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Ci dovrebbero essere le Olimpiadi degli eSport secondo il campione di tuffi Nicola Marconi

di: Luca Saati

Dopo le parole di Federica Pellegrini, anche il tre volte campione europeo di tuffi Nicola Marconi ha parlato dell’argomento eSport in un’intervista rilasciata a Powned. Oltre a essere stato un grande campione, Marconi è anche un grande appassionato di videogiochi e di eSports (ha iniziato a giocare 33 anni fa) con un amore per Hearthstone che gioca da ben 3 anni. Insomma stiamo parlando di una persona che conosce molto bene l’argomento e reputa che l’eSport vada riconosciuto a tutti gli effetti come disciplina sportiva:

“Si, gli e-sport vanno riconosciuti come disciplina sportiva, perché sono a tutti gli effetti dei “giochi” che richiedono una grande preparazione, mentale, fisica, se si vuole diventare dei campioni.”

Marconi ha poi parlato della possibilità di vedere un giorno gli eSport alle Olimpiadi affermando che non è il posto giusto per dare luce a queste competizioni, piuttosto sarebbe più giusto avere delle vere e proprie Olimpiadi esclusive per gli eSport:

“Se da un lato trovo dovuto che il CIO e di conseguenza il CONI riconoscano gli e-sport come discipline sportive vere e proprie e le regolamentino a dovere per permettere il corretto sviluppo di questo settore, da un lato credo che le Olimpiadi non siano il contesto giusto in cui inserirli, per diversi motivi.

I più banali sono costi e numeri: i Giochi sono un “macchina” che pesa moltissimo, in termini di sforzi e di soldi, ai paesi che decidono di ospitarli, tant’è che il CIO ha cambiato “le regole” e dal 2020 a Tokyo vedremo delle Olimpiadi più sostenibili, organizzate utilizzando impianti preesistenti e con un occhio di riguardo al “riciclo delle nuove infrastrutture”. Ma il costo maggiore resta la spesa per il vitto e l’alloggio: gli atleti partecipanti sono tantissimi e se vengono inserite nuove discipline si tende a tagliarne delle altre. L’aggiunta degli e-sport sarebbe quindi improponibile.

Un altro motivo importante, secondo me, è il contesto: come ci sono i Giochi Invernali, come ci sono le Paraolimpiadi, così ci dovrebbero essere le Olimpiadi degli E-Sport: un evento dedicato, con la giusta copertura mediatica, dove i riflettori sono puntati solo ed esclusivamente sugli e-sportivi.

Sarebbe il modo giusto di presentarli a tutta quella fascia di utenti che ancora li vede in maniera “ignorante” (nel senso letterale della parola), mettendo in risalto gli sforzi quotidiani degli e-atleti, il loro percorso per arrivare a partecipare all’evento più importante della loro vita.”

Marconi ha poi dichiarato che bisogna contribuire alla sensibilizzazione degli eSports facendo informazione citando anche il caso di Federica Pellegrini:

“Dopo la dichiarazione di Federica, con cui ho diviso tanti Campionati, ho potuto leggere tanti commenti “ignoranti” sia da parte di sportivi che di e-sportivi. Commenti nati appunto dal “non sapere” in maniera corretta quello di cui si stava parlando, basati sul “sentito dire”, e non c’è cosa più dannosa!

E’ logico ed evidente che sport ed e-sport siano diversi, come lo sono il calcio, i tuffi, l’equitazione, il tiro con l’arco, il poker sportivo, gli scacchi. Ma ciò non toglie che, come scrivevo all’inizio, mettano in moto corpo, mente e cuore, proprio come gli e-sports.

In Italia il problema più grande, secondo Marconi, riguarda la mancanza di un’organizzazione unica e solida che guidi il movimento alla crescita (il corrispettivo della FIGC per il calcio), d’altra parte possiamo vantare ottimi giocatori di talento che hanno già dimostrato il proprio valore. C’è inoltre anche spazio per fare dell’intrattenimento con gli eSports grazie a piattaforme come Twitch, YouTube e i social media.