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Recensione TurnOn

di: Simone Cantini

Altro giro, altra corsa. Stavolta tocca ai quattro ragazzi russi di Brainy Studio farsi largo tra la affollata calca di indie che popolano il Marketplace grazie a TurnOn, simpatico platform a scorrimento orizzontale che promette di catapultarci all’interno di un’avventura dai toni letteralmente elettrizzanti. D’altra parte cosa potevamo aspettarci da un gioco che ha per protagonista una bizzarra creaturina scintillante?

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Fiat lux!

Tutto prende il via con uno schianto, seguito da un black out capace di far sprofondare nelle tenebre l’intera città. È allora che dal meteorite responsabile dell’impatto viene fuori una piccola creatura luminescente, satura di elettricità: toccherà a lei porre rimedio ai guai involontariamente causati. Il gameplay di TurnOn è estremamente semplice: la nostra piccola creatura potrà muoversi orizzontalmente soltanto lungo i cavi dell’alta tensione, allo scopo di raggiungere i vari generatori necessari ad illuminare nuovamente i vari scenari. Per farlo potrà saltare o scendere, sia altezza che in profondità, non curandosi affatto della prospettiva. Al di là di questi obiettivi primari, che non sarà quasi mai impossibile individuare ad una prima occhiata, i vari stage saranno disseminati di fulmini da raccogliere e luci nascoste da attivare, il cui reperimento è indispensabile se si vuole ottenere la valutazione di tre stelle. Questo, a conti fatti, rappresenta lo stimolo maggiore offerto da TurnOn, dato che la difficoltà media dei 30 livelli di cui il titolo è composto è brutalmente tarata verso il basso: il game over, difatti, sarà un’eventualità davvero remota e limitata unicamente ad alcuni livelli musicali che strizzano l’occhio a quanto visto recentemente in Rayman. Questi momenti, inoltre, rappresentano anche il punto meno riuscito dell’intera produzione, non da un punto di vista concettuale (anzi, sono una simpatica deviazione), quanto realizzativo. È in questi momenti, difatti, che il sistema di controllo passa dall’essere decisamente reattivo a estremamente impreciso, a causa di una fastidiosa tendenza che vede il personaggio non rispondere correttamente agli input. Fortunatamente questi livelli rappresentano una piccola percentuale dell’offerta di TurnOn, ma spiace vedere sprecati così dei momenti che, se realizzati con maggiori cura, avrebbero senza dubbio giovato al titolo.

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Un filo sottile

Fortunatamente a sorreggere un gameplay così esile, per quanto ben riuscito, ci pensa una storyline che, per quanto volutamente abbozzata, mette in scena un insieme di piccole storie che vanno a costituire la carinissima cornice dei vari stage: salvare un giovane da dei temibili bulli, aiutare un innamorato a dichiararsi alla propria bella, oppure semplicemente accompagnare una bambina a casa sono piccoli tasselli dell’umanità stilizzata che popola il mondo di TurnOn e che, pur senza ricorrere a vezzi tecnici mirabolanti, riesce a renderci vogliosi di dare il nostro attivo contributo alla risoluzione dei loro piccoli, grandi problemi. E pur presentando un impatto grafico decisamente modesto, per quanto sufficientemente curato, grazie anche ad un accompagnamento sonoro delicato e rilassante, lasciarsi trasportare sulle ali dell’elettricità sarà comunque un’esperienza piacevole. Forse non troppo longeva, ma non per questo da disprezzare senza riserve.

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TurnOn è un piccolo gioco che propone un piccolo gameplay utile a raccontare delle piccole storie. Di sicuro non sarà l’indie dell’anno, ma parimenti merita di elevarsi al di sopra del marasma di produzioni meno che mediocri che è possibile reperire, spesso a prezzi sin troppo salati, all’interno del Marketplace. Se affrontato con il giusto spirito, quello di immergersi giocando all’interno di un piccolo affresco di quotidianità, TurnOn saprà intrattenervi senza troppe pretese, risultando un piacevole e disimpegnato diversivo.