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Recensione Un bagno di sangue con Bloodforge

Con il seguito di Bayonetta messo in dubbio a causa della situazione economica non rosea in casa Sega e Devil May Cry sottoposto a un pesantissimo reboot la cui bontà potrà essere vagliata solamente al lancio, l’uscita di un nuovo action, per quanto possa trattarsi di una produzione destinata al canale Xbox Live, non può che far piacere. Anche il fatto che un titolo creato da sviluppatori non famosissimi prenda spunto da alcune delle produzioni più conosciute è una pratica tollerabile, a patto di ritrovarsi un gioco valido sotto tutti punti di vista.
Nel caso di Bloodforge l’ispirazione a God of War è palese, sia per ciò che riguarda varie scelte stilistiche sia per le motivazioni che spingono il nostro alter ego virtuale Crom ad intraprendere la sua via costellata di sangue e morte.

di: Claudio "Evil_Sephiroth" Perfler

Con il seguito di Bayonetta messo in dubbio a causa della situazione economica non rosea in casa Sega e Devil May Cry sottoposto a un pesantissimo reboot la cui bontà potrà essere vagliata solamente al lancio, l’uscita di un nuovo action, per quanto possa trattarsi di una produzione destinata al canale Xbox Live, non può che far piacere. Anche il fatto che un titolo creato da sviluppatori non famosissimi prenda spunto da alcune delle produzioni più conosciute è una pratica tollerabile, a patto di ritrovarsi un gioco valido sotto tutti punti di vista.
Nel caso di Bloodforge l’ispirazione a God of War è palese, sia per ciò che riguarda varie scelte stilistiche sia per le motivazioni che spingono il nostro alter ego virtuale Crom ad intraprendere la sua via costellata di sangue e morte.


Massacri noiosi

L’approccio di Bloodforge, per quanto riguarda il gameplay, è quanto di più classico e purtroppo scontato ci si possa aspettare da un gioco del genere.
Saremo infatti chiamati a massacrare orde ed orde di nemici semplicemente premendo senza sosta il tasto rilasciando così i nostri attacchi più deboli e rapidi, intervallandoli ai fendenti più potenti, in grado di avviare anche particolari animazioni in caso di colpi su nemici storditi o in fin di vita.
Il concatenarsi di questi attacchi contribuirà inoltre a riempire una apposita barra, al cui completamento potremo attivare la modalità berserk per il nostro Crom che purtroppo, a fronte del vertiginoso incremento delle capacità del nostro personaggio, farà calare a picco il grado di sfida offerto dal gioco, già di per sé sotto la media. Se tutto ciò non bastasse, il nostro guerriero sarà dotato di una balestra con cui attaccare a distanza e che in varie fasi di gioco permetterà di aver ragione di tutti i nemici prima ancora di arrivare a portata delle armi avversarie; proprio quest’ultimo espediente va a mortificare ulteriormente l’esperienza giocata, banalizzandola ancora di più.
Quanto detto sopra di fatto rende inutili gli attacchi magici a nostra disposizione e di pari passo va a distruggere perfino il sistema di upgrade di questi ultimi tramite altari disposti per il mondo.La longevità per quanto inferiore alle 6 ore potrebbe anche sembravi sufficiente, anche se con una accezione del termine totalmente negativa, dato che dopo poche decine di minuti probabilmente non avrete alcuno stimolo a proseguire.
Il multiplayer purtroppo soffre dei medesimi problemi, in quanto l’obiettivo dei due giocatori ammessi è di raccogliere più sangue possibile, obbiettivo raggiunto con la medesima forsennata e insensata pressione sui tasti del nostro controller.

Solo facciata

Se stilisticamente i colori, il design e altre componenti visive richiamano positivamente God of War e il film 300, lo stesso ottimismo non si può riporre in tutto ciò che sta dietro alla realizzazione artistica.
Non solo l’esplorazione permessa è scarna, ma le limitazioni imposte a quest’ultima non sono delineate dal design delle ambientazioni, ma da veri e propri muri invisibili, numerosissimi e spesso propensi a bloccare completamente il nostro personaggio.
Inoltre durante gli assalti delle ondate nemiche più numerose il frame rate deve cedere il passo a fastidiosi rallentamenti e, contemporaneamente, fanno la loro comparsa anche innegabili fenomeni di pop up.
A dare il colpo di grazia al comparto tecnico di Bloodforge ci pensa la telecamera, facilmente gestibile, ma funestata da improvvisi ed improbabili cambi di inquadratura che altro non fanno che disorientare completamente il giocatore
Pensando a quanto particolare ed interessante poteva essere la scelta artistica è un vero peccato che gli sviluppatori non siano stati in grado di creare fondamenta tecniche solide per questo titolo.
Nulla da segnalare sotto il profilo del sonoro, che non eccelle e non stona e ci presenta un doppiaggio inglese di buona fattura.

Soli dopo il massacro

Che dire in conclusione di un titolo che purtroppo non riesce a farsi giocare nemmeno per le poche ore che offre? Le buone scelte fatte artisticamente parlando non vengono supportate da una solida impalcatura tecnica e le mancanze in questo campo incidono sul già funestato gameplay. Bloodforge sarebbe potuto essere un titolo in grado di interessare tutti i cacciatori di obiettivi con i suoi 400 punti ottenibili, ma a 1200 MP rimane purtroppo un acquisto caldamente sconsigliato, anche agli amanti del genere e delle atmosfere cupe. L’unica scelta saggia sembra quella di sperare nel ritorno di brand più conosciuti, sperando che mantengano comunque il loro standard.