molto sulla figura di Menendez, sulla figura del “super-cattivo” e sul creare legami emotivi con i vari personaggi che abbiamo gia imparato a conoscere. Menendez inoltre, è sulla piazza dagli anni ’80 al 2025, quindi c’è questo arco temporale di 40 anni che abbiamo utilizzato per spiegare chi è veramente e dove vuole arrivare. Alla fine potete vederlo come una sorta di Joker (n.d.r. Batman).

CT: essere supportati durante lo sviluppo del gioco da HastrO, uno dei più famosi e competitivi giocatori di Call Of Duty, che risvolto ha portato nel sviluppare il multiplayer di Black Ops 2? Sarà ora più competitivo o più semplice?

JAY: la collaborazione con HastrO si è focalizzata principalmente sulla categoria degli eSPORTS e sul CODcast, in modo da fornire alla comunità online gli strumenti e il supporto necessario per ottenere il massimo divertimento dagli eSPORTS.

CT: com’è nata l’idea di introdurre una campagna zombie alternativa? E’ stata principalmente una richiesta dei fan oppure il lavoro svolto da RedStar in Red Dead Redemption: Undead Nightmare è stato d’ispirazione?

JAY: la nostra idea è sempre stata quella di venire incontro ai desideri degli appassionati. Tutte le nuove funzionalità introdotte, non solo la modalità Zombie, nascono dal feedback positivo mostratoci dagli utenti stessi in questi anni. Questo ci ha permesso di migliorarci sempre di più aggiungendo di volta in volta nuove possibilità richieste appunto dai fan; il nostro impegno si è così focalizzato nella nuova campagna zombi, nella creazioni di nuove armi e personaggi dedicati, il tutto, solo per far contenti i nostri fan.

CT: pensate di espandere il numero di funzioni disponibili tramite l’acquisto dell’ Elite Membership di CoD, in futuro?

JAY: Black Ops 2 supporterà l’Elite Membership ma per il momento non posso rivelarvi altri dettagli che vi verranno invece detti in futuro, mi spiace, no spoiler!