Recensioni

Recensione Recensione di Heavenly Sword

Recensione di Heavenly Sword di Console Tribe

di: Redazione

Parlare di Heavenly Sword è facilissimo ma allo stesso tempo molto complicato.
E’ facile perché il gioco offre così tanti spunti che si ha solo
l’imbarazzo della scelta: l’uso eccellente del sixaxis, la storyline,
l’impianto sonoro. Contemporaneamente risulta difficile dire qualcosa
che non sia stato già detto altrove, nel bene e nel male.

Per mesi Heavenly Sword è stato atteso con trepidazione dai possessori
di Playstation 3 come si attendeva l’arrivo della cavalleria durante
gli attacchi ai fortini nel selvaggio West, con la speranza con cui una
squadra di calcio che naviga in cattive acque attende l’arrivo del
bomber straniero, prima ancora del rilascio Heavnly Sword aveva addosso
la responsabilità di Grosso all’ultimo rigore dei mondiali. Erano in
molti ad aspettarlo al varco e quasi tutti -in questi mesi di una lunga
ed estenuante attesa resa leggermente più sopportabile solo da
centellinati filmati, demo e screenshot- avevano praticamente quasi già
scritta la loro personale recensione in testa, qualcuno aveva già
stabilito cosa osannare, altri in quale piaga mettere il dito.

Cosa dire di nuovo? Cosa portare in luce che già non sia stato sottolineato?

Qualcosa, vedrete alla fine, abbiamo trovato…

La storia

Cominciamo subito con l’artiglieria pesante: Heavenly Sword E’ la sua
storyline. Sontuosa, avvincente, strutturata e scalettata alla
perfezione secondo il paradigma di sceneggiatura di Syd Field:
impostazione – confronto – risoluzione, scandita dai dovuti punti di
svolta e colpi di scena come ci si attende da un plot hollywoodiano in
piena regola.
Abbiamo davvero voglia di sapere cosa accade dopo, smettere di giocare
ci appare innaturale come alzarsi dalle poltroncine del cinema durante
Il Signore degli Anelli. Non subiamo passivamente i filmati che
inframezzano l’azione, li seguiamo con interesse perché fanno procedere
la storia fornendoci informazioni essenziali al completo coinvolgimento
necessario per poter godere interamente dell’esperienza.

Inizia il gioco: quale modo migliore di essere catapultati
immediatamente nel vivo della vicenda se non iniziare la nostra
avventura combattendo? Il nostro personaggio è Nariko, una fanciulla
dai lunghi capelli rossi combattiva come una Erinni.
Eravamo in fuga con il nostro esercito e siamo stati raggiunti e
circondati da centinaia di combattenti nemici; ci troviamo tra le mani
una enorme e minacciosa spada che, siccome abbiamo appena iniziato a
giocare, non sappiamo esattamente come maneggiare ma in breve tempo
dobbiamo assolutamente trovare il modo di farlo perché i nemici sono
ovunque e sono tanti e feroci. La spada rivela una potenza immane e con
pochi semplici comandi ci permette veloci e potenti attacchi
coreografati come nei migliori film di Ang Lee. La devastazione
permessa dalla nostra arma però non è regalata: infatti la spada, la
famosa Heavenly Sword, è un manufatto arcano tanto invincibile quanto
letale che corrompe l’anima di chi la usa, richiedendo un pesante
tributo per tanta micidiale forza di distruzione.
Stremati e dannati dalla Heavenly Sword ci accasciamo a terra.
Cosa ci ha portato fin lì? Che ne sarà di noi?

Il gioco procede con il primo espediente narrativo di questa perfetta fabula: un flashback.
Come nel mai dimenticato secondo episodio di Monkey Island, ma anche
nel più recente God of War, l’azione si sposta a qualche giorno prima:
ci troviamo ugualmente sotto attacco ma stavolta nel nostro castello.
Re Bohan, un monarca pazzo e sanguinario -circondato, come da cliché
fantasy, da una corte dei miracoli di freaks e semimostri contro i
quali già sappiamo che ci toccherà scontarci prima o poi- vuole
assolutamente la Heavenly Sword, la mitica spada affidata a nostro
padre e gran maestro del nostro popolo, e per questo è venuto a farci
assaltare dai suoi guerrieri assediandoci con le sue enormi macchine
belliche.

Di clichè in clichè la storia prosegue con il rapimento del padre
mentre noi ci alterniamo ora nei panni di Nariko con la Heavenly Sword,
ora in quelli di una strana ragazza munita di una sorta di balestra; ci
lanciamo al salvataggio del re scontrandoci con orde di nemici ed
eliminando uno ad uno i mostruosi tirapiedi del cattivo Re Bohan
facendoci strada verso l’inevitabile climax dello scontro finale.

Banale?

Tutt’altro. Rassicurante, casomai.

Lo abbiamo detto, Heavenly Sword ha mire cinematografiche, nei respiri
e nei tempi. E il cinema d’evasione (così come la letteratura) vive di
luoghi comuni, attraverso i quali ci distrae e ci diverte. Luoghi
comuni così sempre uguali a se stessi che sono stati addirittura
codificati, se ne conoscono i nomi e certo non possiamo dire che
rendano le storie banali se li possiamo ritrovare, sempre uguali, nelle
storie di maggior successo come Star Wars, Harry Potter, Indiana Jones,
Il Signore degli Anelli… E ci sono tutti anche in Heavenly Sword: la
chiamata all’avventura, la consegna delle armi, il viaggio dell’eroe,
il punto di non ritorno, complicazioni e scontro finale con relativa
parabola di crescita. Tutto segue la struttura classica individuata da
Joseph Campbell.

Ci sono molti colpi di scena in Heavenly Sword, ma nulla che veramente
non ti aspetti se sei un appassionato di storie di avventura. E questo
ti rassicura, ti intrattiene e ti diverte. Abbiamo detto che questa
storia segue gli stilemi classici pur senza annoiare, poiché si tratta
di una ricchissima trama di coraggio, ambizione, volontà e lotta alle
tradizioni, con un ritmo serrato e una perfetta cornice di musiche e
atmosfere solidali con la fabula, dove anche gli scontri (e ce ne sono
proprio tanti) non sembrano mai casuali e inseriti solo per allungare
il brodo e rendere più longevo il videogioco, ma sono sapientemente
collocati solo dove il cinema ci ha abituati a trovarli. Noi ci
crediamo, li troviamo sempre giustificati e non ci sembra mai assurdo
venire attaccati da interi eserciti ogni volta, perché sappiamo che in
queste vicende è così che funziona, perché anche in Kill Bill Uma
Thurman combatteva da sola con gli ottantotto folli, così come
Aragorn… That’s cinema, folks.

Il gameplay

Heavenly Sword è divertente.
Questo potrebbe già bastare a riassumere perfettamente il tutto.

Uno attento si accorge subito che tutto è stato chirurgicamente
calibrato per offrire sano svago al videogiocatore, ore di relax e
divertimento pronto e immediato. Le ore non saranno tantissime in
verità perchè il gioco non è lunghissimo, ma saranno alcune tra le più
intense che un videogioco possa offrirvi.
E il fulcro di tutto il gioco sta esattamente qua, ma avremo modo di
riparlarne alla fine, anche se i lettori più acuti dovrebbero già aver
intuito dove si vuole andare a parare.

Si imparano e si eseguono con facilità decine e decine di combo, una
più coreografica e acrobatica dell’altra, grazie ad un ingegnosissimo
sistema di esecuzione che permette a chiunque di variare tantissimo
attacchi e parate. Semplificando molto, ed evitando di svelare troppo
di una delle particolarità del gioco, gli attacchi sono ottenuti in
larga misura soltanto con la pressione di due tasti, oppure aggiungendo
ai suddetti la pressione dei grilletti R1 o L1: questo sistema genera
tre diverse categorie di attacchi permettendo rapidamente di scegliere
tra attacchi veloci ma poco efficaci, attacchi lenti ma devastanti o
attacchi dalla lunga distanza ma effettivamente deboli, e tutto questo
decidendo di premere o meno i grilletti anteriori. Ovviamente la
pratica risulta estremamente più facile della teoria, e regala un
sistema di controllo non solo per le semplici combo di attacco ma anche
per parate, contrattacchi e attacchi aerei tra i più immediati e
godibili degli ultimi anni.

Non hai bisogno di premere istericamente i tasti a caso se desideri far
eseguire al tuo personaggio “qualcosa di visivamente figo e
distruttivo” ma hai un controllo assoluto sulla sua tecnica di scontro.
Se vieni colpito o subisci danni è quasi totalmente colpa tua che hai
sbagliato strategia di combattimento e non della tua imperizia a
destreggiarti tra kilometriche combo a sei tasti.

Semplicità ed immediatezza anche per il sistema di controllo del
movimento di Nariko. Un solo stick per farla correre e una precisissima
telecamera automatica che poche volte sbaglia la migliore inquadratura
possibile. Talvolta però può succedere che Nariko sia inquadrata troppo
in campo lungo e si faccia fatica a distinguerla dai nemici, oppure che
lo scorcio che ci viene offerto renda arduo capire quale sia
l’obbiettivo da colpire o dove dirigersi, ma è un ottimo prezzo da
pagare per la libertà di potersi concentrare soltanto sull’azione
delegando a lei il compito di seguirti ed esserti solidale. Il grado di
soddisfazione per il sistema di controllo di Heavenly Sword e la sua
telecamera è inversamente proporzionale al tempo trascorso dall’ultima
volta che avete giocato a Ninja Gaiden Sigma.

Ed eccoci arrivati al piatto forte, forse la particolarità che più
testimonia l’impegno degli sviluppatori a rendere grazie della fiducia
che il popolo della Playstation 3 riponeva in loro, impiegando tempo ed
energie ad imparare a usare ogni minima prerogative della console:
l’uso del Sixaxis.
Dopo pochi minuti dall’inizio del gioco, quando ancora hai imparato a
malapena a cavartela in combattimento con la spada, Heavenly Sword ti
presenta una delle caratteristiche che in futuro più ti divertiranno
impegnandoti, ma a quel livello ti faranno dire – Non ce la farò mai -.
Abbiamo detto che Heavenly Sword vuol essere semplice e accessibile a
tutti, ma questo non significa che voglia essere facile: il tuo
castello è sotto attacco, sei spacciato, in qualche modo riesci a
respingere i fanti che scavalcando le muraglie vi invadono, ma adesso
all’orizzonte spuntano tre immense macchine da guerra che si avvicinano
al castello. L’unica speranza per il tuo clan è abbandonare il castello
e fuggire lasciando te con un cannone a coprire la loro fuga cercando
di abbattere le macchine da guerra.
Tu hai soltanto tre minuti per farlo, sparando e guidando le palle di cannone a destinazione.
Con una prospettiva bullet-cam (come avere un obiettivo piazzato
direttamente sulla palla di cannone) il tuo compito è quello di
inclinare il Sixaxis come fosse l’alettone direzionale di un aereo e
dirigere il proiettile esattamente contro i punti deboli delle macchine
da guerra.

Questa modalità di gioco tornerà spesso più avanti quando si avrà il
controllo di Kai, la stramba amica di Nariko che combatte sparando
frecce mortali con la sua arma, e in breve tempo, con la pratica dopo
le prime avvilenti prove, si acquisisce una tecnica quasi zen di
comunione con il proiettile che diventa una cosa sola con la nostra
mente e attraverso piccolissime ma decise inclinazioni del sixaxis si
riesce con immensa soddisfazione a piazzare i proiettili ovunque si
desideri senza sbagliare mai, rendendosi conto della grande
sofisticazione del sensore di movimento del nostro prezioso pad. Se
LAIR si comanda così non siamo in pericolo…

Ma non sono finite le varietà di gioco di questo titolo che fa della
diversificazione di gioco una delle sue bandiere. Per eseguire
particolari azioni, specialmente per sconfiggere i vari boss del gioco
-tra i più realistici mai visti- ci viene richiesto di eseguire
rapidamente una sequenza di tasti-stick mostrata a video, alla maniera
di Farenheit o Parappa The Rapper. Nulla di innovativo stavolta, ma
utile comunque a diversificare l’azione e a regalarci alcune
piacevolissime animazioni e scene acrobatiche con la nostra
grintosissima amazzone.

Unico neo è la scarsità di – Bonus – una volta completato il gioco.
Filmati e schizzi sbloccati sono già stati visti e rivisti su PSN o su
Internet e il nuovo livello di difficoltà pare poco gratificante come
ricompensa alla fine dell’impresa. Anche se Heavenly Sword è comunque
così divertente che lo si rigioca volentieri in ogni caso.

Comparto audio e video

C’è da farsi venire la sindrome di Standhal a parlare della grafica e del sonoro di Heavenly Sword.

Ormai sappiamo tutto degli studi WETA (gli stessi di Lord Of The Rings)
che per mesi e mesi hanno digitalizzato movenze ed espressioni facciali
degli attori per cercare di infondere più realtà e calore umano negli
sguardi artificiali dei personaggi del gioco.
Allestire un impianto scenico megagalattico e iperrealistico come
quello di Heavenly Sword e poi far recitare attori troppo sintetici
avrebbe sciupato l’effetto finale, l’esperienza ludica ne avrebbe
sofferto.
E allora hanno fatto maniacale attenzione a ogni sbattere di ciglia, a
ogni inclinazione delle labbra, ai lampi di follia e alle nubi di
tristezza nei volti degli attori. Qualcuno di molto attento e sensibile
ha lavorato duro per digitalizzare l’ indigitalizzabile: la
preoccupazione di un padre, la delusione di una figlia, la tristezza di
un amico, la paura di un nemico, la rabbia di folle, la vita, la morte
e l’abisso che ci scorre in mezzo. Quello che ne è venuto fuori è una
recitazione virtuale, ottenuta con il motore del gioco, che in certi
momenti ha pochissimo da invidiare a veri attori. Per fortuna il
doppiaggio in Italiano una volta tanto non è arrangiato alla bell’e
meglio ma eseguito da noti professionisti, e aiuta non poco.

Parlando della grafica propriamente di gioco siamo comunque ai massimi
livelli sia come qualità cromatica e modellazione poligonale che come
definizione, totalmente esente da aliasing, anche se purtroppo alcuni
troppo frequenti rallentamenti di framerate guastano un pochino il
gustoso piatto al palato più esigente e pignolo, nulla comunque che dia
fastidio più di tanto al giocatore in cerca di divertimento e non di
performance tecniche. Va detto anche che il motore di gioco muove su
schermo decine e decine di nemici, con una intelligenza artificiale non
troppo acuta ma nemmeno troppo stupida, assieme a bandiere, rami,
foglie e tanta altra roba.

Gli ambienti sono molto vari e scenografici, tra i più belli degli
ultimi tempi, e rendono perfettamente l’idea dello stile architettonico
di moda nel mondo di Heavenly Sword e dell’ambiente naturale nel quale
è inserito. Studiati effetti di luci e ombre generano una fotografia
molto onirica e azzeccata al tipo di storia che si dipana sotto i
nostri occhi.

Dispiace un pò, se proprio vogliamo essere onesti, per certe pecche
nell’animazione e nella fisica degli oggetti. In certi punti Nariko
pare scivolare sulle pattine in un pavimento tirato a cera e tavoli e
suppellettili di scena (quasi tutti perfettamente impugnabili e
lanciabili) talvolta si rivelano eccessivamente leggeri e friabili al
contatto, spaccandosi o lasciandosi spingere via quando leggi fisiche
non vorrebbero. Tutto questo viene superato e dimenticato godendosi le
spettacolari sequenze di combattimento, frenetiche e divertenti come le
acrobazie di Jackie Chan e animate, queste sì, in maniera
impeccabilmente iperrealistica, ma proprio in un prodotto curato in tal
modo certe pecche si fanno notare.

L’impianto sonoro digitale multicanale, alternando cori e musiche per
sottolineare particolari climax o come sottofondo musicale dell’azione,
è assolutamente coerente con le considerazioni cinematografiche fatte
prima. Purtroppo pochi saranno adeguatamente equipaggiati con supporti
sonori adatti a rendere giustizia alla profusione di mezzi e tecnologia
impiegati per la sonorizzazione di Heavenly Sword, ma pure con una
dotazione stereofonica media il soundtrack potrebbe benissimo figurare
tra i credits di una megaproduzione hollywoodiana.

Concludendo

Chiudiamo affrontando frontalmente la critica più frequente fatta a Heavenly Sword: è bello ma dura poco.
Qui sta la chiave di lettura di questo particolarissimo titolo, che pochi hanno colto.

Heavenly Sword non dura poco. Si tratta di un ottimo esempio di quella
che sarà una delle molteplici prossime generazioni di videogiochi per
un pubblico nuovo.

Heavenly Sword ha i tempi drammatici di un vero e proprio film ed è
rivolto ad un pubblico un pochino più adulto del giovanissimo gamer
classico di ps1 o ps2, con meno tempo a disposizione e che desidera
fruire di un videogioco in modo più immediato e ricco, intenso e
concentrato.
Una tipologia di utente che non ha troppe ore a disposizione da
dedicare ai videogames ma vuole ugualmente in quella mezzora al giorno
ricevere dai un’esperienza gratificante e completa.
Una persona che ha piacere di variare spesso il tipo di gioco, magari
perché abituata all’esperienza di intrattenimento data da un film o da
un telefilm o da un fumetto che hanno una fruizione più rapida, e non
ha voglia di passare un mese a sparare agli stessi alieni o a
combattere con gli stessi mostri prima di aver finito il gioco e potere
passare ad altro.

Con Heavenly Sword in una settimana o poco più quella persona si
cimenta con un bel titolo che si gioca velocemente tutte le sue carte
tecnico-artistiche, e riesce a vedere e godersene la fine. E se
desidera può sempre rigiocarlo, con il senno di poi, migliorando i
punteggi e le performance o godendosi con più calma la storia, i
paesaggi e i particolari.

Questi nuovi videogiochi sono dedicati a un’utenza più adulta, quindi
impegnata ed economicamente agiata, che non trova scandaloso spendere
una discreta cifra ogni mese in cambio di abbondante e vario
divertimento elettronico – tutto, grande, bello e subito – , un’ utenza
dal palato fine, abituata ad avere una fruizione veloce del
divertimento e disposta a pagare più per la qualità che per la quantità.

Un libro di poesie di Hikmet di centocinquanta pagine costa quanto
l’ultimo bestseller di Ken Follet di milletrecentoventisette pagine,
solo che si rivolge ad un pubblico diverso.

Ecco che in questa ottica Heavenly Sword non dura poco, dura
esattamente quanto il linguaggio che ha scelto di parlare gli permette.

PRO:

  • Divertente, molto divertente
  • Storyline avvincente e ben strutturata
  • ‘Feel’ Cinematografico
  • Varietà di situazioni di gioco, mai noioso

CONTRO:

  • Difficoltà talvolta mal calibrata
  • Sporadici rallentamenti e fisica degli oggetti improbabile
  • Animazioni in game talvolta troppo semplicistiche
  • Assenza di Extra appetibili una volta completato il gioco