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Recensione TxK

Trama, personaggi, sceneggiatura, in principio non c’era nulla di tutto ciò. Agli albori della storia del videogame esisteva un solo dogma: il punteggio. Essenziale, semplice, minimale eppur capace di catturare l’attenzione di quei videogiocatori che ancora oggi sono qui a vivere per questa passione. Tutto nasce dai quei score attack che tanto erano apprezzati e che oggi vivono qualche sparuto momento di gloria grazie a nostalgici sviluppatori indie. TxK è proprio uno score attack, una versione psichedelica e iperilluminata di Defender nata dalla mente di Jeff Minter.

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Trama, personaggi, sceneggiatura, in principio non c’era nulla di tutto ciò. Agli albori della storia del videogame esisteva un solo dogma: il punteggio. Essenziale, semplice, minimale eppur capace di catturare l’attenzione di quei videogiocatori che ancora oggi sono qui a vivere per questa passione. Tutto nasce dai quei score attack che tanto erano apprezzati e che oggi vivono qualche sparuto momento di gloria grazie a nostalgici sviluppatori indie. TxK è proprio uno score attack, una versione psichedelica e iperilluminata di Defender nata dalla mente di Jeff Minter.

Every point counts

Jeff Minter è uno sviluppatore britannico che da ormai trent’anni è innamorato o ossessionato da un concept di gioco e tenta di riproporlo ogni volta cercando di conquistare sempre di più il pubblico. Già con Tempest 2000 e con il ben più “antico” Andes Attack il buon Jeff si è messo in testa di trasportare il videogiocatore in questo universo di luci al neon psichedeliche, musiche allucinogene ed effetti particellari epilettici: insomma una sorta di trip videoludico. Tutto ha inizio sul bordo di una figura geometrica. Dal centro dello schermo provengono minacciosamente i nemici e noi, ovviamente, dovremmo distruggerli. Tutto qui, o quasi. Di tanto in tanto compariranno power-up per rendere ancora più potenti e colorati i nostri raggi laser.

Inizialmente sarà davvero semplice sbarazzarsi degli avversari. Più andiamo avanti e più il ritmo diventerà frenetico. Quasi ci lacrimeranno gli occhi cercando di seguire l’azione su schermo. Per fortuna i potenziamenti descritti sopra non si limiteranno a rendere più pericolose le nostre bocche da fuoco, ma sbloccheremo anche due indispensabili miglioramenti: Jump Air Drone. Il salto ci permette letteralmente di sganciarci dal bordo del livello, da questa posizione sopraelevata potremo eliminare gli avversari che sono riusciti a scalare tutto lo stage. L’Air Drone invece evoca una sorta di secondo player controllato dal I.A. che ci assisterà per tutta la durata dello stage eliminando i nemici che giungeranno a frotte. Tanta semplicità però non deve ingannarci, TxK è difficile, tremendamente difficile. Superare i 100 stage non sarà affatto facile. Nella modalità principale, conserveremo i nostri migliori risultati di stage in stage, e potremo ripetere dall’ultimo livello provato fin quando non lo supereremo. Mentre i più tenaci e folli avranno a disposizione la modalità Survival in cui affrontare l’intero gioco con le sole vite iniziali senza possibilità di poter continuare una volta sopraggiunto l’odiato Game Over.

Vector gaming

TxK si rivolge essenzialmente a quei giocatori nostalgici che hanno seguito i cambiamenti dell’industria videoludica dai suoi albori fino ad oggi. Figlio di un concept di gioco decisamente retrò, TxK difficilmente farà breccia nei gamers moderni. Luci psichedeliche e musiche da rave party offrono sicuramente un impianto artistico sonoro davvero accattivante. Vedere e sentire TxK all’opera è davvero un piacere, indipendentemente dai gusti. Nel complesso il gioco è sicuramente piacevole, non avendo velleità narrative né particolari fronzoli per ciò che riguarda il game design TxK è sicuramente adatto a Playstation Vita o più in generale a qualsiasi dispositivo portatile. Trova la sua migliore espressione nelle partite mordi e fuggi, in quei momenti in cui si ha voglia di giocare a qualcosa di veloce ma che allo stesso tempo non sia così povero di contenuti come uno dei tanti casual game cui – ahinoi – siamo costretti a sorbirci ogni giorno. Visto il prezzo decisamente contenuto (poco più di sei euro) e l’estrema longevità TxK è probabilmente per i più non sarà un acquisto obbligato ma resta un titolo da tenere in considerazione. Se avete apprezzato Tempest 2000 e uno stile artistico in stile Rez,questo gioco è sicuramente ciò che fa per voi.