Recensione Pro Evolution Soccer 2018
di: Luca SaatiDopo la pausa delle nazionali, la stagione 2017/2018 di calcio è ufficialmente entrata nel vivo e come da tradizione sulle nostre console arrivano i tanto attesi nuovi capitoli della saghe sportive. Ad aprire le danze è Konami con Pro Evolution Soccer 2018 pronto ad arrivare nei negozi il prossimo 14 Settembre. Dopo aver provato la beta multiplayer e la demo, abbiamo passato diversi giorni in compagnia con la versione definitiva del nuovo calcistico di Konami presentatosi in uno stato di forma decisamente migliore rispetto allo scorso anno.
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Gameplay e grafica
PES 2018 non è il capitolo rivoluzionario della serie e, ad essere onesti, non ce n’era neanche bisogno di cambiare tutto considerato l’ottimo gameplay della scorsa edizione che andava solo perfezionato in alcuni aspetti. Il feeling pad alla mano con le prime partite di PES 2018 è stato estremamente naturale mantenendo le medesime sensazioni provate lo scorso anno. Il gameplay di PES 2018 mantiene quindi quell’accessibilità che da sempre contraddistingue il calcistico di Konami consentendo al giocatore di ottenere risultati molto soddisfacenti utilizzando semplicemente i tasti base senza andare a memorizzare mille combinazioni che potrebbero mettere in difficoltà coloro che hanno poca familiarità con i videogiochi di calcio. Anche il ritmo di gioco si conferma quello che abbiamo potuto apprezzare lo scorso anno con la manovra offensiva che richiede un buon possesso palla e di aspettare il momento giusto per dare l’affondo e cercare quindi il gol. Se inizialmente quindi ci è sembrato di essere tornati a casa, pian piano e con il giocare partita dopo partita abbiamo notato le migliorie che Konami ha apportato alla sua creatura.
Il passo in avanti più importante riguarda senza ombra di dubbio il comparto animazioni. I movimenti dei calciatori adesso appaiono molto più realistici e naturali dando la sensazione di controllo totale con i giocatori in grado di gestire meglio la palla nello stretto, creare spazi e saltare l’uomo con piccoli tocchi della levetta sinistra in combinazione con il tasto R1 (o RB su Xbox) per scattare. Le nuove animazioni vanno a toccare anche la fisicità con i calciatori pronti a difendere la palla grazie ad appositi movimenti del corpo; basti vedere azioni in cui si passa la palla all’attaccante che si frappone fra il difensore e la sfera aspettando magari l’occasione per fare la sponda per l’inserimento di un compagno. Il tutto è accompagnato da una fisica della palla ancora più realistica che subisce deviazioni anche al tocco più impercettibile. L’unico difetto che abbiamo riscontrato nei movimenti dei giocatori riguarda la mancanza di quelle animazioni di raccordo portando quindi anche i giocatori meno dotati tecnicamente a effettuare improbabili passaggi di esterno piede.
Segnaliamo una piccola modifica per i calci di punizione e i calci d’angolo con la rimozione della linea guida in favore di un controllo più naturale e una nuova inquadratura che offre una visuale migliore. Le punizioni si sono rivelate difficili il giusto richiedendo pratica e la conoscenza del tiratore per fare gol. Nei calci d’angolo (o nelle punizioni defilate) ritorna la possibilità di dare direttive ai calciatori tramite le freccette del d-pad suggerendo ad esempio in attacco di fare movimento verso il secondo palo o di spostarsi tutti nell’area piccola, o in difesa di impostare il tipo di marcatura.
L’intelligenza artificiale fa un ottimo lavoro sia in attacco che in difesa. Nel primo caso vediamo i giocatori senza palla proporsi per l’inserimento quando si attacca per vie centrali o attaccare il primo palo per suggerire il cross quando si gioca sulle fasce. I difensori allo stesso tempo sono sempre attenti agli inserimenti cercando di anticipare il passaggio e di pressare il portatore di palla. Non dimentichiamoci poi dell’IA adattativa che abbiamo potuto apprezzare lo scorso anno con le squadre che adattano per l’appunto il loro modo di attaccare e di difendere in base allo stile di gioco degli avversari. Attaccate sempre sulle fasce con i terzini pronti alle sovrapposizioni? Ecco che gli avversari raddoppiano le marcature in quelle zone del campo. Fate partire l’azione sempre dallo stesso calciatore? Ecco che in un attimo riceve una marcatura sempre più stretta. Questa feature garantisce sempre un buon senso di sfida, specie ai livelli di difficoltà più alti. Migliorati moltissimo anche i portieri che adesso si sono rivelati una sicurezza nel 90% dei casi mettendo in mostra parate plastiche e autentici miracoli con movimenti sempre fluidi e belli da vedere; da rivedere invece le loro uscite, in questa occasione infatti il numero uno non si è sempre rivelato efficace uscendo in ritardo o facendosi superare fin troppo spesso dai pallonetti. Approfittiamo per collegarci all’argomento intelligenza artificiale per parlare anche degli arbitri che rispetto agli scorsi anni si comportano decisamente meglio punendo quando è giusto con i cartellini.
Continua la storia d’amore tra la serie Pro Evolution Soccer e il FOX Engine. Il motore della serie Metal Gear Solid, passato da diversi anni anche ai campi di calcio, continua a garantire un comparto tecnico di primissimo ordine anche in PES 2018. Oltre alle già citate animazioni migliorate, Konami ha lavorato per dare una maggiore autenticità ai modelli dei giocatori tramite la scansione non solo dei loro volti ma anche di tutto il loro corpo, ecco quindi che il fisico di un giocatore come Reus appare completamente differente a quello di un colosso come Kondogbia. Piccola chicca, avvertibile solo facendo lo zoom nei replay o nelle esultanze dopo i gol, sono le espressioni dei volti dei calciatori che esprimono le emozioni in base a come si sta mettendo la partita. Durante il giocato questo lo si avverte ad esempio quando un attaccante sbaglia l’ennesimo gol per andare in vantaggio sbraitando e sbattendo le mani a terra. Migliorato anche il sistema d’illuminazione e la resa del manto erboso con il campo che adesso si usura in modo dinamico al passaggio dei calciatori. Bella anche la resa visiva del pubblico che adesso appare ancora più realistica grazie anche a una componente sonora che li vede reagire in base a ciò che succede durante una partita come fischiare per gli avversari che perdono tempo a pochi minuti dalla fine o esaltare la prestazione maiuscola dei propri beniamini. Rinnovata la presentazione delle partite che può vantare un look più televisivo a partire dalle riprese negli spogliatoi e nelle zone circostanti dello stadio, e nuove grafiche che durante il match indugiano sulle statistiche. Male invece la telecronaca firmata dal duo Fabio Caressa e Luca Marchegiani che risulta ripetitiva e sottotono: in alcuni casi in particolare si avverte la mancanza di alcune parole di raccordo in grado di rendere la frase più fluida, ad esempio durante la presentazione di una partita vi capiterà di ascoltare cose del tipo “l’Inter, il Benevento…” invece di “Inter contro il Benevento”.
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Licenze e modalità
Passiamo alla parte più delicata della serie PES: il discorso licenze. Pur avendo notato un numero maggiore di squadre su licenza rispetto lo scorso anno, purtroppo la situazione è ancora problematica con alcune gravi mancanze. Anche quest’anno potete scordarvi la Bundesliga con solo una manciata di squadre tedesche come Borussia Dortmund e Shalke 04 presenti nel resto d’Europa. Troviamo le prime due divisioni inglesi e spagnole con però solo Arsenal, Liverpool, Barcelona, Valencia e Atletico Madrid con la licenza completa. Il campionato italiano è al gran completo con la sola licenza della Juventus mancante, troviamo poi anche la serie B ma senza i nomi e le maglie originali delle squadre. Presente anche il campionato portoghese ma con le licenze ufficiali di alcune squadre mancanti. Al gran completo invece con tanto di loghi ufficiali dei campionati troviamo la Ligue 1, Ligue 2 e l’Eredivisie. Guardando fuori dai confini europei troviamo invece il campionato brasiliano, argentino e cileno al completo (manca solo la licenza vera e propria dei campionati) più un’altra serie di squadre dell’america latina. Infine troviamo tutte le squadre della Champions League asiatica e le nazionali. Ritornano anche la Champions League e l’Europa League con tanto di musiche e grafiche dedicate, tuttavia il problema è sempre lo stesso: la Champions può avere tutto il fascino di questo mondo ma se poi devo vedere London FC (Chelsea) contro MD White (Real Madrid), o Man Red (Manchester United) contro PM Black White (Juventus), tanto per fare un esempio, si perde tutto il fascino. Fortuna che Konami consente (almeno su PS4) di installare modifiche delle livree create dalla sempre attiva community del gioco per mettere una pezza a queste gravi mancanze. Segnaliamo che durante i nostri giorni di prova le rose risalgono ancora allo scorso mese di maggio, ma Halifax ci ha assicurato che il 14 Settembre, giorno di lancio del gioco, uscirà una patch che aggiornerà tutte le squadre.
Più di trenta gli stadi con 19 realmente esistenti (anzi 18 se consideriamo il doppione San Siro/Giuseppe Meazza) come il Camp Nou in esclusiva assoluta, il Signal Iduna Park, l’Olimpico di Roma e così via, più altri 18 inventati come il Konami Stadium.
I menù di gioco, rinnovati in questa occasione con uno stile più moderno, mettono in mostra tutte le modalità presenti nel gioco. Troviamo quindi la classica partita veloce, la possibilità di giocare le varie esibizioni e campionati, Divisioni Online, Co-op online, MyClub, Master League e Diventa un Mito rimasto uguale a sé stesso.
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Master League
La Master League rappresenta senza ombra di dubbio una delle modalità principali del videogioco calcistico di Konami. La struttura di base è la stessa degli scorsi anni con la possibilità di creare un allenatore tramite un editor del personaggio e decidere se giocare con una squadra già esistente o preferire la squadra composta dagli eredi di Castolo, Ivarov e compagnia. L’interfaccia dei menù è stata rivista con la parte centrale che mette in risalto le interviste e i principali movimenti di mercato. Prima dei match più importanti inoltre troviamo brevissime cutscene girate con il motore di gioco che vi portano direttamente negli spogliatoi oltre a quelle già viste nelle precedenti iterazioni quando vengono premiati i calciatori.
Altre novità riguardano la presenza dei tornei pre-stagionali, di obiettivi e sfide che vi vengono consegnati all’inizio di una stagione in base alla potenzialità della vostra squadra. Il calciomercato purtroppo presenta ancora lo stile degli scorsi anni con le trattative che vengono gestite tramite l’agente e la sola possibilità di dare alcune direttive. Troviamo adesso la possibilità di inserire delle clausole rescissorie, ma non basta per farci sentire davvero coinvolti in fase di calciomercato. Aggiungeteci anche il fatto che i prezzi dei giocatori sono assolutamente fuori contesto rispetto a quanto si vede nella realtà non tenendo minimamente conto dell’età di un calciatore. Ecco quindi che un giocatore sul finire della Carriera come Palacio viene venduto alla cifra di 20 milioni esattamente come un giovane che ha la sua stessa valutazione ma più margini di crescita.
Davvero un peccato che Konami non riesca ad apportare importanti cambiamenti al mercato, in quanto, se togliessimo questo grave problema, la Master League presenta diverse caratteristiche interessanti come lo spirito di squadra (già presente negli scorsi anni): per spiegarvelo in poche parole prendete l’Intesa di FIFA Ultimate Team ed estendetela ed approfonditela nella Master League. Ogni calciatore ha infatti il proprio modulo, tattica e ruolo preferito, ma imparerà ad adattarsi col tempo alle vostre direttive e migliorerà l’affiatamento con i propri compagni. Inoltre è possibile far imparare loro nuovi ruoli (facendoli giocare sempre nella posizione di vostro interesse) o abilità che conferiscono bonus passivi come far affaticare più lentamente i compagni di squadra.
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MyClub e multiplayer online
Il comparto multiplayer di PES 2018 è essenzialmente diviso in due parti. Nella prima troviamo la modalità MyClub nata nell’edizione 2015 del calcistico di Konami per competere con l’amatissimo Ultimate Team del rivale FIFA, mentre la seconda parte del multiplayer comprende le modalità più tradizionali come le Divisioni Online o la nuovissima modalità co-op che consente di fare match 2v2 e 3v3. Ma andiamo con ordine e parliamo prima di matchmaking e netcode. I primi giorni non sono stati i più semplici con i server di gioco che devono aver sofferto un pochino mettendo in mostra un matchmaking lento che richiedeva qualche minuto per trovare un giocatore con cui affrontare una partita (in co-op poi non ne parliamo proprio dato che non riusciva mai a completare le due squadre). Avviata una partita poi si sono verificati spesso e volentieri fenomeni di lag. Fortuna che la situazione è andata migliorando nei giorni a seguire lasciandoci molto tranquilli per il futuro del comparto online di PES 2018.
La novità principale del multiplayer online è l’estensione della PES League in ogni modalità che sia MyClub, i match più tradizionali e la nuova Co-op online testimoniando quindi come Konami voglia spingere sulla componente eSports.
MyClub si presenta praticamente uguale allo scorso anno: ritornano quindi gli agenti per ingaggiare i giocatori tramite la solita (e odiosa e nostro modo di vedere) lotteria con i palloni di diverso colore in base alla rarità, gli osservatori per restringere il campo di ricerca e la gestione della squadra in cui tenere conto dell’allenatore, del modulo e dello spirito di squadra. Insomma MyClub è, nel bene e nel male, la solita modalità che cerca di essere un’alternativa ad Ultimate Team riuscendoci però solamente a tratti fallendo in tutta la parte di acquisto di nuovi giocatori con la gestione degli agenti che non ci ha mai convinto sin dal debutto di questa modalità. Le uniche novità riguardano alcune migliorie nelle aste di scouting che permettono di ingaggiare con più semplicità gli osservatori necessari per mettere le mani su di un giocatore specifico, la possibilità di formare una squadra in co-op online con un amico e la già citata introduzione della PES League.
Co-op online, com’è facilmente intuibile, dà il meglio di sé quando giocata con degli amici riuscendovi a togliere più di una soddisfazione quando fate gol dopo un’azione corale. Discorso un po’ diverso nel momento in cui deciderete di affidarvi al matchmaking per trovare altri compagni di squadra dato che il rischio di trovarvi dinanzi a dei novelli Maradona che credono di poter vincere dribblando tutti gli avversari da soli è sempre dietro l’angolo. Fortuna che per limitare quanto più possibile problemi di questo tipo interviene un utile sistema di ranking basato sul vostro comportamento sul terreno di gioco che a un passaggio ben fatto, un intervento difensivo ben fatto e così via vi assegna un punteggio con tanto di possibilità di salire di livello. Si tratta insomma di una sorta di etichetta che vi permette di giocare solo con altri utenti in grado di garantire uno stile di gioco adatto alle vostre esigente.
Commento finale
PES 2018 ci ha convinto pienamente mettendo in mostra un gameplay che non è mai stato così solido e realistico mantenendo allo stesso tempo quella tipica accessibilità a cui la serie ci ha abituato. PES 2018 diverte e lascia un grandissimo senso di soddisfazione se si guarda alla sola giocabilità. Un pochino da rivedere le modalità: la Master League, esattamente come negli anni precedenti, presenta idee interessanti e capaci di coinvolgere, ma si perde in un bicchiere d’acqua quando deve andare a toccare l’argomento calciomercato; il comparto multiplayer online in generale si presenta solido, ma MyClub continua ad avere i soliti problemi che lo hanno contraddistinto sin dal suo debutto. Sul discorso licenze purtroppo siamo alle solite: va male e toccherà anche questa volta alla community mettere una pezza. Insomma se PES 2018 è stato il capitolo che ha segnato il decisivo passo in avanti dal punto di vista del gameplay, il prossimo anno tocca alle modalità che necessitano assolutamente di novità e di migliorie sostanziose.