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Recensione Unearthing Mars 2: The Ancient War

di: Simone Cantini

Marte deve proprio piacere ai ragazzi di Winking Entertainment, visto che con Unearthing Mars 2: The Ancient War hanno visto bene riprendere il filo del discorso interrotto nel loro precedente lavoro, stavolta scegliendo di declinare il tutto attraverso un rinnovato gameplay. Il team sarò riuscito a migliorare l’esperienza interessante, ma anche estremamente acerba ed ingenua, vista lo scorso anno?

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Memorie di guerra

Unearthing Mars 2: The Ancient War inizia precisamente laddove si era concluso il precedente lavoro del team, e vedrà il nostro anonimo copilota fare ritorno sul pianeta Terra assieme al proprio compagno di missione ed al prezioso carico che sembra, almeno apparentemente, aver posto fine alla vita del capitano Katherine. Il cristallo visto solo pochi mesa fa, però, nasconde al proprio interno l’anima della nostra bionda amica che, per mezzo di un macchinario che tanto deve all’Animus di Assassin’s Creed, ci permetterà di rivivere in prima persona la tormentata storia del popolo marziano, trasferendo la nostra coscienza all’interno dei ricordi di un guerriero leggendario. Per quanto frammentata e per certi versi abbastanza confusa, la narrazione che raccorda le varie porzioni giocate di Unearthing Mars 2: The Ancient War si lascia seguire con piacere, pur non nascondendo la natura fortemente derivativa di alcune trovate, accompagnandoci per circa tre ore di gioco. Queste saranno diluite lungo di una struttura che si riallaccia in tutto e per tutto alle battute finali della scorsa avventura, scegliendo di abbandonare un eterogeneo mix di generi in favore di un’offerta in puro stile on rail shooter dallo sviluppo sorprendentemente efficace.

La staticità non paga

Pur non rifuggendo la naturale staticità del genere a cui appartiene, il gameplay di Unearthing Mars 2: The Ancient War si è rivelato molto più dinamico e frenetico di quanto si potesse pensare ad un primo e superficiale sguardo. Vero è che, a dispetto di ambienti anche discretamente estesi, l’avanzare sarà comunque scriptato e predeterminato, ma il team ha visto bene di offrire al giocatore alcune interessanti varianti di approccio agli scontri: sfruttando un sistema di spostamento basato sul teletrasporto verso hotspot fissi, la natura multidirezionale degli scontri a fuoco ha permesso l’introduzione di differenti postazioni di fuoco, tra le quali è possibile spostarsi in qualsiasi momento dell’azione. Nonostante, quindi, una struttura lineare dell’avanzamento, non ci troveremo quasi mai a rispondere al fuoco nemico da posizione statica, ma saremo incentivati a modificare più e più volte il nostro piazzamento tattico. Questa situazione trova la sua estrema sublimazione in occasione degli scontri con i boss, momenti in cui la necessità di essere il più mobili possibili è acuita in maniera dannatamente efficace, così da rendere i combattimenti veramente esaltanti e divertenti. Oltre che su tale meccanismo, ad aiutarci nel superamento degli stage interverranno anche 6 differenti armi, suddivise equamente tra primarie e secondarie ma che, a dispetto del loro look fortemente alieno, non riservano molte sorprese in merito alla tipologia di fuoco. Presente anche un piccolo scudo ricaricabile, in grado di assorbire per un breve lasso di tempo i colpi nemici, a cui si accompagna la possibilità di attivare per una manciata di secondi un bullet time, utile per trarci d’impiccio dalle situazioni più caotiche.

Divertimento compresso

Così come sono evidenti i progressi sul fronte del gameplay, Unearthing Mars 2: The Ancient War convince anche sotto il profilo puramente tecnico, ovviamente tenendo presente il budget ridotto a disposizione del team di sviluppo. Nonostante questi limiti economici, però, la produzione Winking Entertainment offre un colpo d’occhio estremamente pulito e dettagliato, con modelli umani ottimamente realizzati e gestiti da un più raffinato set di animazioni, così come è buono anche il lavoro svolto sugli interni e le strutture aliene. Un plauso va, inoltre, tributato alla perfetta integrazione del PlayStation Aim, che è risultato sempre preciso ed affidabile in qualsiasi situazione, non evidenziando alcun problema di tracciatura. Valido anche l’accompagnamento sonoro, mentre è ancora una volta da rivedere il doppiaggio in inglese (spesso fuori sincrono ma coadiuvato da sottotitoli in italiano, per quanto non sempre impeccabili). A deludere, quindi, non è altro che la longevità generale assai contenuta, così come non convincono pienamente la ripetitività di fondo che caratterizza i vari stage e l’assenza di extra che giustifichino una eventuale rigiocabilità. Certo, ci sono le classifiche (solo offline), ma come offerta complessiva siamo davvero al limite.

Cambiando quasi completamente genere, con Unearthing Mars 2: The Ancient War i ragazzi di Winking Entertainment compiono un netto passo avanti, realizzando un titolo decisamente più raffinato e godibile, anche se meno vario rispetto al predecessore. La struttura shooter è solida e divertente, anche se decisamente monocorde e dalla longevità sin troppo compressa. Nonostante tutto, vista anche l’ottima implementazione del PlayStation Aim e la più che buona realizzazione tecnica, penalizzare troppo il lavoro del team sarebbe alquanto ingiusto, soprattutto alla luce del divertimento che è comunque in grado di garantire.