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Recensione Semispheres

di: Marco Licandro

Semispheres è un puzzle game in due dimensioni, letteralmente, dove due sfere coesisteranno in entrambi i mondi e dovranno ingegnarsi, collaborare e lavorare come un tutt’uno così da concludere il livello ed avanzare così al successivo. Primo progetto dello studio indipendente Vivid Helix, il gioco ha già ricevuto alcuni premi ed è stato selezionato tra gli indie più promettenti in uscita, grazie alla sua natura calma ed il suo gameplay semplice ma complesso.

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Due distinte parti

Osservate il modo in cui le vostre mani poggiano sul joypad. Entrambe sono due distinte entità, che svolgono diversi ruoli e compiono diversi movimenti, ma collaborando entrambi portano a termine lo scopo. Nel caso di Semispheres serviranno solamente i pollici, i quali comanderanno i movimenti delle due sfere, nell’emisfero sinistro arancione, ed in quello destro blu. Poco senso ha muoverle nello stesso momento, in quanto il level design stesso vi porterà a fare scelte diverse a seconda della sfera in questione. Meglio invece concentrarsi su una dimensione alla volta e procedere a piccoli passi, aiutando prima una e poi l’altra, così da raggiungere la fine del livello.

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Guardiani di luce

Per la maggior parte del gioco, il problema principale sarà bypassare lo sguardo dei guardiani, esseri di luce dalla visione ristretta, che tuttavia vi impediranno il passaggio. Entrate nel loro campo visivo e vi ritroverete teletrasportati all’inizio del livello. Per attirare la loro attenzione sarà necessario trovare alcuni potenziamenti che vi permetteranno di riprodurre suoni, anch’essi udibili entro un certo spazio, così da attrarre i guardiani verso l’origine del suono. Sarà possibile intravedere una scia che va a rappresentare il percorso che il guardiano andrà ad effettuare, così da anticiparne i movimenti senza ombra di dubbio, e scavalcarli senza entrare nel loro fascio di luce. Servirà pazienza, analisi del livello e buon coordinamento per raggiungere lo scopo, e considerando la natura non punitiva del gioco, crediamo ce la possiate fare.

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Per ogni livello un potere

Il level design è il cuore dell’essenza del gioco. I potenziamenti, sfruttabili una sola volta, ma sempre disponibili per essere nuovamente recuperati, saranno l’unico modo per raggiungere la spirale che segna la fine del livello. Entrambe le sfere dovranno porsi sulla spirale per concluderlo, ma prima di quel punto sarà necessario utilizzare tutto quello che troveremo, nella giusta sequenza e logica. Come già detto sarà possibile emanare un suono che attiri i guardiani, ma cosa succede se il potenziamento del suono sia disponibile in una sola dimensione anziché un’altra? In tal caso potremo utilizzare un potere che ci permetterà di aprire un varco. Passando nel varco, i suoni si dirameranno nella seconda dimensione anziché quella di origine. Altri potenziamenti più complessi metteranno a dura prova il nostro cervello teletraportando i guardiani, o una sfera, o entrambe le sfere tra una dimensione e l’altra, complicando così l’aspetto altrimenti estremamente semplice del gioco.

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Conclusione

Semispheres è un indie logico e calmo, dalla grafica abbozzata e dalla colonna sonora rilassante, sicuramente non pensato per un pubblico hardcore, e probabilmente creato come crash test per gli sviluppi futuri del team, e per mostrare la loro linea di pensiero. Ne esce fuori quindi un titolo che non da l’idea di essere pienamente concluso, ma che comunque riesce a svagare, regalando un po’ di calma e facendo un po’ smuovere il cervello, grazie ad uno stile grafico fatto di colori e luci, ed un level design che fa il suo lavoro. L’accenno ad una trama a fine set di livelli è anch’esso un tentativo, direi anche apprezzato, di dare al titolo quel qualcosa in più, nell’attesa che il team tiri fuori qualcosa di più valido per cui parlarne.