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Recensione Ratchet & Clank

di: Simone Cantini

Prima dell’avvento prepotente del digitale è esistito un mondo in cui le nostre amate console venivano messe in commercio assieme all’immancabile demo disc: quel piccolo cerchietto, riposto in una semplice custodia cartonata, aveva l’arduo compito di intrattenere l’acquirente in attesa che questi spendesse altri denari, magari proprio per mettere le mani su uno dei titoli proposti in prova. E mi ricordo bene il DVD contenuto nella scatola della PS2, così come uno dei semplici filmati non interattivi in cui si vedeva un bizzarro animale sorvolare una futuristica città, grazie ad uno zaino robotico munito di eliche. Ancora non lo sapevo, ma avevo appena fatto la conoscenza del duo che più ho amato in tutta la mia carriera videoludica: Ratchet & Clank.

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Tanto tempo fa, in una galassia lontana…

Da quel lontano 2002, anno di debutto ufficiale, ne è passata di acqua sotto i ponti, così come di giochi nelle nostre console. E se da una parte, nonostante gli spin-off più o meno canonici, sulla saga sembrava essere calata la parola fine in seguito alla trilogia Future, ecco che grazie al lungometraggio cinematografico di prossima uscita, Insomniac ha visto bene di uscirsene con il gioco ispirato al film ispirato al videogioco. Ecco quindi un vero e proprio reboot della serie, che pesca a piene mani dall’incipit di questo piccolo classico, rimescolando leggermente le carte. Sviluppata sotto forma di flashback narrato dallo Zapp Brannigan dei videogiochi, lo spassoso e irresistibilmente idiota capitano Copernicus Qwark, la storia che sancisce l’incontro tra il peloso Lombax ed il robot Clank vedrà il duo impegnato a contrastare le mire del perfido Drek, il leader dei Blarg la cui ambizione è dare vita al pianeta perfetto. E poco importa se per farlo sarà costretto a distruggere quelli già presenti nel quadrante della galassia. E così, tra un colpo di Spargimagma e l’altro, scorrazzeremo in lungo e in largo a bordo della nostra astronave, visitando i territori più disparati in questo bizzarro mix tra un frenetico e divertentissimo TPS, un shoot’em up ed un platform. La varietà di situazioni proposte, difatti, è il vero punto di forza di Ratchet & Clank: nei panni del Lombax potremo sparare a tutto ciò che si muove, sia a terra, che a bordo della nostra navetta o di un jetpack Nei panni del piccolo robot, invece, saremo prevalentemente impegnati in piccole sezioni ad enigmi che, pur ricalcando in parte quanto visto in A Spasso nel Tempo, rappresentano più un semplice diversivo alla frenesia dell’azione che una vera deriva gestita dalla pura logica. A fare la parte del leone, però, ci pensano come sempre le numerose armi che è possibile reperire nel corso dell’avventura, tutte curate nei minimi dettagli e ricche di trovate e tocchi di classe ineccepibili. Anche se si tratta per la maggior parte dei casi di vecchie conoscenze, lanciare un Discotron e vedere le creature più bizzarre lanciarsi in sfrenate danze, solo per essere ridotte ad un cumulo di blocchi dal sapore a 8 bit grazie al Pixellatore HD (una delle new entry di questo reboot) non ha veramente prezzo. Ovviamente, come tradizione vuole, le armi potranno essere upgradate nel corso della partita, grazie ai pezzi di Raritanio disseminati per l’area di gioco. Lo stesso Ratchet potrà vedere aumentate le proprie statistiche tramite l’introduzione di una raccolta di carte che, al completamento di ogni set, porterà ad incrementare le statistiche di raccolta dei Bolt, di recupero del Raritanio oppure del recupero delle carte stesse. Queste avranno anche una importante valenza in vista della modalità Sfida, il New Game+ del titolo, dato che potranno sbloccare la versione Omega di tutte le bocche da fuoco. Giusto per avere quel pizzico di potenza distruttiva in più. Non mancheranno poi tutti i gadget utili sia in ottica di progressione che di backtracking, i Bolt d’oro in grado di sbloccare bozzetti, modifiche estetiche e trucchi. Ecco, giunti a questo punto, se siete novizi della serie potete tranquillamente smettere di leggere, fissarvi nella mente un bel 90 tondo tondo e correre a comperare Ratchet & Clank. Il problema si pone se, come il sottoscritto, avete letteralmente consumato il disco originale di gioco: è in questo caso che i limiti di questa vecchia/nuova produzione Insomniac iniziano a venire fuori.

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Il peso del passato

Quando venne annunciato che Ratchet & Clank sarebbe stato commercializzato a prezzo budget, il dubbio di trovarsi tra le mani una produzione minore era davvero forte, soprattutto visto che parlavamo di un reboot e non di un episodio inedito. A lenire le perplessità ci pensò Insomniac stessa ,rassicurando i player con la conferma di contenuti inediti realizzati appositamente. E ora? Dopo le 10 ore scarse impiegate per arrivare ai titoli di coda non posso che, ahimè, confermare il disappunto iniziale. Ratchet & Clank, difatti, per quanto godibile e ottimamente realizzato e calibrato, ha l’arduo compito di doversi confrontare con un passato decisamente ingombrante, sia per fama che per ampiezza. Se rapportato all’episodio a cui si ispira, difatti, il reboot ne esce con le ossa rotte, a causa del suo sembrare quasi un semplice riassunto del lavoro datato 2002. Mappe di gioco più contenute, situazioni condensate e gadget disponibili sin dal principio hanno notevolmente ridimensionato l’universo apprezzato ben quattordici anni fa. In tale ottica tutto appare scorrere troppo velocemente, al punto che anche la stessa comicità, da sempre fiore all’occhiello della serie, appare come compressa: ricordo ancora oggi i divertentissimi spot che accompagnavano lo sblocco delle varie armi, spot oggi totalmente rimossi. Va bene che il tutto appare tarato sull’imminente lungometraggio, ma in fondo stiamo pur sempre parlando di un videogioco.

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Dallo schermo al pad

Laddove sarebbe però sin troppo cavilloso cercare il classico pelo nell’uovo è per quanto concerne il comparto tecnico. Mai come in questo frangente la sensazione di trovarsi al cospetto di un cartoon fortemente interattivo è quanto mai palpabile. Vuoi per il solito ed azzeccatissimo character design, vuoi per la cura maniacale con cui sono realizzati i vari mondi di gioco, così ricchi di dettagli e piccole chicche. A corroborare questo senso di stupore interviene anche la recitazione digitale che, soprattutto per quanto concerne il Lombax, si attesta su livelli di pura eccellenza. Se poi condiamo il tutto con un engine capace di non perdere il minimo fotogramma anche nelle situazioni più concitate (e ce ne saranno TANTE!) ci si rende subito conto di essere al cospetto di un vero gioiello di programmazione. Magari non appariscente come l’Uncharted di turno, ma non per questo meno meritevole. Ottimo, come sempre per la serie, il doppiaggio in italiano, grazie anche alla presenza delle voci storiche. Peccato per un mixaggio non ottimale che pare aver abbassato il volume generale dell’intero comparto audio.

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Compitino. Basta una parola per riassumere l’essenza di questo Ratchet & Clank datato 2016. Insomniac ha scelto difatti di giocare sul sicuro, forse anche un po’ troppo, proponendo sì un gioco a prezzo ridotto, ma che paga tale scelta anche in termini di offerta ludica. Certo, i fan incalliti, quelli che desiderano sviscerare ogni singolo anfratto della galassia andranno ben oltre le 8-10 ore richieste dal primo playthrough. I neofiti magari riusciranno ad appassionarsi e ridere come successe a me quattordici anni fa. È innegabile, però, che l’essere relegato a traino per il lungometraggio di prossimo arrivo abbia notevolmente ridimensionato il duo più dinamico del cosmo.